Ferranti: Pnrr e sanità, pronto il piano di investimenti metropolitano

Intervista alla sindaca di Bentivoglio, vice presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana: «Grazie a oltre 41 milioni di euro di fondi Pnrr nel territorio dell’Ausl di Bologna si realizzeranno 31 interventi strutturali tra Case della Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali, interessando tutti i distretti del territorio»

di Barbara Beghelli, giornalista


Certe notti facciamo sosta al Pronto Soccorso. Capita, anche se nessuno di noi (se) lo augura. Ma può succedere che si sia obbligati a passare tramonti e albe nei corridoi dei nosocomi per lesioni o traumi non gravi. E allora, che fare? Armarsi di santa pazienza e restare, oppure andare? Tenersi il dolore e riprovarci, magari il giorno dopo, che abbiamo perso le speranze dopo 8 ore abbandonati in un corridoio, o rimanere? Ci arrabbiamo ancora di più se il dilemma investe i nostri anziani, magari non autosufficienti.

Il problema, per essere chiari, non è solo bolognese, dell’ospedale Maggiore, del Sant’Orsola o del Rizzoli. Il problema è regionale, anzi nazionale. Di sicuro c’è che i Pronto Soccorso cittadini strabordano e mandano in tilt il sistema sanitario e la pazienza dei cittadini; da immemorabile tempo.

Eppure le soluzioni parrebbero esserci.

Ad esempio, secondo il consigliere comunale civico Gian Marco De Biase, le unità operative dell’ospedale dedicate ai casi di emergenza-urgenza che oggi, a differenza che in passato, sono luoghi di diagnosi e cura dove si garantisce la prima valutazione, «possono essere implementate nelle Case della Salute di ogni quartiere o comune metropolitano». Occorre però  «rilanciare sul serio il ruolo di queste strutture, anche in base a quelle che dovrebbero essere le funzioni di presidio sanitario 7 giorni su 7 – h24».

A livello metropolitano la parola spetta a Erika Ferranti, sindaca di Bentivoglio e vice presidente della Ctssm (Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana).

«Noi sappiamo certo che esiste una carenza nella medicina d’urgenza – dice – non a caso nei giorni scorsi la Regione ha stretto un accordo (chiuso ma non ancora sottoscritto) per rafforzare la rete regionale delle emergenze e che indica chiaramente quali sono le azioni possibili per mitigare il problema».

Nello specifico, il patto prevede che si anticipi l’impiego di specializzandi, che chi già lavora al Pronto Soccorso possa decidere di aumentare il proprio lavoro in regime di libera professione, e che si coinvolgano i medici di guardia.

Dottoressa Ferranti, quanto personale manca a Bologna nell’area del Pronto Soccorso?

Hanno stimato 25 medici, anche se pare che la medicina d’urgenza non sia un’area particolarmente appetibile.

Perché?

Responsabilità e grandi carichi di lavoro, soprattutto.

Come si è arrivati a questa situazione di sotto organico?

È un’eredità del passato e non dimentichiamo che i posti di specialità li gestisce il Ministero della Sanità, anche se da diversi anni la Regione finanzia posti aggiuntivi. Nel solo 2021, per esempio, ha sovvenzionato 72 contratti di formazione di specialità di medicina generale.

Per quanto concerne i concorsi di camici bianchi da indirizzare al Pronto Soccorso, beh ecco… Si fanno ma non sempre si trovano medici disponibili.

Dove sta l’inghippo?

Negli ultimi due anni si è investito molto in sanità ma forse non è successo lo stesso nei decenni passati e le conseguenze le paghiamo adesso, con l’imbuto formativo da un lato e la carenza di medici dall’altro. A partire dal 2020 a Bologna sono andati in pensione 80 medici di base e si fatica a trovare i sostituti. Ma questa situazione non è una colpa da attribuirsi ai comuni.

Cosa prevede il Pnrr per la sanità bolognese?

Grazie a oltre 41 milioni di euro di fondi Pnrr nel territorio dell’Ausl di Bologna si realizzeranno 31 interventi strutturali tra Case della Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. Il piano degli investimenti interessa tutti i distretti del territorio e prevede in particolare 17 interventi per CdC (24,7 milioni di euro), cinque interventi per OdC (13,5 milioni di euro) e 9 interventi per COT (3 milioni di euro).

Insomma, ci salveranno gli ospedali di comunità?

Avranno certamente una valenza strategica, anche per l’attenuazione delle attese. Sorgeranno in ogni distretto e disporranno di 20 posti letto ciascuno. Da giugno poi saranno attivi anche gli infermieri di famiglia e comunità, il cui ruolo sarà di promuovere la salute a livello individuale e famigliare e di popolazione all’interno del sistema delle cure primarie. Posso solo dire che noi, la Regione e le Aziende Sanitarie nei limiti delle risorse disponibili faremo il possibile.


Un pensiero riguardo “Ferranti: Pnrr e sanità, pronto il piano di investimenti metropolitano

  1. Credo che i ragionamenti ,completamente condivisibili, della Sindaca non si tenga conto della insufficienza dei finanziamenti della sanità e la la carenza sul mercato di medici e infermieri per una inadeguata programmazione formativa di queste. Quindi si tratta di un programma di buone intenzioni non realizzabili a breve-medio termine

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