Con la vicina Strada Maggiore hanno parecchie cose in comune: entrambe radiali che da piazza di Porta Ravegnana conducono ai viali, e la storia non è dissimile. Ma allora perché la prima è diventata quella che è, mentre invece la seconda è uno dei salotti buoni di Bologna?

di Giancarlo Dalle Donne, portavoce dei bimbi del Bar Cantiere

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Questa sera, tra i “bimbi” del Bar Cantiere (chi conosce un po’ il Viviani sa bene di cosa si parla) si è scatenata una furibonda diatriba.

E io, che mi sono preso un po’ il ruolo, il compito, di portavoce di quel gruppetto di farabutti nullafacenti e moltobeventi, vorrei riferirlo, anche se non sono sicuro di essere autorizzato a farlo. Ma i bimbi mi hanno detto: “dì che è una testimonianza, che l’è una frase che fa sempre effetto, vedrai che funziona”. E io eseguo.

Devo riferire, a onor di cronaca, che all’aumentare del numero delle grappe il livello del dibattito si faceva sempre più acceso, che a loro, in confronto, Lepore-Battistini gli fa ‘na pippa.

Però, come (in qualche modo) moderatore degli umori sconsiderati dei bimbi, una qualche ragione ce l’avevano pure, l’è che loro vivono nel Bar Cantiere, parlano con la gente, ascoltano quel che si dice, riferiscono e si interrogano, anche se nella loro modalità un po’ ruspante, ma, come dire, l’è il loro bello.

E allora commentavano i recenti episodi avvenuti in via San Vitale. Va be’, son grulli, ma grulli che si fanno domande, che qualche volta hanno pure un senso. E allora mi hanno chiesto, a me perché sono l’unico non analfabeta, di riferire alla comunità superiore del Cantiere le loro perplessità. Perché è vero che siamo a livelli diversi, e i bimbi lo sanno bene, ma essendo tutti del Cantiere, siamo tutti un po’ umarells (copyright Masotti, che se non lo si cita s’incazza), anche se ci sono le menti e i grulli.

La questione l’era questa, quella che i bimbi, dopo accanita discussione, non sono riusciti a dirimere… Qui mi fermo un attimo. Sì, perché in realtà ognuno ha detto la sua, ma le diverse opinioni mi sembravano talmente improponibili che nemmeno le riporto. 

Dunque si discuteva di via San Vitale, pieno centro di Bologna, quella radiale che da piazza di Porta Ravegnana conduce ai viali, e che i bolognesi ben conoscono. Sede di importanti palazzi storici, dal Fantini al Marconi, con portici, torrioni, insomma tutto quello che serve alla bolognesitudine. Ma chi la conosce sa bene che non l’è una gran bella strada, i bimbi dicono che “al fa un po’ schif”.

Però poi, sempre gli stessi bimbi, o meglio, uno di loro, si è chiesto: “ma com’è che invece Strada Maggiore l’è dversa, l’è tot ‘nalter quel?” (i bimbi si scusano per come è riportato il dialetto). Al di là degli improperi che si è preso l’autore della frase (del resto si era alla terza grappa), dopo la riflessione necessaria, i bimbi si sono interrogati e hanno riflettuto.

In effetti le due strade (San Vitale e Strada Maggiore) hanno parecchie cose in comune: anche Strada Maggiore è quella radiale che da piazza di Porta Ravegnana conduce ai viali, e la storia non è dissimile. Perché S. Vitale è diventata quella che è e invece Strada Maggiore è il salotto buono (uno dei) di Bologna?

Lo so, lo so, lo so! I bimbi non brillano certo per acume, spesso si fanno delle domande, e spesso non riescono a darsi risposte convincenti. Però, già farsi delle domande potrebbe, forse, aiutare.

E quindi, dopo ampio dibattito al Bar Cantiere, mi hanno incaricato di provare a porre il problema all’intellighenzia (che so: urbanisti, sociologi, bolognesologi, insomma, loro) che gravita intorno al Cantiere, che magari li possono aiutare a trovare una qualche risposta, prima che si scateni la rissa e volino i tavolini. Dicono anche che potrebbe essere d’aiuto al sindaco della notte, ma qui erano già alla quarta grappa…

(E ricordatevi che noi del Bar Cantiere siamo una vostra succursale)

Photo credits: Claudio Alvarado Solari (CC BY-NC 2.0)

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