La Lotta è FICA ed è bello che sia così

Da qualche giorno via Indipendenza diventa il centro di gravità del nuovo progetto di Cheap. Sono 25 poster splendidi, firmati da altrettante artiste. Bologna diventa così un museo grafico a cielo aperto

di Andrea Femia, digital strategist


L’esperienza di arrivare in autostazione con uno di quei pullman da 20 ore di viaggio, le gambe atrofizzate e la schiena non allegra. L’autista che ti indica che è momento di prepararsi a scendere, il culo pesantissimo dopo un tardo pomeriggio, una sera, una notte e poi un’alba e infine una intera mattina in viaggio; solo a scriverlo è tormento.

Tempo di imboccare l’ultimo rettilineo prima della curva e quel tepore tipico di chi si chiede chi glielo abbia fatto fare di muoversi dal mare verso una cementosa città, si trasforma in un pugno allo stomaco. Dei manifesti in serie, uno dopo l’altro. Delle affermazioni secche, rapide e ovvie.

Se sei donna e puoi abortire, ringrazia una femminista. Se sei donna e puoi usare anticoncezionali, ringrazia una femminista. E tante altre buone ragioni per ringraziare una femminista.

Difficilmente mi era mai capitato di provare una sensazione così forte di spossamento per qualcosa di visto per la via. Mi informo, scopro che dietro c’è un collettivo, e tutto ciò che rappresenta non ha bisogno di essere neppure descritto perché, banalmente, ci pensano le immagini accompagnate da poche, misurate, frasi che nella loro immediatezza delineano un rapporto viscerale tra l’arte e l’urgenza.

Difficilmente si trovano parole utili a spiegare nessuno dei due elementi sopra citati, figuriamoci quando l’uno è incastonato nell’altro.

Quello, un anno fa, fu il mio primo contatto visivo con un collettivo che, in seguito, ho capito avere una rilevanza culturale a tratti fondamentale per questa città che piano piano diventava anche, un poco, mia. Rilevanza da raccogliersi anche solo per tutto ciò che rappresenta questa città agli occhi di coloro che non l’hanno vissuta se non nei racconti di chi ne ha sempre decantato una visione differente sui temi fondamentali del progresso.

La lotta è FICA.

Anche qui. Non è che ci sia troppo da aggiungere rispetto a quanto non sia già comprensibile nel leggere in fila queste quattro semplici parole.

Da qualche giorno via Indipendenza diventa il centro di gravità del nuovo progetto di Cheap. Sono 25 poster splendidi, firmati da altrettante artiste che mettono al centro – se davvero è possibile arrivare a un singolo cuore di un intero progetto così capillare – l’autodeterminazione delle donne libere.

Bologna diventa così un museo grafico a cielo aperto, capace di infiltrare un momento di tormento anche nella mente più progressista. Anche le persone libere si troveranno spiazzate, colpite e affondate davanti a questo tipo di rappresentazione. Come in un orgasmo visivo, l’indifferenza non ha alcuna possibilità di rivestire alcun ruolo.

L’augurio, per tutti, chi vi scrive compreso, è di vedere oltre la bellezza. Di interrogarsi sulla ragione di quel tedio sottocutaneo. Quali comportamenti dovremmo rimproverare in primis a noi stessi. Non per una continua stimolazione del senso di colpa, ma per non darsi mai per scontati nella rilevanza potenziale di quanto da noi possa scaturire. La strada è lunga, ma grazie a questo tipo di esperienze sembra decisamente più percorribile.

Photo credits: Michele Lapini per CHEAP


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