Coalizioni, Primarie e luoghi comuni

Dopo gli ultimi sviluppi nazionali e locali, per la corsa alle amministrative del centrosinistra si prospetta una conta preliminare tra Matteo Lepore, Alberto Aitini e Isabella Conti. Troppo poco. In un clima teso, una candidatura da sinistra potrebbe favorire la partecipazione e portare finalmente il dibattito sui temi. Sullo sfondo resta poi una domanda: può esserci coalizione con il rottamatore del Pd, della sinistra e del Governo giallo-rosso?

di Pier Francesco Di Biase, caporedattore cB


Uno pensa sempre di averle viste tutte e poi… bum! Succede qualcos’altro. Ma poiché la vita è come una scatola di cioccolatini e non sai mai quello che ti capita, ecco spuntare dal nulla (in effetti, col 2%…) Isabella Conti, per i pochi che ancora non lo sapessero amatissima sindaca di San Lazzaro in quota Italia Viva.

Siccome Renzi a quanto pare fa sui dirigenti Pd lo stesso effetto di Frau Blucher sui cavalli, è bastato un “Isa, handidati!” nel barbaro idioma del fu Rottamatore per seminare il panico nel partitone. Panico subito tamponato dai dirigenti nazionali, a cominciare da Letta, che hanno risposto al rignanese quanto noialtri si va dicendo ormai da mesi: si facciano le Primarie e siano di coalizione.

Certo resta da capire con che spirito si faranno, viste le discutibili scelte di Italia Viva negli ultimi mesi: parafrasando quanto scritto ieri da Andrea Femia, ha davvero senso una coalizione con il rottamatore del Pd, della sinistra e del Governo Conte II? Forse bisognerebbe chiederselo. Ma questo, come si dice, è un altro paio di maniche.

Un assaggio però sembra darcelo la già impazzita campagna elettorale. Dopo le critiche a Conti da parte di alcune esponenti dem e della presidente Valentina Cuppi, interviene nel dibattito anche l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, la quale difende la sindaca di San Lazzaro «da attacchi e critiche feroci da donne a una donna che vuole mettere la faccia in una competizione elettorale» e inquadra la sua candidatura come «molto calata dal basso».

Il 6 aprile, ospite della trasmissione L’Aria che tira su La7, Matteo Renzi propone Isabella Conti come candidata per le elezioni amministrative a Bologna.

Se per confutare la seconda affermazione può bastare un rapido fact-checking negli archivi di La7, più difficile e delicato è fare altrettanto con la prima, che a mio modesto parere inaugura una nuova frontiera del politicamente corretto e si porta dietro un paio di questioni: se una candidata non può essere contestata né dagli uomini né dalle donne, a chi è accordato questo diritto? E a questo punto, ha davvero senso fare campagne elettorali, dibattiti, elezioni? Si consegnino a Conti le chiavi della città e si faccia di Palazzo d’Accursio una succursale del Bowling di San Lazzaro.

Ciò detto, in attesa che Conti sciolga la riserva il 25 aprile (sic!) e immaginando che dopo essersi scornati come tori sia Aitini sia Lepore non ne vogliano sapere di convergere (ma mai dire mai), il dado parrebbe tratto: Primarie di coalizione a tre punte. Ma ecco sorgere l’ennesima grana: come in un estenuante gioco delle sedie, la partecipazione della sindaca di San Lazzaro alle primarie pregiudicherebbe la presenza di Coalizione Civica al tavolo del centro(?)sinistra.

Ora, se è comprensibile che una formazione di Sinistra abbia remore a partecipare a una coalizione con il Pd, figuriamoci a una con il Pd e un partito “Frankenstein” come Italia Viva, nato dal delirio di onnipotenza del suo creatore e costruito raccattando pezzi di scarto a destra e a sinistra. 

Tuttavia, ritengo che valga anche in questa occasione quanto scrissi al tempo delle schermaglie con Bologna Civica di Tonelli: ma se invece di ritirarsi sull’Aventino e lasciarsi le mani libere in attesa degli eventi si provasse a testare la propria forza politica nel quadro di un accordo di programma? E aggiungo: perché non partecipare alle primarie con una propria candidatura? Giocarsela si può e forse si deve fare.

Cinque anni di opposizione collaborativa a tutti i livelli hanno abbondantemente dimostrato che Coalizione Civica non solo ha le idee, ma anche le persone giuste – Emily Clancy in primis – per coinvolgere una larga fetta di elettorato altrimenti destinato a una probabile astensione. 

Sembrano luoghi comuni, ma rappresentano il bilancio di una realtà politica che ha oggettivamente stimolato più di chiunque altro un dibattito cittadino per certi versi soporifero. Perché dunque rinunciare aprioristicamente a influenzare il governo della città? Francamente non se ne capisce il motivo.


2 pensieri riguardo “Coalizioni, Primarie e luoghi comuni

    1. Contrordine compagni. Un mio amico del PD ha passato gli ultimi dieci mesi a spiegarmi che le primarie erano necessarie, ma da quando c’è la candidatura Conti mi spiega che sono inopportune.

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