Ho un sogno: Bologna la… Sportiva

Nonostante il Covid si lavora a un programma di iniziative per i 150 anni della Virtus. Al centro le donne: la V è sempre nera, ma con in più una sfumatura di rosa

di Luca Corsolini, giornalista


Confesso subito: interesse privato in atti di ufficio. Mi piacerebbe, mi farebbe comodo che qualcuno, come dice quello, scrivesse certe cose a mia insaputa, e invece è tutta farina del mio sacco. Per raccontare che, in teoria, faccio il mestiere più bello del mondo, mi occupo di Virtus 150, dunque della storia ma anche del futuro che comincia ogni giorno dello sport e dallo sport, e invece, nella realtà, sono come tanti, troppi fermato dal Covid, e nemmeno basta l’iniezione di entusiasmo rappresentata dalle aperture di Draghi.

Le premesse erano diverse: estate 2020, riunioni sotto un albero in quel giardino comunque cittadino che è la zona sportiva di via Valeriani, il Covid che sembrava già un ricordo. In otto mesi non solo è cambiato tutto, ma quasi ogni giorno succede che cambia qualcosa, anche perché è una certa rassegnazione che ti cambia i colori della vita, prima e più ancora di un Dpcm. Abbiamo imparato tante di quelle lezioni che anche Virtus 150, col suo slogan che è un rifugio, una speranza a cui aggrapparsi, Avrà un futuro chi non ha paura del futuro, può diventare un percorso da cui ripartire quando sarà il momento.

Ad esempio, se ricordate, l’estate 2020 era ancora quella del #MeToo, dell’impegno ormai indifferibile a riconoscere alle donne pari opportunità. Noi da lì partimmo: ci serviva un Comitato Promotore che rappresentasse in tante direzioni il programma, soprattutto partimmo da un’intenzione precisa: se il Comitato è formato da 15 persone, perché è giusto fare una certa attenzione ai numeri, è ancor più giusto che ci siano sette donne, la parità di genere quasi assoluta quando per legge ci si può “accontentare” del 30 % di rappresentanza.

Noi non ci siamo accontentati e proprio perché volevamo nel comitato le eccellenze bolognesi. Piuttosto, è stato difficile sceglierne sette, solo sette voglio dire: Tiziana Ferrari Confindustria, Sonia Bonfiglioli, Raffaella Pannuti Ant, Giuliana Gigliotti Unisalute. Sara Roversi Future Food Institute, Stefania Dal Rio Monrif, Martina Caironi oro paralimpico che sempre a Bologna, ormai casa sua, sta preparando le gare di Tokyo.

Nessuno può obiettare sulle nostre scelte, tutti potrebbero fare un’aggiunta, ed è bello così: Virginia Stagni che porta nel futuro il Financial Times e tutti i media, Matilda De Angelis che brucia col fuoco della passione e del talento le tappe di una carriera da attrice, Alessandra Tava che gioca nella Virtus donne e si allena anche a un domani da storyteller non solo sportiva.

Oggi il tema della giusta attenzione non è più una eccezione all’agenda pubblica, e siamo felici di essere arrivati al traguardo in anticipo sugli altri, anche perché in realtà siamo partiti dalla nostra storia, che è poi la storia di Bologna: la Virtus è la società sportiva di Ondina Valla, prima medaglia d’oro di una italiana ai Giochi Olimpici, vincitrice degli 80 ostacoli a Berlino, in una gara storica anche perché quarta, ai piedi del podio per un soffio, arrivò Claudia Testoni a lungo amica del cuore della stessa Ondina che in realtà si chiamava Trebisonda.

Adesso, in questo primitivo 2021, la Vu che tutti sappiamo essere nera, ha assunto la tonalità aggiuntiva del rosa, in omaggio alle donne: la manterrà per un anno e qualcosa di speciale faremo, proveremo a fare il 20 maggio per il compleanno di Ondina Valla, già partita una petizione per chiedere che dall’anno prossimo proprio in quella data sia celebrata la Giornata Nazionale delle Atlete. Provate a immaginare il messaggio: Bologna la Dotta, la Grassa, che diventa finalmente, e non in alternativa ad altri titoli, con felice complementarietà, Bologna la Sportiva.

Abituato a essere un evento, una partita, un allenamento, lo sport è ridotto a questo: farsi amico il calendario, per progettare ri-partenze, scritto proprio così, a sgombrare il campo e i campi che si tratterà, al momento giusto, di ricominciare, perché invece si partirà dallo zero che le ricche (di debiti) squadre di calcio vogliono evitare.

E nel cercare amicizia e conforto nelle date, noi già abbiamo aggiunto al calendario cittadino, e non solo Virtussino, due giorni speciali: il 17 gennaio, giorno della nascita dell’allora Società Sezionale di Ginnastica, dal 1871 traino non solo sportivo di tutta la città, apripista per il Bologna, per la Fortitudo. E poi il 9 aprile giorno di nascita, nel 1843, di Emilio Baumann, il fondatore della Virtus. Non era bolognese Baumann, ma con quel nome era destino che arrivasse a Bologna, chiamato dal comune come maestro, per realizzare proprio qui le sue idee, un manifesto che oggi definiremmo SportLivesMatter, un manifesto a difesa di tutti gli sport e di tutti gli sportivi che non dovrebbero essere fermati proprio perché, Emilio dixit, lo sport è un motore importante della società, il mezzo per garantire ai cittadini e dunque alla collettività la miglior salute.

E fatto questo ripasso di storia della città, con l’impegno, una promessa più che una minaccia, di raccontare qualcosa di più attuale, come ad esempio SportVax, il programma personalizzato di riabilitazione fisica per quanti hanno avuto il Covid realizzato da Marco Bonamico, un virtussino doc, arrivato come Emilio da fuori – Baumann da Canonica d’Adda, il “marine” da Genova – posso dire che sì, non solo in teoria ma anche nella pratica, faccio il mestiere più bello del mondo.

Anche perché adesso devo consegnare la pratica di candidatura della Virtus per avere il riconoscimento di attività De.Co. Non siamo un manufatto, non siamo un alimento, ma siamo il condimento che dà sapore a tutto qui a Bologna. Bologna la Sportiva, con e grazie alla Virtus, da 150 anni.


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