Il Pd che non c’è e il Cantiere che esiste

Mery De Martino ci scrive per segnalare l’anomalia che le candidature alla segreteria provinciale Dem siano arrivate solo sulle pagine dei quotidiani e senza documenti programmatici. Il giorno dopo Repubblica la intervista perché da quel testo scaturiscono domande interessanti. Un caso di scuola editoriale: il nostro sito può essere uno di quei luoghi di dibattito che, secondo la segretaria del Circolo Pratello, servirebbero al Pd del futuro. E non solo a lui. Scriveteci

di Giampiero Moscato, direttore cB


«Il partito che non c’è», scrive su queste pagine Mery De Martino (Il Congresso che non c’è e il partito del futuro). Si firma con la y ma per me resta Meri con la i. Permettetemi il capriccio per un nome unico, come lo è lei. Che, a nemmeno 30 anni, ha saputo emergere in un partito che invece c’è ed è ossidato, antico, maschile.

Chiarisco, denunciando conflitti di interessi, che Meri è amica cara. L’ho conosciuta per ragioni politiche, quale segretaria del vivacissimo circolo Pd del Pratello. E poi per professione: ha un ruolo cruciale nella fondazione dell’associazione Cantierebologna, editrice di questa pagina che mi onoro di dirigere, in tandem con Aldo Balzanelli.

Ora è consigliera comunale, eletta nella lista Pd a furor di popolo (non solo pratelliano) per le sue battaglie nel partito e nel territorio. In cui ha agito, prima del balzo a Palazzo d’Accursio, nel quartiere Porto-Saragozza, da eletta capace di portare innovazione e servizio a chi ci abita.

Scrivo di Meri per ragioni squisitamente editoriali: ovvero per promuovere il Cantiere. Il suo articolo, firmato da Consigliera comunale (per trasparenza chiariamo sempre in che veste e con quale retroterra si interviene sulle nostre pagine) è la dimostrazione plastica di come questo giornale funzioni nella dinamica del dibattito cittadino.

Lei scrive di «un Partito che, dando a tutti la stessa dignità di partecipazione e promozione, crea le condizioni ottimali perché il dibattito e il confronto fra militanti dia vita a un movimento dal basso, generativo di idee e vitalità e rappresentativo di tutte e di tutti coloro che si riconoscono nel centro sinistra Anche se non saremo d’accordo sarà comunque un passo in avanti verso il Partito futuro e il Congresso che (ancora) non c’è».

La frase dà un senso chiaro dell’idea di come debba essere la politica nel terzo millennio e cosa possano essere e fare i partiti: di cui, nella dissoluzione dei vecchi rituali, si avverte sempre più forte un nuovo bisogno, quali catalizzatori di sviluppo e organizzatori delle istanze che nascono nella società.

Noi del Cantiere abbiamo un’idea analoga del ruolo che vogliamo avere in città. Siamo nati per offrire un luogo di confronto a chiunque, anche dall’altra sponda della politica, voglia portare mattoni alla Bologna del futuro perché sia migliore di quella che abitiamo ora.

Meri ha scritto queste cose perché è in arrivo – in modo un po’ strano e contraddittorio – il congresso Pd. Lo ha fatto per segnalare la mancanza di trasparenza sulle candidature per il nuovo segretario provinciale, finora presentate solo sui giornali, nell’assenza sintomatica e «destabilizzante» di documenti programmatici.

Per dire queste cose ha scelto un terreno aperto a tutti, il nostro sito: poco dopo la cronista politica Eleonora Capelli (“La Repubblica”, 18 novembre) ha scelto di intervistarla per chiederle, giustamente, se il suo articolo segnalasse l’intenzione di candidarsi alla segreteria. Detto subito che non si candida ma vuole segnalare solo un’«anomalia», resta il fatto che le sue idee hanno stimolato la curiosità di un quotidiano. Aggiungo: tante altre storie finite sui giornali sono scaturite dalle nostre pagine. 

Non è per lodarci che lo scrivo. Piuttosto per segnalare un’opportunità per chi ha qualcosa da proporre alla città e che magari i giornali non cercherebbero: può scrivere un testo a redazione@cantierebologna.eu. Crediamo fermamente nel nostro ruolo: essere luogo di incontro e dibattito.

Perché per costruire «il partito che non c’è» servono, dice Meri, «strumenti previsti dallo Statuto come Primarie, Congressi e Referendum tematici» ma occorre pure «creare o immaginare nuovi luoghi di discussione interna» per coltivare «un dialogo con i suoi elettori».

Un modo per farlo, dimostra la scelta comunicativa di Meri, è scrivere in modo propositivo al Cantiere. Vogliamo e possiamo essere una rete cittadina di costruttori di futuro. Aperta a tutti. Senza escludere gli interventi critici.


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