«Ora chiamateci pure “Leporiani”»

Matteo ha vinto le Primarie di coalizione contro una sfidante fortissima, Isabella Conti, e prima ancora un serrato confronto interno al Pd. Quella chiamata alle urne del popolo di centrosinistra è stata la prima delle battaglie del Cantiere. Ecco perché – ma solo dopo l’esito del voto – potete dirci che è il “nostro” candidato. Ora proveremo ad aiutarlo a vincere contro chi correrà per il centrodestra. Adesso sì che ci schieriamo

di Giampiero Moscato, direttore cB


Siamo davvero di parte. Stiamo convintamente a fianco di Matteo Lepore. Adesso sì che avete il diritto di dirlo, finalmente con ragione.

Chi ci attribuiva casacche o addirittura ci pensava al servizio di qualcuno esprimeva un giudizio di pancia. Superficiale. Infondato. Probabilmente senza averci nemmeno letto. Comunque non avendo compreso il senso del Cantiere.

Siamo una pagina di centrosinistra nata per pungolare le amministrazioni di ogni colore, a Bologna e alla Regione, mettendo in relazione le varie voci della città. Anche le più critiche, purché rispettose della Costituzione e capaci di un linguaggio civile. Perché è così che crediamo si possa aiutare lo sviluppo della nostra comunità. Noi speriamo (siamo di parte, no?) nel verso democratico, progressista, attento ai diritti.

Siamo schierati da sempre in questo senso. Ma abbiamo dato voce ai sostenitori di Lepore come a quelli di Isabella Conti e di altri nomi del centrosinistra. E ai loro reciproci avversari. Basta sfogliare i nostri archivi per trovare conferma. Con rispetto abbiamo dato spazio anche ai nomi che l’altra sponda bolognese ha fatto balenare. Offrendo le nostre pagine a chiunque avesse qualcosa da dire.

Abbiamo fatto (per primi) una battaglia per le Primarie. Si sono fatte, infine. Non come le avremmo volute: metodi e toni non erano quelli auspicati. Ma questo ha offerto la ditta e il verdetto delle urne è netto. Chi ha fatto lo sforzo di andare ai seggi ha indicato in Lepore il candidato e da quel momento – ma solo dopo – l’assessore alla Cultura e a tante altre deleghe è la persona che vogliamo si sieda sullo scranno più alto di Palazzo d’Accursio. 

Serve adesso un’altra battaglia. La faremo al fianco del prescelto: Massimo Gagliardi, una delle nostre firme, lo definì su queste pagine Il Predestinato, con la p maiuscola. Era poco più di un anno fa. Quello che sarebbe successo poi non era nemmeno ipotizzabile ma il taglio dell’editorialista era tutt’altro che favorevole (cvd), contestando che il centrosinistra avrebbe indicato un nome in qualche modo imposto dall’alto.

Scendiamo con convinzione al fianco di Matteo anche perché siamo consapevoli che potrebbe non essere una passeggiata, come in molti sostengono. Il centrodestra fa pasticci enormi, cincischia e discute con male parole nei suoi ristrettissimi salotti, come ha spiegato benissimo Aldo Balzanelli (Una poltrona per tre). Di solito però quell’elettorato, alla fine, si ricompatta, senza esitazioni, sui nomi che vengono indicati dai suoi capi, e solo da loro.

Ne hanno avuto tre, ottimi, sul tavolo. L’imprenditore Fabio Battistini (Salvini oggi confermerà che lui è il candidato che la Lega vuole), il senatore e giornalista Andrea Cangini (sul quale punta Forza Italia), l’editore Roberto Mugavero, che piace a Fratelli d’Italia. Tre buoni profili: basterebbe (o sarebbe bastato) che i leader dei tre partiti del centrodestra trovassero un’intesa su un nome condiviso e le sue chance sarebbero (o sarebbero state) molto forti. Ciascuno di loro ha infatti un profilo adeguato che avrebbe potuto convincere quell’elettorato a votarli per provare a succedere a Merola. Il centrodestra ha perso troppi mesi e ora sembra arrivare diviso alla meta, con una scelta unilaterale del capo della Lega e un forte dissapore di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Un regalo, va detto, spiegabile solo con questioni romane che impediscono per ora un’intesa su Bologna. Se però arrivasse, non sarebbe facile per Lepore. Bologna è meta ambita e piantare una bandiera sulla Torre dell’Orologio e battere a casa sua la sinistra è come conquistare la Roma dei Cesari: crolla un impero.

Si è visto come andò alle precedenti elezioni comunali e soprattutto alle Regionali, dove un ottimo amministratore come Stefano Bonaccini ha rischiato di perdere (senza le gaffe di Salvini e il sussulto di orgoglio innescato da 6000 Sardine forse avrebbe perso) contro un profilo, non ce ne voglia Lucia Borgonzoni, meno significativo di quelli di Battistini, Cangini, Mugavero, in ordine alfabetico. Nessuno dei tre avrà, a quanto sembra, l’appoggio unitario del loro schieramento. Se arrivasse, potrebbero fare meglio della leghista.

Comunque vada a destra, noi ci schieriamo convintamente con chi, a loro differenza, rappresenta l’idea democratica della città dei diritti e del progresso che Bologna cerca di essere, per molti versi è già e vorremmo fosse sempre di più. Dunque in bocca al lupo, Matteo. Siamo con te.


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