Alcune domande sulla scuola dell’infanzia di Tignano

La piccola struttura nella frazione a cavallo tra Sasso Marconi e Monte San Pietro sarà chiusa, e le sue due sezioni trasferite. Una grave perdita per la comunità e un problema per 42 famiglie, che ora chiedono alle amministrazioni locali risposte

di Ilaria Gamberini, consigliera di maggioranza del Quartiere Porto-Saragozza


La chiusura di una scuola dovrebbe essere vissuta sempre come una piccola tragedia per la società, per quello che rappresenta, per il patrimonio che ha vissuto e per il significato sociale. La scuola di ogni ordine e grado dovrebbe sempre essere considerata come un vero e proprio bene comune. 

È quello che accadrà alla scuola materna di Tignano nel Comune di Sasso Marconi, al confine con Monte San Pietro, che accoglie bambine e bambini residenti in entrambi i Comuni. 

L’edificio, di proprietà del Comune di Sasso Marconi, fu dato in concessione al Comune di Monte San Pietro alla fine degli anni ’90 per rispondere alla crescita demografica di quegli anni. Da allora è stato un punto di riferimento per tutta la frazione e, come spesso accade in quasi tutte le realtà scolastiche, un luogo in cui costruire i primi rapporti con le altre famiglie.

A Tignano ormai non c’è nessun luogo di aggregazione, nessuno spazio dove i bambini possano stare insieme e giocare. Anche i trasporti sono minimi. Si può perciò ben capire come sia stato di enorme importanza in questi anni avere avuto almeno la possibilità di frequentare questa scuola, che con il tempo è diventata sempre più unica nel suo genere, tanto da essere scelta anche da persone che non abitano nei dintorni. Da sempre abbiamo lottato perché venissero fatti interventi per renderla più sicura, ma entrambe le amministrazioni comunali non hanno fatto altro che rimbalzare il problema tra di loro senza una vera risposta, senza mai interessarsi troppo a custodire un tesoro di enorme importanza per tante famiglie. 

È una scuola con ampi spazi interni e uno splendido giardino, in cui i nostri figli sono cresciuti divertendosi a continuo contatto con la natura. Adesso si parla di allargare un ridicolo cortile (che non oso chiamare giardino), e così sull’asfalto in mezzo alle macchine potranno fare educazione stradale a chi era abituato a correre tranquillo, giocare con la sabbia, fare l’orto, raccogliere i legni e le pigne, inseguirsi liberamente. Una perla rara, per le insegnanti che in tutti questi anni hanno lavorato lì dentro crescendo insieme alle generazioni di bambini che l’hanno frequentata, per i progetti che hanno portato avanti e gli ideali che abbiamo sempre condiviso.

Non vorremmo addentrarci ora nelle motivazioni che hanno portato a scegliere la chiusura, vorremmo soffermarci di più su quello che abbiamo vissuto noi genitori. Il 12 aprile abbiamo ricevuto una mail dove ci invitavano all’incontro con entrambi i sindaci dei comuni coinvolti, con un solo punto all’ordine del giorno: “Nuova riorganizzazione dell’anno scolastico 2023/2024”. L’incontro è avvenuto il 18 aprile, alla presenza dei Sindaci di Sasso Marconi e Monte San Pietro, l’assessora alla scuola, la dirigente scolastica e qualche insegnante, insieme ai referenti dei servizi educativi del Comune.

Abbiamo ascoltato per molti minuti la Sindaca Monica Cinti esporci le ragioni che porteranno alla chiusura della scuola e al trasferimento di entrambe le sezioni nella scuola dell’infanzia di Monte San Giovanni (a 8 km di distanza!) in barba al principio di prossimità. Scade la convenzione tra i Comuni, non ci sono più i presupposti per rinnovarla, la scuola è vecchia e non a norma con le nuove direttive nazionali di sicurezza, la scuola costa troppo, c’è il calo demografico e molte altre parole, ma ora a noi poveri genitori – che siamo «troppo emotivi», non capiamo molto di Pnrr o piano sismico – pare evidente che l’unica vera motivazione sia la penuria di iscritti e dunque l’idea che la scuola sia semplicemente un costo.

Ora vorremmo porre ancora delle domande, perché le risposte ricevute durante l’assemblea non ci hanno soddisfatto: È possibile ricevere una comunicazione del genere il 18 aprile quando è ormai chiusa la possibilità di valutare altre scelte, come il trasferimento in un’altra scuola? Perché entrambi i Comuni, avendo accesso alle previsioni demografiche, si sono ridotti all’ultimo trasferendo due sezioni in un’altra scuola dell’infanzia per poi chiudere quella di Tignano? Si è tenuto conto del fatto che molte famiglie dovranno pagare un pulmino, che inciderà sul bilancio familiare, perché non ci sono alternative? E che forse, sapendo di dover sostenere questo costo, avrebbero fatto altre valutazioni? 

Come genitori, chiediamo prima di tutto la continuità didattica, che sia garantito alle insegnanti di portare avanti la loro classe, e di mantenere le sezioni con le stesse bambine e bambini.

Chiediamo alle istituzioni di Sasso Marconi e di Monte San Pietro di rispondere pubblicamente di questa scelta e non solo davanti ai genitori. 

Chiediamo di prevedere un servizio di pulmino adeguato per i residenti di entrambi i Comuni e gratuito per le famiglie con un Isee basso. 

Chiediamo la disponibilità di interfacciarsi con i Comuni limitrofi nel caso una famiglia non possa spostare lə figliə nella scuola dell’infanzia che loro hanno già scelto per noi, e di assumersi la responsabilità di non aver dato la possibilità di scelta a 42 famiglie, mettendole in difficoltà.

Chiediamo la possibilità di orari più flessibili del servizio di pre e post scuola. 

Noi genitori troppo emotivi sogniamo di vivere in un mondo in cui la scuola non sia considerata un costo, ma un valore.


2 pensieri riguardo “Alcune domande sulla scuola dell’infanzia di Tignano

  1. purtroppo un male comune, molte scuole saranno destinate a chiudere per mancanza d’iscritti. questa comunicazione, mette sicuramente in difficoltà le famiglie.

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