C’è ancora bisogno di noi emiliano-romagnoli

Ecco perché voterò No al referendum sul taglio dei parlamentari 

di Mario Bovina


Il 26 gennaio 2020 resterà una data importante non solo per l’Emilia-Romagna ma, come sarà chiaro a breve, per l’Italia intera. Col nostro voto non abbiamo difeso un sistema di potere. Abbiamo difeso un sistema di valori – quand’anche a tratti appannato – incardinato sulla coesione sociale e sull’accoglienza, coniugate con un’operosità non fanatica, né fine a se stessa. Ma, soprattutto, abbiamo eretto una muraglia di solida razionalità e buon senso contro l’onda di regresso del populismo “intestinale”.

Quel populismo falsario e mistificatore che, cavalcando le sacche di scontento nella popolazione (su cui comunque occorre intervenire con rapidità ed efficienza) e seminando paure e insicurezze, sta parlando alla pancia dei cittadini, persuadendo molti a rinunciare ai diritti e alle libertà conquistati in decenni di lotte in cambio di politiche securitarie, xenofobe e autoritarie.

Da quel populismo è partito l’ennesimo attacco alla Costituzione, con il cosiddetto taglio dei parlamentari, previsto da una legge che, imposta dal M5S ai propri attuali alleati di Governo, costretti obtorto collo a votarla dopo averla a lungo osteggiata, il 29 marzo sarà sottoposta al vaglio del referendum confermativo.

Il taglio dei parlamentari è null’altro che un inganno al Popolo, per il motivo ovvio che i Parlamentari sono i rappresentanti del Popolo nella nostra democrazia. Sono tutto ciò che il Popolo ha nella nostra democrazia. Non una ragione viene addotta per tale scempio, se non un risibile risparmio di spesa.

Meno parlamentari significherà unicamente minore o nessuna rappresentanza di molti territori, regresso nella rappresentanza delle donne in Parlamento, minor efficienza delle commissioni parlamentari e, forse, abrogazione di alcune di esse, minor indipendenza dei Parlamentari, maggior fragilità del Parlamento dinanzi agli evidenti pericoli di neo-autoritarismo. In poche parole: meno parlamentari significherà meno democrazia e meno libertà.

E tocca ancora all’Emilia-Romagna – in un afflato bipartisan, che coinvolga non solo gli elettori del centrosinistra, ma tutti coloro che hanno a cuore la Costituzione, la salvaguardia dell’equilibrio tra i poteri dello Stato e la lotta ai populismi – essere nucleo ardente di un forte movimento nazionale per il NO al taglio dei Parlamentari e, quindi, perché il NO prevalga al referendum del 29 marzo.

Nelle scorse settimane è partito da Bologna, su impulso di Laura Veronesi col contributo mio e di Paola Ziccone come promotori, un appello per il No al Taglio dei Parlamentari, già sottoscritto da oltre 200 cittadini.

L’appello e l’elenco dei sottoscrittori (tra cui diversi docenti universitari e personalità della politica e della società civile) è reperibile alla pagina Facebook: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=109467543979894&id=101068551486460&__tn__=K-R.

Le adesioni possono essere inviate a veronesil71@gmail.com, indirizzo al quale può anche essere chiesto il testo dell’appello.

Cari concittadini emiliano-romagnoli il Paese ha ancora bisogno di noi. Questa volta sarà un NO, scandito forte e chiaro, a rendere migliore il futuro di tutti.


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