30 anni a matita per il Centro Antartide

Oggi pomeriggio alle 17.00 presso le Scuderie della Sala Borsa sarà inaugurata la mostra di vignette e tavole delle più famose matite italiane, da Vauro a Staino, da PatCarra a Rebori, da Bucchi a Vittorio Giardino, che hanno accompagnato fin dalla sua nascita nel 1992 le campagne di comunicazione sociale e coinvolgimento del Centro di via Santo Stefano sui grandi temi dello sviluppo sostenibile, sociale e ambientale

di Centro Antartide


L’abituale affilatissima matita di Vauro che scherza sulla distrazione alla guida, l’ormai iconico cuore di Jezek assicurato da una cintura di sicurezza; e ancora i famosi personaggi di Bucchi alle prese con l’esaurimento delle risorse idriche («speriamo non mentre faccio la doccia»), un dialogo visionario di Giuliano sull’impegno dei giovani nell’ecologia, un cappuccetto rosso di Staino che si appresta ad attraversare una strada ben più pericolosa del classico bosco.

Sono solo alcune delle vignette, taglienti e ironiche, in mostra in Sala Borsa presso le scuderie dal 26 ottobre al 20 novembre per 30 anni a matita: strisce, tavole e illustrazioni con le quali le più famose matite italiane hanno affiancato negli ultimi trent’anni il Centro Antartide di Bologna nel raccontare i grandi temi della sostenibilità ambientale e sociale, con l’idea di stimolare il cambiamento, individuale e collettivo, attraverso un sorriso, a volte amaro ma sempre utile a riflettere.

Sono materiali originali che hanno popolato, in questo percorso, le campagne del Centro sui temi della qualità dell’aria, del risparmio idrico, della sicurezza stradale, dei rifiuti, dell’inquinamento sonoro, dello sviluppo sostenibile ma anche senso civico, umanizzazione dei luoghi di cura, gentilezza e cortesia: dal 1992 a oggi, le vignette sono mostrate in collegamento alle campagne più o meno antiche per le quali sono state realizzate, anche se gran parte di questo materiale, a guardarlo ora, non sembra affatto invecchiato.

24 gli autori in mostra, presenti anche con tavole inedite realizzate per l’occasione di questo speciale compleanno, che partecipano a un racconto corale di come, anche di fronte alle più urgenti sfide sociali e ambientali, leggerezza e ironia possano invogliare al cambiamento più di tanti messaggi scioccanti. È la filosofia della “spinta gentile” e della “pedagogia del sorriso” che da sempre ha caratterizzato il lavoro del Centro Antartide, orientato proprio a stimolare riflessioni di innovazione sociale attraverso linguaggi sempre diversi che potessero raggiungere un pubblico il più ampio possibile.  

L’incontro si inserisce nell’ambito di Un anno per 30 anni, la serie di appuntamenti organizzati dal Centro Antartide in occasione del trentesimo compleanno, che vogliono approfittare di questa ricorrenza per ricordare ma soprattutto rileggere il percorso fatto fin qui, insieme alla città che da sempre è stata il nostro laboratorio e ai tanti soggetti di tutta Italia e non solo che hanno condiviso con noi parti del cammino. Vogliamo che questo compleanno sia un’occasione non tanto per ricordare il passato ma per confrontarci sulle nuove sfide ambientali e sociali che attendono la nostra comunità, cittadina e nazionale. Per ragionare sul presente guardando al futuro, con la consapevolezza del passato. 

La mostra sarà inaugurata oggi mercoledì 26 ottobre alla presenza dell’assessora del Comune di Bologna al coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura “Città carbon neutral” Anna Lisa Boni, dell’assessore all’educazione ambientale del Comune di Bologna Daniele Ara e del presidente del Centro Antartide Marco Pollastri insieme agli illustratori Vittorio Giardino e Gastone Mencherini, tra i più assidui collaboratori del Centro Antartide nelle sue numerose campagne, locali e nazionali. 30 anni a matita si svolge con la collaborazione del Comune di Bologna e sarà visitabile gratuitamente fino al 20 novembre negli orari di apertura della Sala Borsa.


4 pensieri riguardo “30 anni a matita per il Centro Antartide

  1. Complimenti, ma con la delusione di non trovare un riferimento a Giampiero Muciacio e al suo impegno nel dare futuro a una iniziativa sociale e civile di valore.
    Mi dispiace, non credo che questo “tagliare le radici” sia lungimirante…

    1. Intanto, si chiamava Giampiero Mucciaccio…per il resto risponderà il Centro Antartide…

    2. Tutti i festeggiamenti di questo nostro 30esimo compleanno, che abbiamo iniziato lo scorso 6 maggio con una iniziativa – a cui lei stesso è stato presente – che ripercorreva la storia dell’Università Verde di Bologna che ha dato i natali al Centro Antartide proprio grazie al testardo impegno di Giampiero Mucciaccio, sono proprio all’insegna del riconoscimento e della valorizzazione delle nostre radici e dell’impronta che Giampiero continua a dare ancora adesso al nostro lavoro.
      Ci dispiace che non vederlo ricordato in questo specifico comunicato abbia dato una impressione sbagliata: tutti gli intervenuti al taglio del nastro di oggi, noi inclusi, sono tornati a lui con il pensiero e le parole e tutta la mostra racconta, anche nelle tavole più recenti, il suo inconfondibile stile, il suo pensiero, e la capacità che aveva (e che speriamo di aver ereditato almeno in minima parte) di lavorare per il cambiamento attraverso il sorriso.

Rispondi