Passante autostradale o passante ferroviario?

Servirebbe potenziare il servizio metropolitano di fronte agli inevitabili problemi di mobilità indotti dai cantieri del tram e dell’ampliamento autostradale. Invece, mentre si inneggiano peana al potenziamento de trasporto privato e si firmano conferenze di servizio, sulla rotaia siamo agli ordini del giorno e alle esortazioni tra il sindaco e il presidente della Regione. Insomma, serve più ferro

di Paolo Galletti, portavoce Europa Verde-Verdi Emilia-Romagna


Il dibattito sulla mobilità a Bologna e nella sua area metropolitana dimostra che su questo tema siamo ben lungi dall’essere la città più progressista d’Italia. Sono molte le occasioni perdute:

Centro storico pedonale

1984. Referendum per chiudere il centro storico alle auto: vince il sì con oltre il 70 per cento, solo il quartiere Colli vuole le auto. Non succede nulla, mentre nella vicina Ravenna il centro storico viene chiuso negli anni ‘70.

Tram

Anni ’90. Si può fare il tram, ci sono i soldi del Governo, ma il centrosinistra aspetta e poi vince Guazzaloca e non se ne fa nulla. Cofferati perde tempo. Ci becchiamo Civis e People Mover.

A Firenze il tram lo hanno fatto e con grande risultato.

Alta Velocità Ferroviaria

Nell’acceso dibattito sul passaggio dell’Alta Velocità i Comitati e i Verdi accettano il passaggio sotterraneo in cambio di una liberazione dei binari di superficie per attivare un passante ferroviario utilizzando i binari liberati, senza rotture di carico.

In questo modo si può far partire un Sistema Ferroviario Metropolitano con linee passanti e treni ogni 15 minuti e un servizio ferroviario regionale con treni ogni 30 minuti.

Accordo sottoscritto da Ferrovie, Regione, Comune di Bologna, ma mai rispettato come documenta, su questa rivista, Emanuele Caprara nel suo articolo: “La città ha una “Circle Line” ma solo sulla carta”.

Nel frattempo però aumenta inevitabilmente l’uso dell’auto privata, con il suo corredo di inquinanti cancerogeni, di rumore, di congestione. Le occasioni perdute creano danni difficili da riparare: oggi la giusta decisione di avere il tram si scontra con abitudini consolidate in termini di uso dell’auto in città.

Tutte le città europee della nostra dimensione hanno un Servizio Ferroviario Metropolitano e Regionale funzionante. Qui è mancata la volontà politica di applicare un accordo che avrebbe costruito un passante ferroviario più che necessario per una mobilità sostenibile. E che avrebbe, se ben gestito con orari ampi anche notturni e festivi, potuto spostare quote significative di passeggeri dalla strada alla rotaia. E magari reso inutile il passante autostradale, simpaticamente chiamato ”passantino” nell’intervista all’assessora metropolitana Simona Larghetti (“Larghetti: la mia città a misura di bici”) sempre su questa pagina.

Un esorcismo linguistico per un’autostrada larga come Piazza Maggiore che inevitabilmente aumenterà il già insostenibile inquinamento. In realtà un tributo a divinità obsolete, mai sazie di sacrifici umani al motore a scoppio, al cemento e all’asfalto. Non sembri un’iperbole se pensiamo ai tumori, alle malattie cardiovascolari, respiratorie e degenerative e non da ultimo agli incidenti stradali con morti e invalidi.

In ogni caso ci servirebbe il passante ferroviario, oggi più che mai, di fronte agli inevitabili problemi di mobilità indotti dai cantieri del tram e del passante autostradale. Invece, mentre si inneggiano peana al potenziamento autostradale e si firmano conferenze di servizio, sul passante ferroviario siamo agli ordini del giorno e alle esortazioni tra il sindaco e il presidente della Regione.

Che si sbocchi con i fondi del Pnrr? Lo vedremo. Servono tempi e finanziamenti certi su un’opera già decisa da decenni e che solo una politica piccina, succube del mito auto e autostrada ha colpevolmente boicottato. In realtà, servono da ieri.


9 pensieri riguardo “Passante autostradale o passante ferroviario?

  1. se avessero completato un passante ferroviario DEGNO DI QUESTO NOME 20 ANNI FA, ADESSO NON CI SAREBBE BISOGNO DI QUELLO DI MEZZO

  2. Noto un accostamento fra Servizio ferroviario e passante autostradale. A mio avviso sono due cose diverse ed una non sostituisce l’altra. Il potenziamento auspicabile del deludente SFM (e poi del tram) non c’entra nulla con il passante che riguarda soprattutto gli attraversamenti di Bologna, quindi altri soggetti. Per gli spostamenti interni che dire poi del bus ? Nel quartiere dove abito, Savena (San Ruffillo), per andare agli uffici di quartiere di via Faenza (stesso quartiere), ci vuole quasi oltre 50 minuti x prendere 2 autobus (quasi fantasma). Per andare al lavoro, zona Arcoveggio invece ci metto ben più di una ora. Con questi tempi se hai un’auto la usi, guadagni in salute (i bus sono strapieni alla faccia del covid… in 2 anni mai visto un controllo), e parecchio tempo.

  3. Come lei stesso racconta il SFM servirebbe per gli spostamenti in area metropolitana che oggi intasano tangenziale ed autostrada .
    Con il Servizio Ferroviaro Regionale si eviterebbe uso dell’auto anche a livello regionale.
    Poi serve potenziare spostamento merci su rotaia.
    In ambito cittadino il tram eviterebbe uso auto.

  4. Più in generale: l’automobile ormai è una tecnologia “trincerata’ difficile da sostituire anche dove risulta inappropriata come nelle nostre città storiche.
    Averla favorita per mancanza di alternative e’ stato un grave errore politico.
    Esistono invece tecnologie reversibili, appropriate , come la bicicletta, o come il tram e il treno ma richiedono infrastrutture adeguate ed una organizzazione attenta alle esigenze di mobilità con orari ampi non solo per il lavoro e lo studio ma anche per lo svago e la cultura.
    Questo richiede una vera svolta se vogliamo davvero ridurre l’impatto tremendo sulla salute e l’ambiente del traffico su gomma.

  5. Gli errori sono venuti da varie parti. Tanta teoria e poca pratica e praticità. Bisogna individuare un mix di utilizzo dei vari mezzi, evitando estremismi che portano a costruire piste ciclabili ridicole (vedi via Saragozza ). Non può una città dettare le regole al mondo o all’intero Paese su un argomento di questo tipo, quindi questo fantomatico errore “politico” mi sembra propaganda, perchè la prima cosa è avere consenso e coinvolgimento delle persone.
    Fortunatamente la tendenza sulla tecnologia auto sarà l’elettrico e quindi converrà velocizzare/incentivare questo passaggio. Sul trasporto pubblico, che sia bus o tram (tanto diverso ?), bisogna progettare i tragitti, gli interscambi, basta con la sola tratta centro/periferia. Bisogna collegare le periferie senza passare dal centro.

    Belle le bici, ma non tutti possono usarle e va garantita la sicurezza, non come adesso, dove abbiamo situazioni di grandissimo pericolo: incrocio giuriolo/arcoveggio urla vendetta. Le persone di fatto hanno scelte le moto a Bologna, che non è che inquinano poco.

  6. Il consenso per chiudere il centro alle auto c’era negli anni 80.
    Per fare il tram pure
    E per realizzare il Servizio Ferroviari Metropolitano e Regionale negli anni 90 anche.
    Occasioni colpevolmente perdute.
    Per uso biciclette città emiliano romagnole come Ferrara e Ravenna la usano quotidianamente in sicurezza.
    Sono fatti, non propagandam

  7. Condivido tutto, ma non è corretta l’idea che serva un progetto infrastrutturale per attivare le corse passanti.
    Cito dall’articolo: “un accordo che avrebbe costruito un passante ferroviario…”, e poi ancora “ci servirebbe un passante ferroviario…”, e infine “che si sblocchi con i fondi del PNRR?”.
    Non serve nessuna opera, le corse passanti da Pianoro a Casalecchio si possono attivare subito.
    Seguo l’ottimo lavoro di Silvia Zamboni in regione e mi chiedo perché non possa promuovere un ordine del giorno che chieda l’istituzione delle corse passanti dal prossimo cambio orario, previsto per giugno 2022.

    Ventilare la necessità (non dimostrata) di interventi infrastrutturali sulle ferrovie, invece, è l’ennesimo modo per rinviare la questione al duemilaemai.

  8. Silvia Zamboni si è già attivata in assemblea legislativa.
    Servono stazioni per le fermate ancora mancanti. ma soprattutto treni e orari ampi serali e festivi
    E una campagna per invitare ad usare il treno perché comodo e vantaggioso.
    Sono questi gli investimenti necessari

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