L’unione fa la forza

Memoria, conoscenza, divulgazione: un metodo che portiamo avanti con convinzione da quarantadue anni. Un lavoro che ovviamente non si esaurisce nel corteo del 2 agosto, ma si sviluppa lungo tutto l’arco dell’anno attraverso iniziative e dibattiti, anche insieme ad altre associazioni. Il Futuro della Memoria è un’iniziativa che coincide perfettamente con questo nostro metodo. Sono occasioni di confronto che possono essere utili a raggiungere la verità. Per questo è stato facile aderire

di Paolo Bolognesi, presidente Associazione tra i familiari delle vittime del 2 agosto 1980


Come Associazione tra i familiari delle vittime del 2 agosto 1980, abbiamo sempre ritenuto che la memoria sia una delle chiavi che può concorrere a mantenere viva la volontà di giungere alla completa verità sulla strage che quella mattina sconvolse, insieme alle nostre vite, una città e un Paese intero.

Perché ciò sia possibile, però, ci è sempre stato chiaro quanto fosse fondamentale promuovere, insieme alla memoria, anche la conoscenza dei fatti. Senza la memoria una comunità non va da nessuna parte e diventa facile preda di revisionismi, depistaggi e disinformazione. Poiché memoria è innanzitutto conoscenza. Per questo abbiamo sempre avuto grande attenzione verso il mondo della scuola: divulgazione e informazione, spiegando ciò che è accaduto.

L’unione fa la forza. Come è stato detto in altri interventi apparsi in questi giorni sulla rivista, la conservazione della memoria e la ricerca della verità sono innanzitutto processi collettivi. Nel 1984, in concomitanza della proposta di legge di iniziativa popolare per “L’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo”, abbiamo promosso la costituzione dell’Unione vittime per Stragi, che oltre alla nostra Associazione comprendeva allora l’Associazione delle vittime di Piazza Fontana, l’Associazione dei caduti di Piazza della Loggia, l’Associazione delle vittime del Treno Italicus. Nel tempo si sono aggiunte le associazioni costituitesi dopo le altre stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. Nel 1985 l’Associazione delle vittime del treno 904, di Napoli (treno di Natale) e infine nel 1993 l’Associazione delle vittime della strage di via dei Georgofili. Anche in questo caso, la nostra metodologia è sempre stata molto chiara: iniziative comuni e promozione di leggi che potessero aiutare ogni associazione nel suo percorso, come la Legge per il risarcimento ai feriti delle Stragi (approvata nel 1991) e la Legge 206 del 2004, denominata “Nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi”.

Anche la metodologia che come associazione abbiamo deciso di adottare per l’aspetto giudiziario è in parte mutuata da quella che altre associazioni hanno adottato. La digitalizzazione dei documenti sulle Stragi di Brescia e Milano, per esempio, ci ha permesso di avere a disposizione una grande banca dati che potesse servire anche nei processi per la Strage della Stazione di Bologna. Il già copiosissimo materiale della Procura Generale è stato così ulteriormente ampliato e arricchito da elementi comuni ad altri filoni di inchiesta, che non erano originariamente all’interno della documentazione del processo.

Un lavoro che ha avuto un valore giudiziario, ma anche storico: grazie a un pool di ricercatori, con l’analisi della documentazione di vari processi già svolti (Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus e crack del Banco Ambrosiano) è stato infatti possibile mettere sempre più luce su quello che era il “retroterra” che stava dietro la stagione delle Stragi, tra ingenti flussi di denaro e depistaggi dei servizi segreti deviati, sotto la regia della loggia massonica P2. Tutto questo deve far riflettere sulle difficoltà e le forze avverse che abbiamo dovuto affrontare nel lungo cammino per la verità.

Memoria, conoscenza, divulgazione: un metodo che portiamo avanti con convinzione da quarantadue anni. Un lavoro che ovviamente non si esaurisce nel corteo del 2 agosto, ma si sviluppa lungo tutto l’arco dell’anno attraverso iniziative e dibattiti, anche insieme ad altre associazioni. Il Futuro della Memoria è un’iniziativa che coincide perfettamente con questo nostro metodo. Sono occasioni di confronto che possono essere utili a raggiungere la verità. Per questo è stato facile aderire.


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