Il prossimo appuntamento si terrà in varie sedi della città dal 5 al 20 ottobre e si intitolerà “Intelligenza. Umana, artificiale, globale”. Il direttore, Giacomo Bottos, lo ha presentato insieme a un ospite d’eccezione, il filosofo Luciano Floridi, secondo cui «una democrazia 2.0 che sappia far fronte alle sfide che il digitale pone è possibile, a patto di avere investimenti, intelligenze a lavoro e coraggio politico»: il timore, ha detto, è che manchi la terza di queste risorse
di Enrico Comes, dottorando in filosofia all’Università di Milano
Il Festival di “Pandora Rivista” giunge al suo settimo anno e cambia nome. La nuova edizione (5-20 ottobre) si chiamerà “Festival del Presente – Dialoghi di Pandora Rivista” e avrà come titolo “Intelligenza. Umana, artificiale, globale”. Le novità sono state annunciate dal direttore, Giacomo Bottos, martedì scorso all’Oratorio San Filippo Neri: un incontro importante e ‘tutto esaurito’ in vista degli appuntamenti futuri che animeranno molti luoghi della città, tra cui lo stesso Oratorio, la Biblioteca Salaborsa, l’Archiginnasio, DumBO e molti altri.
Nel titolo del Festival una triplice aggettivazione accompagna il sostantivo Intelligenza, che trova senso nella volontà di approfondire, oltre all’impatto dell’intelligenza artificiale, anche il ruolo e posto dell’umano in questa trasformazione, approfondendo caratteristiche, limiti e potenzialità dell’intelligenza umana. Uno spazio importante avrà poi la riflessione sul contesto internazionale.
Se è vero che i nomi sono conseguenti alle cose, come recita la massima latina, la scelta della nuova denominazione della rassegna vuole esplicitare ancora di più, rendendola immediatamente leggibile al grande pubblico, l’intenzione programmatica che il Festival ha sempre avuto, in linea con la mission che “Pandora Rivista” porta avanti sin dagli inizi, attraverso il costante lavoro di dialogo con figure di rilievo nel mondo della cultura, dell’informazione, dell’economia.
Si tratta di dare alla città – e non solo, visto il pubblico nazionale – un luogo fisico, digitale e cartaceo in cui poter discutere e comprendere i grandi processi che stanno attraversando il nostro tempo, come ha chiarito il direttore Bottos. Dalla crisi economica del 2008 a quella dell’Eurozona, passando per il cambiamento degli equilibri geopolitici, il terrorismo, la pandemia, sembra davvero che il vaso di Pandora sia stato scoperchiato, facendo venire fuori “mali” e crisi molteplici, che si tratta innanzitutto di comprendere e discutere per poter pensare di affrontarli. L’importanza di riflettere e cercare di offrire possibili prospettive di ragionamento, ribadisce Bottos, è l’unica via possibile per riaprire metaforicamente il vaso trovandovi quello che secondo il mito è l’ultimo dono rimasto in esso, la speranza.
Nel corso della serata sono stati anche presentati i risultati della ricerca “La governance del digitale in Italia. Innovazione, democraticità e sviluppo sociale”. Lo studio, ben illustrato da un membro del team di ricerca, Francesco Nasi, restituisce la fotografia di un’Italia dalle grandi potenzialità in materia di digitale, ma ancora fortemente attardata. Presente tra i membri del comitato scientifico della ricerca il filosofo Luciano Floridi, chiamato a discuterne con il presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Pierluigi Stefanini, con la direttrice della Fondazione Unipolis, Marisa Parmigiani, e con il presidente del Cineca e di Fondazione Ifab, Francesco Ubertini, moderati da Bottos.
A concludere il pomeriggio è stato proprio il filosofo Floridi che, ritornato di recente dagli Stati Uniti, dove insegna all’Università di Yale, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Intelligenza Artificiale. Persuasione, consenso, simulazione”. Al centro della riflessione del professore il possibile ruolo che l’Intelligenza Artificiale potrebbe svolgere in direzione di un allargamento della partecipazione politica. Dopo essersi soffermato sulla definizione di tre concetti chiave, quali potere, democrazia e intelligenza artificiale, Floridi ha indicato nei concetti di cooperazione, collaborazione, coordinamento le tre “c” fondamentali per una democrazia all’altezza dei tempi, una democrazia 2.0 che sappia far fronte alle sfide che il digitale le pone. Un progetto possibile, secondo il filosofo, a patto di avere investimenti, intelligenze a lavoro e coraggio politico. Se per le prime due risorse Floridi si mostra possibilista, non esita in conclusione a mostrare dubbi rispetto all’ultima.

Il pomeriggio, in definitiva, nei suoi tre momenti di presentazione della ricerca, anticipazione del Festival e Lectio pubblica del professor Floridi, ha rappresentato un esempio del metodo di lavoro di “Pandora Rivista”, che vuole costruire e proporre alla cittadinanza uno spazio e un ecosistema, più ampio e partecipato possibile, di riflessione e approfondimento per orientarsi nei tempi difficili in cui viviamo.

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