La montagna partorisce un topolino, lo chiama Sfm

Dopo l’entusiasmo per l’annuncio di sindaco e giunta sul potenziamento del servizio ferroviario metropolitano, un fact-checking ci ha delusi. Potenziate tutte le linee come proclamato? No. Treni ogni 15’ anche la sera? No. Parte il biglietto unico integrato, base per una vera metropolitana di superficie? No. Finanziate nuove stazioni? No. Apprezziamo lo sforzo ma non si canti vittoria. È solo un piccolo passo verso un sistema che per ora lascia migliaia di cittadini a piedi. O, peggio, in auto

di Francesco Baldi, coordinatore di Volt Bologna


Quando abbiamo letto gli annunci sui social della settimana scorsa di Sindaco, assessori e consiglieri sul lancio del Servizio ferroviario metropolitano abbiamo festeggiato: «Finalmente l’Sfm, dopo anni di attesa, si farà». Poi però abbiamo studiato la delibera regionale dell’accordo, nel dettaglio. E ne siamo rimasti delusi.

L’Sfm, così come progettato nel 1994, e ratificato dagli accordi del 1997 e del 2007, dovrebbe essere un sistema composto da cinque linee ferroviarie per servire l’intero territorio metropolitano.

S1: Porretta – San Benedetto VdS (passante)
S2: Vignola – Portomaggiore (passante)
S3: Poggio Rusco – Bologna C.le
S4 Ferrara – Imola (passante)
S5 Parma – Modena – Bologna C.le

Il Pums, Piano Urbano Mobilità Sostenibile, prevede:

– Dal lunedì al venerdì una corsa ogni 30’ (ogni 15’ nelle ore di punta) su ogni linea per senso di marcia: 100 corse per linea per senso di marcia, per un totale di 800 corse circa al giorno, che diventano circa 300 la domenica e i festivi.
– Il completamento delle stazioni di Zanardi, Prati di Caprara, Borgo Panigale Scala, Toscanella e Sant’Orsola, per arrivare al totale di 87 sull’intera rete.
– La creazione del biglietto unico integrato per tutto il trasporto locale e un progetto di riconoscibilità, comunicazione e informazione unitario.
– Il raddoppio sulle tre linee passanti: Porrettana, Vignolese e Veneta (S1, S2 e S4).

La situazione attuale di completamento dell’Sfm, come tante volte sottolineato da Volt, è disastrosa:

– Nessuna delle tre linee risulta passante.
– La cadenza dei treni è incostante e sotto dimensionata. Su 800 corse previste dal Pums nei giorni lavorativi ne partono 400. Nei festivi non si arriva a 90.
– La linea S2B (Veneta) è soppressa per i lavori di interramento, che impediranno i raddoppi di binario previsti.
– Non vi è traccia del biglietto unico integrato, e il progetto di riconoscibilità non è neanche avviato.

Leggendo i comunicati sull’accordo siamo rimasti colpiti: da giugno potenziamo TUTTE le linee del Sfm. Un treno ogni 15’ in tutte le stazioni urbane, anche di sera. Treni notturni nei weekend, nuove stazioni, raddoppi di binario ecc.

Studiando il nuovo accordo nel dettaglio, però, la situazione risulta diversa. Si tratta infatti di un passo avanti, ma molto più corto di come lo si è rappresentato:

Saranno potenziate tutte le linee? No.

– Sarà potenziata la S1A, che sarà passante su Bologna, ma non arriverà a San Benedetto, dove dovrebbe. Quell’ultima tratta sarà coperta solo dall’S1B, che continuerà però a fermarsi al binario EST. Il numero di corse passerà da 60 a 62, molto lontano dalle 100 previste.
– Le linee S2A e S2B continueranno a non essere passanti per Bologna, e non vedranno alcun potenziamento, così come la S3, la S4A e la S4B.
– La linea S5 verrà potenziata nella sua tratta nazionale (che non fa parte dell’Sfm) con un treno ogni 20’ fino a Modena (senza fermate intermedie bolognesi) e un treno ogni 30’ che fermerà a Samoggia e Anzola.

In sostanza, il potenziamento riguarderà solo due linee su otto, che coprono 24 stazioni su 87, e aumenterà il numero di corse totali a 419 corse al giorno rispetto alle circa 400 di oggi e alle 800 auspicate dal Pums.

Passerà un treno ogni 15’ anche di sera su ogni stazione urbana di Bologna? No.

I 15’ si otterranno solo su sei delle 16 stazioni del comune di Bologna nelle ore di punta. Non è previsto alcun aumento di corse nel weekend, ma solo l’introduzione di due autobus notturni per linea, solo nel weekend, che verranno forse sostituiti da due treni da dicembre 2024 se i gestori reputeranno sufficiente il carico.

Non scriviamo questo articolo per attaccare il Comune. Apprezziamo infatti lo sforzo che ha portato a questo passo. Tuttavia non comprendiamo il motivo di dipingerlo come un’enorme conquista, quando non lo è. E allora ben vengano anche i piccoli passi, ma attenzione a cantare vittoria, perché si potrebbe pensare che questo risultato basti all’amministrazione a definire concluso il progetto Sfm, lasciando decine di migliaia di cittadini, che usano o userebbero il servizio giornalmente, a piedi. O, peggio, in macchina.

Photo credits: Ansa.it


5 pensieri riguardo “La montagna partorisce un topolino, lo chiama Sfm

  1. Nel vostro articolo ricorre spesso la parola CHIAVE PASSANTE : BELLA PAROLA che puo’ avere tanti significati (dipende dal contesto nella quale la si usa). Nel contesto ferroviario e’ sicuramente positiva perche’ significa in soldoni che il treno in arrivo transita dalla stazione centrale e prosegue il suo cammino verso la destinazione, senza obbligare i passeggeri a scendere a cambiare vettura x proseguire verso la destinazione finale. Peccato pero’ che da come si legge nel vs scritto , essa non si coniuga con la parola efficienza , fruibilità funzionalità.
    Esiste pero’ un altro CONTESTO NEL QUALE INVECE LA PAROLA PASSANTE SI CONIUGA BENISISMO CON LE INTENZIONI DEL COMUNE E DELLA CITTA’ METROPOLITANA.E’ il famigerato progetto del “passante di mezzo”, qui si finalmente
    la parola raggiunge la sua massima apoteosi, purtroppo pero’ SI CONIUGA MALISSIMO CON LE ASPETTATIVE E LE VERE NECESSITA’ DEI CITATDINI BOLOGNESI.

  2. ottima analisi, puntuale, attendiamo risposta altrettanto puntuale; sono decenni che sono raccontare la favola del SFM; a proposito: e la fermata aeroporto, che avrebbe potuto essere una valida alternativa al People Mover (ringraziamo Cofferati), a che punto é?

    1. @Rodolfo Ancora con questa storia della stazione in aeroporto? La sento citare da decenni.

      Ma aprire Google Maps e scoprire che la linea ferroviaria più vicina passa a oltre un chilometro di distanza dal terminal dell’aeroporto, costa troppa fatica?

      In che modo una stazione che dista un chilometro e mezzo dalla destinazione può essere “una valida alternativa”? Dai su.

      Bisognerebbe come minimo mettere in piedi un bus navetta per andare dalla stazione Aeroporto all’aeroporto. E poi trovare un passeggero abbastanza sciroccato da sorbirsi l’attesa del treno, poi cinque minuti di treno, poi l’attesa della navetta, poi cinque minuti di navetta. Il tutto per un tragitto di 7 km. Si fa prima a piedi.

      1. mai sentito parlare di effettuare deviazioni o allungamenti di binari con relativi scambi ??? cose vuoi mai che costasse effettuare una deviazione di 1-2 km di binario dal lazzaretto verso l’aeroporto dei binari del SFM ?? qualche decina di migliaia di euri al max, piuttosto che foraggiare quel costosissimo quanto inefficiente BRUCOMELA VOLUTO DALLA GIUNTA PRECEDENTE E MANTENUTO DA QUELLA INIZILE COI SOLDI DEI CITTADINI BOLOGNESI??

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