Le oche scontrose nella rete digitale

Mattia Santori demolito sui social, per la vicinanza manifestata al collega Davide Celli e ai suoi animali, sbranati dai cani. Il Consiglio Comunale dovrebbe essere una lente della nostra contemporaneità, il riflesso di una comunità in cui convivono e sono lecite le grandi questioni e i temi minuti della quotidianità. Il dibattito che vi si svolge deve riuscire a tenere insieme il contesto più ampio in cui la città si sviluppa e gli interessi, timori, speranze, preoccupazioni della vita di tutti i giorni, per rappresentare uno spazio pubblico civico in cui i cittadini e le cittadine si riconoscano

di Roberto Grandi, massmediologo


I fatti. Davide Celli, consigliere al Comune di Bologna, racconta sulla sua pagina Facebook il dramma personale vissuto con la morte delle sue due oche, che da anni considerava parte della famiglia, sbranate da due cani sfuggiti al loro padrone e entrati in casa sua. Il dramma di Davide Celli, fino ad allora relegato al suo Facebook, è stato ripreso da Mattia Santori, anch’egli consigliere comunale al Comune di Bologna. Un intervento, introdotto con un tono solenne e istituzionale («A nome del gruppo Pd e di tutta la maggioranza desidero esprimere vicinanza al consigliere Celli e a tutta la sua famiglia, per il fatto increscioso che è avvenuto lo scorso giovedì») che, a mio parere, era lontano dal registro più intimo e personale della testimonianza di vicinanza al collega che poneva anche attenzione al tema della responsabilità dei padroni di certi tipi di cani.

Le reazioni della rete. Il discorso di un paio di minuti indirizzato ai consiglieri comunali è stato rilanciato nella sfera digitale, spostando così il target di riferimento all’ampio e indistinto pubblico dei social che presto ha reso il video virale e trend topic su Twitter. Le ragioni sono tre. Santori, esponente di primo piano del movimento delle Sardine, è un personaggio pubblico che suscita sentimenti molto contrastanti. Il contenuto, decontestualizzato e banalizzato a una questione di oche. Il tono, giudicato dai critici mieloso e deamicisiano.

Le reazioni politiche sono state le più prevedibili. Sbeffeggiare, insultare, smascherare, ingiuriare un personaggio pubblico – che molti ricordano ospite di successo in talk televisivi – è un momento catartico che una parte dei frequentatori della rete attende con ansia: “Di che cosa ci si può meravigliare a sinistra, questi sono gli idoli che dovrebbero governare il paese peccato che non possiede né intelligenza né cultura e dice tante idiozie”.

Con maggiore lucidità, Mario Giordano sempre su Santori politico: “Di che si deve preoccupare oggi un rappresentante del mondo politico che si rispetti?  Della guerra in Ucraina? Dell’inflazione alle stelle? Del Paese che si sta bloccando?  Macché: si occupa delle oche, scegliendo giustamente un argomento alla propria altezza. Immagino infatti che tra simili ci si intenda… Anche lei in fondo è stato sbranato dai vecchi lupi della politica, che l’hanno usata a proprio piacimento e poi l’hanno relegata lì al Consiglio Comunale di Bologna a sparare minchiate a salve”.

Altre reazioni, depoliticizzate, hanno utilizzato il registro dell’ironia. In alcuni casi con grande creatività, come con il mush up “Due oche scontrose” ottenuto sovrapponendo l’intervento di Santori e un brano degli Offlaga Disco Pax, in altri casi con minore creatività e intenti da divertiti a goliardici a decisamente offensivi. Numerose anche le reazioni di opposizione ai critici, che hanno enfatizzato la rilevanza e attualità del tema della responsabilità dei padroni dei cani.

La reazione di Santori. Davanti ai commenti più offensivi e di cattivo gusto – che fanno parte della normalità delle dinamiche della rete e che qualsiasi personaggio pubblico dà per scontato, sapendo che come un falò si spengono con la stessa velocità con la quale si accendono – Santori ammette che sapeva che la scelta di intervenire avrebbe “prestato il fianco ai miei persecutori social. Una sardina che parla di oche è oggettivamente una bella base per fare incetta di like. Un film già visto, con migliaia di persone sconosciute che sul web deridono il tuo nome e mettono in dubbio la tua credibilità in cambio di qualche manciata di follower in più.” Fin qui, un film visto, appunto, migliaia di volte e oramai di scarso interesse.

Che cosa c’è in gioco? Leggendo in filigrana gli interventi su Twitter è possibile scorgere un altro punto di vista, ben presente, che sostiene che in un contesto globale come quello in cui ci troviamo un Consiglio Comunale non dovrebbe perdere tempo su temi come questi. Il tweet di Carlo Calenda (“Per cortesia dovete ascoltarlo. La tragica perdita di pennuti. Due minuti di intervento. Durante la guerra. Questi sono quelli che si erano autonominati ‘eredi partigiani’ ”) è un esempio. Opposto il punto di vista in un altro tweet: “I consigli comunali non si occupano di massimi sistemi ma di mozioni spesso banali. Questo è un esempio a Milano: si va dalla giornata della vita al museo del panettone fino ai cestini porta rifiuti”.

Il Consiglio Comunale dovrebbe essere una lente della nostra contemporaneità, il riflesso di una comunità in cui convivono e sono lecite le grandi questioni e i temi minuti della quotidianità. Il dibattito in Consiglio Comunale deve riuscire a tenere insieme il contesto più ampio in cui la città si sviluppa e gli interessi, timori, speranze, preoccupazioni della vita di tutti i giorni, per rappresentare uno spazio di dibattito pubblico civico in cui i cittadini e le cittadine si riconoscano.

La critica a Mattia Santori, lecita sui contenuti e i modi di esprimerli non dovrebbe, a mio parere, allargarsi a ritenere che, in considerazione del contesto globale in cui ci troviamo, esprimere vicinanza a colleghi o parlare di aspetti, anche piccoli, della vita personale di tutti i giorni in un Consiglio Comunale sia una perdita di tempo.


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