Ma la destra dov’è?

La città è contendibile come lo fu nel 1999, quando a imporsi fu Giorgio Guazzaloca. Nel centrosinistra le manovre per indicare chi proverà a succedere a Virginio Merola sono in pieno svolgimento. Nel campo opposto per ora nulla, se non una vaga apertura all’ipotesi di un “civico” da parte della Lega, memore della batosta rimediata con Stefano Bonaccini dopo aver sognato la vittoria con Lucia Borgonzoni. Un po’ troppo poco per una sfida che ha portata nazionale

di Giampiero Moscato, giornalista


Ma Bologna, come l’Emilia-Romagna, non era diventata contendibile? E se lo è, come fino al 26 gennaio lo era stata la Regione (dove ha rischiato di vincere addirittura Lucia Borgonzoni, pure senza una storia personale all’altezza della sfida e del compito che ne sarebbe derivato), perché il centrodestra non batte un colpo? Chi tenterà nel 2021 di sfilare Palazzo d’Accursio alla sinistra, 22 anni dopo Giorgio Guazzaloca?

Un articolo di giornale non dovrebbe mai cominciare con dei punti interrogativi. In questo servizio, considerando anche il titolo, ce ne sono addirittura quattro. Si perdonerà lo scriba se i punti di domanda, in questo caso, restano tali. Non è colpa di chi scrive: restano domande perché non ci sono risposte chiare, da parte di nessuno, nel panorama del centro e della destra di questa città. Ecco perché, retoricamente, lascio quei quattro “?” nell’incipit del mio servizio.

Sono quattro punti interrogativi che noi di Cantiere, come tutti a Bologna, poniamo per provare a sapere chi, da destra, tenterà di prendere il posto di Virginio Merola – che tra un anno concluderà il secondo dei suoi mandati – sullo scranno più alto di Palazzo d’Accursio. Di avere qualche indizio su come le opposizioni cercheranno di battere nelle urne uno dei “piccoli bastardi” indicati dal sindaco uscente come candidati ideali per mantenere al centrosinistra il potere amministrativo sotto le Due Torri.

A sinistra, e al centro che guarda a sinistra, qualcosa si muove: ne abbiamo parlato su queste pagine, contestando magari anche il metodo finora seguito per indicare i contendenti. Ma i nomi su cui puntare in qualche modo sono in parte già emersi: si sono candidati con chiarezza Alessandro Alberani e Cathy La Torre, sullo sfondo ci sono nomi importanti come quelli di Matteo Lepore, Alberto Aitini, Marco Lombardo, Gian Luca Galletti e pure altri. Qualcuno poi punterebbe volentieri sul rettore, Francesco Ubertini.

A destra, invece, non c’è ancora un nome, tanto che qualcuno sta provando, o almeno ci ha provato, a spostare in quel campo addirittura Gian Luca Galletti, per altro già giudicato da qualcuno come improponibile in quello schieramento, per il suo passato di ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni. C’è stata poi l’apertura  all’ipotesi di un candidato civico, fatta propria dalla stessa Lega, forse proprio a causa della sconfitta rimediata contro Stefano Bonaccini quando ha puntato su una propria candidata, la già citata Lucia Borgonzoni.

Una scossa sembra averla data la comparsa sulla scena elettorale della formazione “E”, il nome tanto breve quanto significativo scelto dai suoi promotori, il poeta Davide Rondoni e l’ex assessore e consigliere Paolo Foschini, entrambi storicamente vicini a Cl, poi Fabio Battistini, Pierluigi Sforza e Giovanni Caliceti. Non tanto una lista civica quanto piuttosto un tavolo di dialogo tra persone di schieramenti diversi in vista del periodo difficile che passerà Bologna quando il Covid farà pagare tutti i sui conti: perché «è il momento della ‘E’, non più un aut aut del centrodestra e centrosinistra, ma la rappresentazione di chi vuole esserci. Centrodestra e centrosinistra, con chi vuole starci. Non più contrapposizione ma unità e congiunzione, appunto».

Dunque dalla destra, e dal centro che guarda verso quella parte, per ora, arriva solo una congiunzione. Un po’ poco, per una sfida che riguarda una città che nei prossimi anni avrà un ruolo internazionale, come capitale dei Big Data e del Centro Meteo europeo, e che per posizione geografica e per peso economico sarà comunque un punto di riferimento e di osservazione, non solo in Italia.

Come CantiereBologna.com ci siamo candidati a essere un pungolo per le amministrazioni di centrosinistra che governano la città e la Regione, ma abbiamo detto fin dalla serata di inaugurazione in Sala Borsa, il 10 febbraio (prima del Covid, sembra un secolo fa) che avremmo ospitato qualunque pensiero, purché presentato con linguaggio rispettoso e nello spirito della nostra Costituzione. Torniamo ad offrire nostri spazi, accoglienti per chiunque voglia il bene di questa comunità, perché la sfida per la cattedra da sindaco sia disputata, da destra e da sinistra, al massimo livello possibile. Con persone di qualità e idee degne del prestigio della nostra città.


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