Art City Bologna 2021: Alessandro Pessoli in mostra ad Alchemilla

Nei settecenteschi saloni di Palazzo Vizzani, l’artista romagnolo mette in mostra tutta la straordinaria qualità della sua arte, nata dall’accettazione dei contrasti e dei confronti tra opposti, tra la contaminazione e la purezza estrema, tra la violenza e la cura, tra tragedia e frivolezza

di Giovanni Volpe, architetto


Los Angeles, 2017. Alessandro Pessoli intitola City of God (sì, in omaggio al film omonimo di Fernando Meirelles) l’installazione che oggi dà nome alla mostra che l’associazione per le arti contemporanee Alchemilla ha aperto da venerdì 7 maggio nei propri spazi di Palazzo Vizzani in via Santo Stefano 43.

È una mostra che nasce dal radicamento di Pessoli, artista ormai internazionalmente noto e residente in California, nella sua realtà passata e presente. L’artista è nato a Cervia nel 1963 e si è formato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Lì conosce Cuoghi e Corsello, Pierpaolo Campanini ed altri compagni d’arte che oggi intrecciano i loro destini con l’associazione Alchemilla.

Da questo vivente sistema di relazioni l’idea della mostra è nata ed è stata fatta amorevolmente crescere grazie alla cura di Fulvio Chimento, alla terza mostra pensata specificatamente per i saloni settecenteschi piacevolmente offesi dalle tracce del tempo e che l’associazione anima di sempre nuove sperimentazioni e contaminazioni d’arte.

Le gallerie ZERO… di Milano e Greengrassi di Londra, l’artista, il curatore e lo staff di Alchemilla hanno passo dopo passo selezionato e messo insieme le terracotte, i disegni, le pitture, le installazioni che possano dare testimonianza dell’articolatissima produzione di Alessandro Pessoli degli ultimi 4 anni. Nella natura dell’associazione è lo sviluppo costante delle relazioni tra tutte le componenti del fenomeno artistico e, segno che la contraddistingue, tra quello e la realtà esterna in tutte le sue qualità: sociali o spirituali, dell’ambiente e del contesto bolognese come delle contraddizioni o delle celebrazioni globali o universali.

Forse i lavori di Pessoli sono emblema di tutto ciò, di come una certa qualità dell’arte nasca dall’accettazione dei contrasti e dei confronti tra opposti, tra la contaminazione e la purezza estrema, tra la violenza e la cura, tra tragedia e frivolezza.

Nei lavori in mostra questa danza vivificante si svolge senza posa. Nell’installazione AP 1963 ceppi mozzati a colpi d’ascia si rianimano di frammenti di carte colorate leggeri come ali di farfalla. In City of God, invece, due golem a grandezza naturale si confrontano adorni di segni che accumulano nelle figure umane disperazione e gioco, militanza e ricordi d’infanzia, cromatismo puro e armi da fuoco, ricomponendosi con una naturalezza sorprendente. L’installazione è completata dall’audio di una playlist dedicata, che fa ballare le due figure al brutale ritmo di marcia del sogno americano.

L’arte di Pessoli non prevede esitazioni di fronte alla realtà. Vi riconosco l’artista che accetta senza riserve che il disgregato paesaggio umano giochi una partita spietata con la propria visione del mondo e di sé stesso. La “sua” Los Angeles riduce in brandelli colorati le piscine pop di David Hockney circondate da barriere alla visuale, come in una nuova deflagrazione a Zabriskie point.

Il materiale usato da Pessoli nel suo immaginare è barattato con le migliaia di homeless che popolano la città degli Angeli, che tutti i giorni incontra uscendo dal suo studio. Sul corpo degli esclusi fioriscono perle colorate concepite grazie all’arte d’arrangiarsi, in strati colorati adorni della semantica del nostro superfluo.

L’artista accetta che tutto ciò lo colpisca, che la forma luminosa del reale trasformi e ricomponga anche il suo stesso stato d’animo e la rappresentazione che ci offre di sé. Come nei 21 disegni a colori di Set your body free, del 2020, a mio avviso un tentativo epico di ricomposizione dell’essere nella giustapposizione delle infinite metamorfosi alle quali lo costringe il confronto con il mondo. Un confronto vero, materiale e spirituale, privato e sociale, maschile e femminile, sessuato e angelico. Molteplice, come noi dobbiamo accettare di essere se desideriamo davvero capire dove diavolo siamo finiti.

La mostra fa parte del programma istituzionale di Art City Bologna 2021. È visitabile gratuitamente previa prenotazione, a causa delle norme Covid. Per informazioni, orari e prenotazioni: www.alchemilla43.it.


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