Quanto vorrei che fosse una festa scegliere tra Conti e Lepore

Stasera si saprà il nome di chi proverà a succedere a Virginio Merola dopo una consultazione popolare fortemente invocata. Qualcosa però non funziona nel meccanismo delle Primarie: alle porte troppo girevoli si sono aggiunte logiche da social network (mi si nota di più se insulto) e gli opportunismi di chi prova a condizionare il voto da posizioni estranee al centrosinistra. Restano domande inevase: come recuperare, da domani, quel clima di collaborazione che dovrebbe essere implicito tra alleati?

di Giampiero Moscato, direttore cB


Oggi si vota. In qualche modo è giorno di festa. Le consultazioni popolari per decidere chi competerà alle elezioni per governare Bologna appaiono un tentativo di fulgida democrazia. Lo sarebbero davvero, se… Se solo tutto avesse funzionato. Se ci fosse stata una coalizione chiara. Se le regole fossero state condivise prima. Se le porte non fossero girevoli e aperte agli opportunismi.

Così non è stato. In diversi articoli (e con diversi punti di vista: non siamo un Soviet) abbiamo sottolineato le storture con cui si è arrivati a questo momento. Hanno prevalso, sui programmi da valutare e sul confronto tra alleati, logiche nemmeno di schieramento (magari…) ma di contrapposizione furente. Le Primarie dovrebbero servire a scegliere tra amici. O almeno tra alleati. È andato in scena un “tutti contro tutti”, molto in voga sui social network. Brutta moda: è la fine della democrazia come l’abbiamo conosciuta.

Cantierebologna.com dalla nascita ha spinto molto perché dal cilindro del centrosinistra uscisse un nome selezionato tra sodali. Ci siamo battuti per primi (senza alcuno sponsor che non fosse la nostra convinzione) perché quel nome uscisse da Primarie vere: un modo perché i partiti, i movimenti, i comitati, le associazioni indicassero delle personalità che poi sarebbero state valutate dal voto popolare. Il più ampio possibile. Non così largo però da uscire dai confini del centrosinistra.

Mi sento profondamente di centrosinistra. Proprio per questo, se a Bologna ci fosse una Primaria di centrodestra, non mi azzarderei nemmeno sotto tortura ad andare ai seggi per condizionare l’esito della loro consultazione. Soprattutto se per farlo dovessi impegnarmi a votare per il centrodestra, così come si fa nel centrosinistra. Ci sono nomi di quella parte che stimo. Di cui sono amico. Sono sicuro che alcuni di loro farebbero bene il loro dovere per la città. Ma con tutto l’affetto o la stima il mio voto non lo avranno. Neppure per convenienza. Anche se si trattasse solo di Primarie. Che poi a destra nemmeno sanno cosa sono: da loro decidono salotti o predellini.

Lo schieramento che guarda a sinistra si è dato strumenti di indagine dell’umore popolare un po’ più democratici di quegli incontri tra Salvini, Meloni e Berlusconi che inquadrano qualunque cosa si muova nel centrodestra da Bellinzona a Lampedusa. Raffinate intenzioni sciupate da colpe grossolane. Che scorra il sangue sarà pure normale, come ricorda Prodi. Ma ne è scorso troppo. Come troppi sono i rischi che nelle nostre vene arrivino sacche di gruppo sanguigno diverso se non incompatibile. Chiunque tenti di inquinare le Primarie del centrosinistra con voti che subito dopo risulteranno estranei ottiene vantaggi momentanei. Poi dovrà abbeverarsi in pozzi avvelenati.

Sarebbe una festa, dicevo, se si potesse scegliere serenamente chi, tra Isabella e Matteo, rappresenti meglio il centrosinistra a Bologna. Cantiere ha provato a mettere a confronto, in una delle nostre dirette, il candidato del Pd e la candidata “civica” spinta, forse suo malgrado, da Matteo Renzi. Purtroppo non è stato possibile.

Peccato. Sarebbe stato il nostro modo di contribuire a capire cosa possano fare Isabella e Matteo. Non avremmo spinto allo scontro. Avevamo tante domande da fare, molte relative al poi. Perché dopo, chiunque vinca, dovranno collaborare. Qualcuno ci aveva raccontato che l’intesa tra i due fosse pronta prima che arrivasse la mossa del cavallo escogitata da Renzi per mettere in scacco e denudare il re, e che per primo effetto li ha messi contro. Ci sarebbe piaciuto tentare di avere una risposta da loro e sapere se quella spifferata avesse o meno fondamento. E per sentire come potranno recuperare un clima collaborativo dopo settimane vissute anche nella logica dei social network: mi si nota di più se ti insulto.

Non erano queste le Primarie per cui, come ha detto bene Aldo Balzanelli, ci eravamo impegnati. Da domani ci batteremo perché lo sforzo di chi è andato ai seggi per dare un volto al centrosinistra bolognese sia riconosciuto. Da chi ha vinto. Da chi ha perso. Da chi ha ruoli decisionali. Auguri.


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