La “Protezione della Giovane” torna in campo per l’Ucraina

Il conflitto in atto richiama in servizio l’associazione cattolica internazionale che opera a Bologna fin dal 1905 e che ha ospitato, durante tutto l’arco del secolo scorso, migliaia di studentesse e lavoratrici, italiane e non. Da inizio giugno, rispondendo all’appello per l’accoglienza del Cardinale Matteo Zuppi e grazie alla collaborazione della Cooperativa Sociale Open Group, la sede dell’associazione in via Santo Stefano ospita venticinque profughe ucraine, auspicando che possano trovare in città una parte, seppur piccola, di quella casa che la violenza della guerra le ha costrette a lasciare

di Associazione “Protezione della Giovane”


L’Associazione Cattolica Internazionale per la “Protezione della Giovane” costituì a Bologna una sua sezione locale il 1° luglio 1905, presidente la Contessa Carmelita Zucchini Solimei.

Fin da subito la Pro Juventute svolse appieno la sua intensa attività di sostegno e cura a giovani donne in difficoltà, con la partecipazione di importanti personalità della città, tra le quali spicca la figura di Gianluigi Bevilacqua Ariosti. Così come importanti furono sempre le tante personalità femminili coinvolte nella gestione, tra le quali ricordiamo Caterina Alessandretti Dagnini e Amelia Garagnani Scota, che fu presidente dell’associazione fino alla sua morte. Grande fu anche l’impegno profuso da Silvia Nissi Scota, figlia di Amelia e professoressa del Liceo Minghetti.

Così, ospitando migliaia di ragazze studentesse o lavoratrici italiane e non, accudite con dedizione assoluta e silenziosa, l’associazione Cattolica Internazionale portò avanti il suo impegno verso la comunità. Impegno che ricevette fin da subito una speciale approvazione anche da parte delle autorità ecclesiastiche, nelle figure di Pio X e dell’allora Arcivescovo di Bologna Domenico Svampa.

Dopo un breve periodo di sospensione, la “Protezione della Giovane” ha riaperto nel mese di giugno i battenti per ospitare, nella sua splendida sede di Palazzo “Bargellini Panzacchi” in Via Santo Stefano 45, venticinque profughe ucraine fuggite dall’inferno del loro Paese per cercare un po’ di pace.

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, al quale va il nostro sentito ringraziamento per il grande impegno profuso sul tema dell’accoglienza, ha dato il benvenuto alle nuove ospiti con il consueto calore, auspicando che possano trovare a Bologna una parte, seppur piccola, di quella casa che la violenza della guerra le ha costrette a lasciare.

Ultimo, ma non meno importante, è il ringraziamento alla Cooperativa Sociale di Bologna – Open Group, che con la sua preziosa collaborazione ci ha consentito di vedere rivivere questi locali, ancora oggi di proprietà dell’Associazione per merito esclusivo della “gestione Scota” a cui Bologna tanto deve.


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