Pericolo Meloni: ecco cosa accade a copiare il Modello Blair

«Se vinceranno i postfascisti non è colpa di chi da anni cerca di mettere in guardia Pd e alleati dall’inseguire la destra sui suoi temi. Il problema è che la sinistra non sa riformarsi, è indietro su tutto. Ignora che il problema prossimo è la società del controllo di cui invece la destra sa tutto. Se i riferimenti diventano i Mattarella e i Draghi i nodi vengono al pettine. Perché il presidente del consiglio è di destra, al netto dei suoi maquillage sui diritti, lo ius soli o l’ecologia»

di Guglielmo Gentile, giornalista


La risposta che segue è lo stralcio di un dialogo con Giampiero Moscato, basato su una relazione amicale che mi consente di esporre in pubblico alcune riflessioni di una conversazione privata: «Guglielmo – mi ha detto in sintesi il direttore – ti lamenti sempre del centrosinistra e del Pd. Bene, ok, ci puppiamo la Meloni? Perché grazie a quelli come te ce la pupperemo. Tu dirai. No, grazie a questo Pd del c… Ma se nemmeno Mattarella e Draghi, implorati dal parlamento quasi intero di salvare il Paese ci sono riusciti, tantomeno un Pd guidato da Marx e Berlinguer avrebbe potuto salvarlo seguendo solo princìpi coerenti con la sinistra pura. Purtroppo le emergenze dettano l’agenda; e non è colpa del centrosinistra».

Caro Giampiero, il tuo è un punto di vista che ha rappresentato sia un elemento di forza che un ostacolo per i processi in atto a sinistra da anni. Da una parte incarni quel milieu intellettuale che ha contribuito alla base del Pd anche in termini di consenso. Dall’altra la tua posizione resta moderata. Nulla di male. Nel momento in cui però la sinistra moderata diviene egemone è causa di distorsioni, che poi presentano il conto. 

Quando dici «grazie a te ci pupperemo la Meloni» si arriva al nocciolo. Non è colpa mia. Non è colpa di chi cerca dai tempi di Blair di mettere in guardia la sinistra dall’inseguire la destra sui suoi temi. Se colpa c’è, è non essere riusciti a far capire l’entità del problema: l’incapacità della sinistra di riformarsi dall’interno. Resta indietro su tutto. Quando si capirà che la società del controllo è tra i pericoli principali a cui si va incontro nel secolo sarà ormai tardi. La sinistra di questo non sa nulla, ignora il tema. La destra lo sa benissimo: è sempre al passo coi tempi. 

Se poi va tutto bene così perché gli altri sono peggio, o perché a Bologna si sta bene (e grazie Graziella, è la quarta città più ricca di Italia: ci manca solo si stia male!), il processo di involuzione si avvita. Peggiora. Fino al baratro. Che fa paura. Guardando a destra, arrivi a dichiarare (nulla di male, ovviamente) i tuoi riferimenti in Mattarella e Draghi, ma il problema di questi riferimenti è che il primo non è altro che il Presidente della certificazione della debolezza delle istituzioni. Sia riguardo alle involuzioni sociali, dove per esempio i prezzi della riforma Cartabia verranno pagati sancendo ulteriormente il controllo della politica sulla magistratura; sia riguardo al prestigio internazionale ormai compromesso, nonostante gli sforzi di certa stampa  di millantare la nostra reputazione all’estero. 

Ma soprattutto il problema è il secondo riferimento: Draghi. Estremamente stimabile, ovviamente. Ma se a sinistra diviene un modello c’è un problema. Perché è di destra. E a nulla vale il maquillage dei diritti civili, dello ius soli o di un’ecologia di facciata a eliminare il nocciolo. I riferimenti culturali del Pd sono ormai a destra. A nulla vale aver accolto Sinistra Italiana, utile solo come consapevole specchietto per le allodole per chi crede ancora in un’ampia sinistra. 

Lasciando fuori le idee, quel dibattito tra le posizioni moderate come la tua e le posizioni un po’ più radicali scompare. Rimangono Draghi e Mattarella come riferimenti. Tra una destra che fa finta di essere di sinistra e una sinistra che incarna i valori di destra, la scelta diverrà obbligata per l’elettore medio. Che tra l’altro in Italia per ragioni storiche da sempre è conservatore. Poco importa l’espulsione di ampie parti del corpo elettorale: tanto si vince comunque alla fine o, ancor peggio, si trovano ampie coalizioni per portare avanti governi, magari sempre di destra. I nodi vengono al pettine.

Le emergenze che richiami, da quelle ecologiche alla crisi economica (taccio per pietà sulla gestione della pandemia, sulle cui eccezioni alle libertà personali avremo modo di ragionare quando lo stesso margine di azione sarà inevitabilmente concesso ai postfascisti al governo che ne faranno uso ancora più politico) hanno visto nelle regole imposte dalla destra a cui aderite (con Draghi, per esempio) un’amplificazione. Pur provenendo da una lunga storia politica che si caratterizzava in un terreno incerto di mediazioni internazionali (dalla vecchia Dc del lodo Moro alle relazioni scomode portate avanti anche da Prodi con la Cina), cercando qualche vantaggio in autonomia. Ora siamo a pietire elemosine straniere senza minimamente incidere sui baricentri delle relazioni, con una sudditanza che al momento di pagare il conto (come con la bolletta del gas) non potrà che pesare sui più deboli, aumentando la forbice tra le classi che è stata il leitmotiv degli ultimi anni. Lo farà con una violenza che non riesci a immaginare. Se ci riuscissi, anziché occuparti della Meloni, chiederesti a Lepore di spegnere i lampioni di notte. 

Il problema non è la Meloni. O la critica al Pd. Il problema è la sinistra. Non si risolve con il riferimento a Draghi. Né ripartendo le colpe, o concedendo qualche poltrona alle stampelle di sinistra. Non si risolve accettando modelli di destra. Forse non si risolve.

Photo credits: Ansa.it


Un pensiero riguardo “Pericolo Meloni: ecco cosa accade a copiare il Modello Blair

  1. secondo il mio “modesto” parere sarebbe ora che la sinistra italiana iniziasse a scrivere la PROPRIA AGENDA POLITICA E SOCIALE, invece di fare sempre riferimento “all’agenda Draghi” come se fosse un mantra o le tavole dei 12 comandamenti, agenda che assomiglia sempre di piu’ ad una lista della spesa delle cose da acquistare a scatola chiusa dall’Europa o ancora peggio da Biden e i suoi politicanti.
    Se la sinistra fosse in grado di METTERE IN CAMPO LE PROPRIE IDEE scrivere cose UTILI ED APPROPRIATE X I CITTADINI, invece di scopiazzare programmi o attingere pessime idee da “cattivi consigliori” , forse sarebbe pronta per le politiche del 2030 o giu’ di li ,a presentare qualcosa di suo, scritto DA E PER I CITTADINI ITALIANI DI SINISTRA E NON SOLO.
    con ossequi….

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