Quando sarò capace d’amare

Leggo sui social commenti estatici e devoti di uomini e donne, a cui basta anche solo una flebile promessa di un Comune migliore per avere i precordi colmi di una disposizione d’animo che sfocia in quella forma di amour fou di cui fatico a ricordare anche solo le fattezze

di Michele Pompei, “brutta persona”


Ciao,  mi chiamo Michele e sono una brutta persona. È un po’ di tempo che volevo dirlo, ma provavo troppa vergogna e grazie a questo gruppo oggi ho finalmente trovato il coraggio di farlo.

È un po’ di tempo che è così, prima era diverso, ma ora convivo con questa angoscia e spero di poterne uscire col vostro aiuto.

Io non riesco più ad amare o almeno mi sembra di non esserne più capace, mentre invece, attorno a me, vedo un sacco di gente che ama, che ha il cuore traboccante di sentimento, come quello della Gradisca in attesa del passaggio del Rex.

Il mio, purtroppo è freddo come una granita, come quello dell’amante fedifraga del fontaniere innamorato nella poesia di Stefano Benni e mi sento l’anima riempita di scagliola.

Che mi succede? Che mi è successo, vorrei chiedervi? Perché tutti esprimono amore per questo o per quella, anche senza apparenti giustificazioni?

Perché leggo sui social (dovrei imparare a frequentarli meno per non acuire il mio disagio) commenti estatici e devoti di uomini e di donne a cui basta anche solo una flebile promessa, un’incoerente proposizione, il vacuo accenno alla possibilità di un Comune migliore, per avere i precordi colmi di una disposizione d’animo che sfocia in quella forma di amour fou di cui fatico a ricordare anche solo le fattezze?

Cosa mi manca, che gli altri hanno? Cosa ho smarrito lungo il cammino?

Una volta, almeno, un empito per il prossimo ancora riuscivo ad esprimerlo. Di fronte all’ennesimo ballottaggio, gli occhi mi si riempivano di lacrime e con una mano sul cuore e l’altra sulla matita copiativa, sceglievo di aprirmi e concedermi e ritrovavo quei pochi brandelli di umanità al riparo della “gabina”.

Ora so che non sarà più così e che forse non avrò nemmeno la forza di prendere i miei miseri resti per condurli al seggio più vicino.

Mi faccio paura.

L’unico moto che riconosco è quello generato dalla schadenfreude, la bieca consolazione che si prova di fronte alle disgrazie altrui, tipo quando vedi qualcuno che è convintissimo di ottenere un risultato e che improvvisamente si rende conto che potrebbe non conseguirlo né ora né mai più.

Sono ridotto male e vorrei essere una persona migliore, questo è tutto ciò che ho da dire.

Grazie per avermi permesso di condividere la mia storia.

Photo credits: Guilhem Vellut (CC BY 2.0)


3 pensieri riguardo “Quando sarò capace d’amare

  1. Erano “ridotti” così anche quei tedeschi che nel 1933 e anni successivi hanno lasciato il mondo nelle mani di chi sappiamo!

  2. L’amour n’est pas mort. E’ il tempo che passa. Ferré canta : “Avec le temps, va, Tout s’en va. Di più, chiude sussurrando: “Avec le temps, on n’aime plus”. Brel : “Le cœur à marée basse”. Visto che niente al mondo è lineare, il tuo è più simile ad un andirivieni, come le maree che scendono e tornano. Tornerà.

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