Anziani impauriti, pensano che nulla tornerà come prima

Nives Zaccherini guida l’ANCeSCAO e parla del Covid  e delle donne. Del dibattito sul sindaco dice: “Vedo poco cuore e molto protagonismo”

di Barbara Beghelli, giornalista


Segni particolari: democratica, apartitica, autonoma. Senza finalità di lucro. Non pone discriminazioni di carattere politico, religioso, sociale: è ANCeSCAO (l’Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti) riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Interno quale “Ente nazionale a finalità assistenziali”. Ad essa aderiscono 1.500 realtà dislocate in tutte le zone del Paese con 400.000 iscritti. Utilità e solidarietà sociale sono le sue armi buone, o finalità, per aiutare gli anziani a vincere la solitudine e combattere l’emarginazione che arriva addosso insieme con la vecchiaia.

Su Bologna e provincia i centri ANCeSCAO sono 115 per un totale di 40.000 soci (21mila in città) presenti in tutte le realtà del nostro territorio, dal centro storico alle periferie urbane e nella quasi totalità dei comuni della provincia.

I più famosi? Villa Bernaroli, per esempio. Il Rosa Marchi, il Ruozi, la Croce del Biacco, gli Orti di via Salgari. E anche il centro di Grizzana Morandi, che ha 51 soci ma se non ci fosse sarebbe tragico visto che è l’unico punto di ritrovo del comune appenninico.

La presidente di questo enorme e importante mondo associativo è Nives Zaccherini, il cui nome significa ‘madonna delle nevi’ come ricorda lei stessa. Per 32 anni in Granarolo ad occuparsi di controllo di gestione, è moglie e mamma, sua figlia ha 35 anni. È anche orgogliosamente medicinese, dove abita e da cui non si sposterà mai, come assicura. Il volontariato? L’ha sempre fatto fin dalle scuole superiori: “Ho iniziato alla casa di riposo del mio paese, in estate portavamo gli anziani alla festa de l’Unità”. Poi dice una cosa che non ti aspetti: “Nulla è dovuto e io sono una delle tante, lavoro sette giorni su sette e non ho tregua, ma sa? Non c’è cosa più bella che la gratificazione di un sorriso”.

Assicura di essere persona schiva, la presidente Nives, che non parla di sé e in effetti ha un tono severo, ma col passare delle chiacchiere si stempera; piano piano, mentre elenca tutte le responsabilità che ha sulle spalle e si lascia andare a considerazioni legate all’oggi.

Le donne sorridono più degli uomini, affrontano la vita in modo più ottimistico?

“Si relazionano più facilmente, ma ancora oggi devono imparare ad essere solidali”.

A chi si riferisce, scusi?

“Non alle persone anziane dei centri, a loro raccomando solo di spegnere la tv e ascoltare la radio: programmi molto interessanti che non rincitrulliscono il cervello. Parlavo delle donne in generale”.

Messaggio chiaro. Cos’altro ha da dire al mondo femminile?

“Che le quote rosa fanno ridere, sono denigranti: io vengo dal PCI, ho 70 anni e a volte mi chiedo a cosa sono servite tutte le battaglie precedenti che abbiamo fatto se oggi siamo messe così. Eppure l’esempio l’aveva dato, Nilde Iotti. È anche triste vedere che non siamo riuscite ad inculcare lo spirito di sacrificio: spesso le coppie si separano dopo tre anni”.

E guardando al presente?

“Se parliamo della campagna elettorale in atto per le Comunali dico che non mi piace neanche un po’. Vedo poco cuore e molto protagonismo. E per quanto riguarda le donne, ecco, è evidente che non ce ne sono”.

Poco sentiment e molta politica, insomma. E le persone della 3^ e 4^ età come la pensano?

“La maggior parte è impaurita. Pensano che le cose non torneranno mai più come prima. E quelli che vivono soli e hanno patologie sono molto scettici. Il nostro target, al 40 % tra i 60 e i 75 anni e al 50 % dai 75 ai 100, ci lascia capire soprattutto questo”.

Anche se è partita la sperimentazione vaccinale?

“Anche. Ci vorrà del tempo per vaccinare il mondo intero e non tutti potranno o vorranno farlo. Io credo che il vaccino potrà funzionare quando smetteremo di credere ai miracoli: non sono no-vax, ma sono convinta che l’azione del vaccino sarà effettiva quando tutto il mondo sarà immune”.

Cosa vorrebbe chiedere all’amministrazione?

“È molto importante alfabetizzare digitalmente i nostri associati, crediamo molto in questo progetto. Anche mettere gli ascensori nelle case che non li hanno, che sono un buon 40 % in città, per migliaia di anziani soli sarebbe salvifico. Ecco come si combatte la solitudine e lo scontento generale. E magari così torneremo anche a vedere dei sorrisi tra i nonni”.


Un pensiero riguardo “Anziani impauriti, pensano che nulla tornerà come prima

  1. D’accordissimo. Fondamentale il sostegno e la acquisizione digitale per gli anziani soli. Occorrerebbero migliaia di volontari.

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