Trovare il senso calcistico dell’esonero di Sinisa

Dirigere una squadra costringe a prendere decisioni difficilissime ma sembra che siano veramente troppi i dati che inducono a dire che la scelta di esonerare Mihajlovic sia stata eccessiva

di Andrea Femia, digital strategist cB


Premessa: questo articolo non ha nulla a che fare con la malattia di Sinisa. Nulla. Quindi teniamo a bada la situazione emotiva per parlare esclusivamente del dato sportivo. O comunque proviamoci.

Tre punti in cinque partite sono obiettivamente pochi, non è che ci sia molto da discutere. Però quando esoneri un allenatore bisognerebbe valutare un po’ di cose che vanno al di là di tutto. Evidentemente nessuno suggerirà che il Bologna non abbia una dirigenza adeguata e che questa non abbia utilizzato tutti gli strumenti per valutare, ma c’è da chiedersi se le vicende relative ai problemi non siano state ingigantite rispetto a quella che era la situazione reale.

Per parlare della situazione reale bisogna partire da un dato di fatto terrificante: il Bologna non ha mai fatto negli ultimi anni un mercato così osceno. Praticamente ha solo venduto, e chi è rimasto nei fatti ha passato un’estate intera a voler andare via, dando il senso di una non completa appartenenza al progetto della società. Alcuni, vedi Marko Arnautovic, è ragionevole immaginare siano rimasti senza puntare i piedi esclusivamente per la presenza di chi era in panchina.

Tanti giocatori, soprattutto i più rilevanti nello spogliatoio, erano legatissimi a Mihajlovic da anni, molto prima che lo stesso si ammalasse. Immaginate quanto quel rapporto possa essersi consolidato dopo.

Quindi la situazione allo stato attuale è che hai tenuto lo stesso gruppo – escluso chi hai ceduto durante il mercato – ma gli hai tolto il collante che lo teneva unito, dopo meno di un mese di campionato in cui, tanto per essere chiari, hai comunque quattro squadre dietro di te. E se il tuo mercato è solamente cedere va immaginato che l’intenzione sia quella di salvarsi e basta. Strano. Veramente stranissimo a livello umano, quasi incomprensibile. 

Magari però ha senso a livello tattico, potrebbe immaginare qualcuno. Sì, ovvio, potrebbero esserci delle migliorie. Se il Bologna dovesse prendere Roberto De Zerbi il salto in avanti in termini di gioco potrebbe essere notevole*. Ci sono fortissimi dubbi sugli altri profili. Con tutto il rispetto e l’amore per Claudio Ranieri, una leggenda di questo sport, si finirebbe per fare un campionato di identico profilo rispetto agli ultimi di Sinisa, che era in scadenza. Verrebbe da chiedersi a che pro, allora, uno avrebbe cambiato per ritrovarsi in identica situazione.

Se arrivasse De Zerbi rimarrebbe il dubbio del perché non è stato preso durante l’estate, quando avrebbe potuto fare la preparazione e inculcare ai suoi giocatori il suo personale credo tattico, che è estremamente divertente ma altrettanto complesso. Sinisa ha giocato per un anno con un 3-4-2-1 che in alcuni casi si trasformava in 3-5-2, con difesa facilmente adattabile a 5 in fase di non possesso, o addirittura a 6 quando si utilizzava un mediano a scalare. È esattamente il contrario di ogni elemento tattico che abbia mai contraddistinto il lavoro di De Zerbi, ma anche di Claudio Ranieri, che hanno sempre creduto nella difesa a 4 durante le loro carriere. 

Fattore Arnautovic. Hai un attaccante che ti sta dimostrando quanto può valere. Che a preparazione atletica appena conclusa è già prontissimo, voglioso e determinante, dopo essere stato così vicino al Manchester United. Difficile non immaginare che possa avere un contraccolpo psicologico e tattico da questa situazione. Ha davvero senso, per qualche risultato non eccezionale nelle primissime fasi di un campionato pazzissimo partito a metà agosto?

Intendiamoci, dirigere una squadra costringe a prendere decisioni difficilissime, non c’è dubbio, e parlare seduti è molto più facile che dover agire per invertire la rotta nella tempesta. 

Però, per una volta, sembra che siano veramente troppi che inducono a dire che la scelta di esonerare Mihajlovic sia stata eccessiva.

Se poi questa tesi dovesse essere smentita, allora ben venga per il Bologna.

*Nel frattempo De Zerbi ha scelto di rinunciare alla panchina del Bologna perché Mihajlovic non ha scelto di dimettersi ma è stato esonerato. Difficile non innamorarsi di un allenatore simile.


2 pensieri riguardo “Trovare il senso calcistico dell’esonero di Sinisa

  1. Mi sono fermato a “mercato osceno”… come puoi giudicare un mercato di una squadra che dal girone di ritorno dello scorso anno era senza allenatore?
    Se non si conosce l’oggetto del contendere, si fa più bella figura a tacere.

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