PaP test ok, ma a quale popolo dare il potere?

«Si mettano insieme (se ci riescono) grillini, De Magistris, “Manifesto” e Verdi prezzemolo e si faccia finalmente un movimento di VERA sinistra, qualunque cosa “sinistra” voglia dire. Che questa gioiosa macchina da guerra prenda il 4, il 30 o il 50% è del tutto indifferente. Perché il modello Bologna e il modello Draghi si somigliano: ci sono i miliardi del Pnrr da gestire. E nessuno, tra gli «arroccati» del Palazzo e tra quelli rimasti fuori, è così sciocco da non sapere che è un’occasione irripetibile»

di Pier Francesco Di Biase, caporedattore cB


Diceva Gianni Agnelli che «i funerali, più che alla memoria di chi è morto, sono fatti in omaggio al potere di chi rimane». E davanti al corteo funebre per il governo cittadino che negli ultimi due giorni ha sfilato tra le pagine di questa rivista, io che come l’Avvocato – quello vero, ma anche quello falso – sono filogovernativo per definizione, non mi posso certo sottrarre. 

È innegabile che alcuni dei problemi posti dagli interventi di Ardeni e Palma siano reali: il People Mover si salverà (forse) grazie al libero mercato e il Passante, pur mitigato, aumenterà traffico e inquinamento. Mezzi a impatto climatico zero e in offerta scontata alla cassa non esistono, a meno di non voler rinunciare alle leggi della fisica: un’opzione che sconsiglio. Quanto alla mancanza di “cultura”, posto che il termine è spesso abusato, il dubbio francamente è che qualcuno non esca di casa da un po’…

C’è poi il tema dell’astensionismo – una piaga, per carità – le cui colpe non possono tuttavia essere attribuite al solo centrosinistra, per stessa ammissione del docente Ardeni: perché se i voti espressi «non crescono, ma non calano» la logica dovrebbe suggerire che, almeno per quella parte dell’elettorato, una ragione per andare a votare ancora ci sia. Forse, prima di gridare allo scandalo, bisognerebbe chiedere a chi, tra le altre forze politiche, fa proposte puntualmente irrealizzabili, con candidati unfit o impresentabili. Che poi, sia detto con sincero spirito democratico, se dovete correre ai seggi per votare Meloni state pure a casa: non si offende nessuno.

Ha molta ragione Ardeni, quando asserisce che il vero “modello Bologna” è il conformismo. Ne ha a parer mio molto meno quando omette di sottolinearne la natura trasversale. Perché se volgo lo sguardo “a sinistra della sinistra più a sinistra” (semicit. Angelo Rambaldi) non vedo, per stile e contenuti, molta differenza con il cosiddetto mainstream. D’altronde, se in un anno intero tutto quel che si riesce a produrre in termini narrativi sono bande di nazisti ucraini che bucano gomme alla Bolognina, il dubbio che da quelle parti non svolazzi un pensiero manco a pagarlo viene eccome. Nazisti Ucraini is the new Mafia Nigeriana e dormire, in un simile quadro, diventa un atto dovuto.

Ora, sarò sincero: più che da spirito critico, questi interventi sembrano animati dal desiderio di regolare i conti col passato, se non da necessità tipiche di ogni campagna elettorale. Perché a dire il vero, che il piccolo vulcano della sinistra cittadina e nazionale fosse destinato a esplodere, tanto per cause intrinseche quanto per quelle di forza maggiore, era una previsione non molto difficile da fare. Del resto, stracciamenti di vesti e piagnistei hanno iniziato a ferire le orecchie di molti già dal giorno successivo alle amministrative. All’epoca alcuni si esposero, altri mugugnarono in un angolo attendendo momenti più propizi e forse più comodi (e noi in redazione ne sappiamo qualcosa). Sia quel che sia, grazie ad Ardeni – che non le ha mai mandate a dire – l’indicibile è ormai sdoganato, quindi fatevi avanti senza timore: oggi come allora, vi pubblichiamo volentieri. 

E dunque eccoci qui, a contrapporre per l’ennesima volta una sinistra di governo a una sinistra di facili accuse, invenzioni fantasiose e, mi permetto, un bel mazzetto di luoghi comuni. Un test cui sottoporsi a cadenza regolare, per essere sicuri che tutto vada più o meno come è sempre andato. Una tradizione che è comunque troppo poco per fare egemonia culturale e, a sensazione, anche troppo poco per fare massa elettorale. Sarà forse per questo che, per dare finalmente il Potere al Popolo, più di qualcuno a sinistra strizza l’occhio all’ex premier “tergicristallo”, democristiano di formazione e liberale di portafoglio. Falce, martello e pochette.

Non vorrei allora che il funerale che si celebra fosse in realtà quello dei celebranti. Ciononostante, dinnanzi a cotanta sinistra “grillizzata” – verso la quale non mi è chiara la posizione di Ardeni – io faccio come il compagno Fassino e non mi scompongo, accettando la sfida che io stesso rilanciai molti mesi fa: costruire un partito nuovo. Si mettano insieme (se ci riescono) grillini, De Magistris, Sinistra “Manifesto” e Verdi prezzemolo e si faccia finalmente, come chiedono i suoi tribuni, un movimento di VERA sinistra – qualunque cosa “sinistra” voglia dire, perciò mettetevi d’accordo tra di voi e poi fatecelo sapere.

Che questa gioiosa macchina da guerra prenda il 4, il 30 o il 50%, tanto alle prossime politiche quanto alle prossime amministrative, mi è poi del tutto indifferente. Perché il “modello Bologna” e il “modello Draghi”, nella sostanza, si somigliano parecchio: ci sono i miliardi del Pnrr da gestire e con i quali si stanno progettando molte cose. E nessuno, tra gli «arroccati» di Palazzo d’Accursio come tra quelli rimasti fuori e che ora si lamentano, è così sciocco da non sapere che è un’occasione irripetibile.


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