Lanciati verso il Futuro, ci stiamo dimenticando il Presente

I mesi che ci separano dalla primavera non possono essere caratterizzati da una campagna elettorale che nei fatti è purtroppo già iniziata, dove si pesano i likes e i followers molto più delle responsabilità

di Domenico Papaleo, Referente Azione – San Donato San Vitale/Savena


Il dibattito sulle elezioni a Bologna nel 2021 mi pare drammaticamente fuori dal tempo in cui viviamo. Un tempo caratterizzato dalle paure, dai problemi, dalle criticità che riguardano il presente  dei cittadini e delle cittadine della nostra città. Perché se è vero che non affrontare il nodo del futuro di Bologna sarebbe sbagliato, proiettarsi totalmente verso una primavera che sarà preceduta inevitabilmente da un autunno ed un inverno, appare come il rifiuto di stare sul qui ed ora.

È evidente che dall’inizio della pandemia per tutte le città italiane e per le rispettive amministrazioni l’agenda di governo è stata stravolta, ri-tarata su nuove ed inedite sfide sociali ed economiche. Ed anche per Bologna, quindi, è iniziato una sorta di nuovo mandato, più breve, dove ogni singola scelta ha avuto ed ha che fare con il rapporto drammatico con il Coronavirus. E i cittadini e le cittadine, a primavera, voteranno anche in base a come si è affrontata l’emergenza, valuteranno la capacità della amministrazione di essersi calata o meno in una nuova dimensione.

Questi 8 mesi che ci separano dalla primavera non penso quindi possano essere caratterizzati da una campagna elettorale che nei fatti è purtroppo già iniziata, dove si pesano likes, followers e non invece responsabilità. Esiste una agenda per il presente di Bologna? Cosa si pensa delle RSA? Che ruolo ha il Comune oggi sul tracciamento e sulla prevenzione dei contagi? Come cambia il rapporto con il Terzo Settore, attore strategico in questa fase drammatica? Come ha ricalibrato, sulla base della emergenza, le risorse del bilancio, l’amministrazione? Come stanno rispondendo le Case della Salute all’emergenza e sono luoghi che stanno migliorando l’approccio dei cittadini con la medicina territoriale?

Questi ed altri interrogativi, oltre a temi atavici come ad esempio il Passante (ha ancora senso parlarne?) o nuovi investimenti come il Tram (perché non piace a molti cittadini che guardano l’opera con diffidenza?) fanno parte del presente che stiamo vivendo, dove chi più chi meno, tutti abbiamo paura e dove il giorno per giorno ha assunto una dimensione radicalmente diversa da prima. Mai come oggi quindi serve un grosso sforzo, da parte del Partito Democratico, di raccontare concretamente le azioni del presente, per la città, e l’impegno del Sindaco e degli Assessori si deve dividere equamente tra il lavoro a Palazzo d’Accursio e il dialogo con la città. In parte questo lo si sta già facendo, ma se non viene percepito, perché non viene percepito, è perché anche questa volta si è fatto come al solito: ad un anno dal voto si è aperto il valzer delle candidature, delle strategie politiciste, come se quello tsunami chiamato Coronavirus non fosse mai arrivato.

Occorre quindi, penso, una moratoria sul dibattito pubblico elettorale, e fare invece un grande investimento politico sul governo della fase. Se a Primavera 2021 questa amministrazione e le forze politiche che hanno responsabilità di governo saranno state capaci di alleviare gli effetti della tempesta, sarà quello il miglior biglietto da visita per il nuovo, o la nuova, candidato Sindaco per Bologna.


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