Elaborare idee e progetti per dare anima al centrosinistra

Saper programmare il futuro rende credibile la politica di chi si candida al governo della cosa pubblica, indicando a livello locale tempi e modi di come si può competere nelle sfide globali. Se nello scenario internazionale prevalgono politiche monopolistiche che generano effetti devastanti nei territori e nelle popolazioni, tocca alla politica dei territori attuare programmi alternativi che sappiano offrire una vita dignitosa a ogni persona, in particolare ai fragili, ai poveri e ai disabili

di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore


Con la recente pubblicazione dell’opuscolo Alcune Idee del Futuro che Vogliamo, con sette importanti contributi (A. Balzanelli e G. Moscato, P. Dall’Occa – P. Orlandi – P. Rocchi, M. De Martino, G. De Plato e M. Marangolo, F. Franzoni, F. Mosconi, R. Prodi) l’Associazione Cantiere Bologna e la rivista web cantierebologna.com confermano la loro vocazione di voler essere una comunità locale di produzione d’idee e progetti per la città e l’area metropolitana bolognese.

Idee e progetti che sono messi a disposizione degli associati, dei collaboratori, dei lettori, di quanti ci seguono e più in generale dei cittadini, delle istituzioni, dei partiti, della politica della città. Un contributo disinteressato di persone autonome e indipendenti che vogliono allargare nell’area metropolitana lo spazio di un libero confronto delle idee aperto a ogni intervento finalizzato a rendere questa città più dialogante, inclusiva e attraente. L’opuscolo è un piccolo contributo che vorrebbe concorrere a dare un’anima e un pensiero a quel centrosinistra che, pur amministrando bene le realtà locali, non è ancora riuscito a dotarsi di un programma e a ottenere un consenso necessari a riformare la struttura del Paese e dello Stato.

Questo storico limite dei riformisti e progressisti è dovuto alla progressiva perdita di un pensiero ragionante. In particolare al disinteresse a elaborare idee e a proporre programmi per cambiare la realtà politica, economica e sociale del paese e dei comuni. Sono le idee di futuro che rendono credibile la politica di un partito e di un’alleanza che si candidano al governo. Per essere soggetto credibile e capace di guidare la cosa pubblica occorre saper indicare a livello locale tempi e modi di come si può competere nelle sfide globali. Se nello scenario internazionale prevalgono politiche monopolistiche che generano effetti devastanti nei territori e nelle popolazioni, tocca alla politica dei territori indicare e attuare programmi alternativi che sappiano offrire una vita dignitosa a ogni persona, in particolare ai fragili, ai poveri e disabili. 

La forza delle idee sta nell’individuare nello scenario internazionale il ruolo non subalterno di un governo locale che riesca a dare corpo a esperienze capaci di correggere distorsioni, di superare le storture di uno sviluppo fatto per pochi e di danno a molti. Mentre i multimiliardari americani finanziano progetti di potenti missili e di panoramiche navicelle per portare in orbita ricchissimi turisti ad ammirare la terra dalla stratosfera, nei paesi del terzo e quarto mondo le persone muoiono di fame e di malattie. Solo il 2% delle popolazioni dei paesi poveri ha ricevuto il vaccino anti Covid-19. Si continua a ignorare che solo la vaccinazione globale può mettere al sicuro quei paesi sviluppati chi si illudono di aver raggiunto l’immunità di gregge. La salute e la sicurezza individuale dipendono dalla salute globale, ovvero dalla vaccinazione degli abitanti del pianeta. Da qui l’idea, posta dalla pandemia, che la salute o è un bene per tutti o rimane minacciata dal rischio di contagio.

Il Pnrr approvato dal governo Draghi nelle sue due finalità, da una parte di rilancio dell’economia e dall’altra di rafforzamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn), non dovrebbe essere genericamente condiviso dai governi locali. Sul Ssn la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna sono chiamati a dotarsi di progetti che sappiano rafforzare, estendere e qualificare il modello universalistico della sanità pubblica. Dovrebbero rilanciare il ruolo del pubblico, facendo propria l’idea che la salute come bene comune è un diritto umano che va riconosciuto e garantito prioritariamente a ogni persona per tutto l’arco della vita.

Purtroppo le politiche del centrosinistra a livello locale non sembrano avanzare in questa direzione. In regione e a Bologna la sanità pubblica si regge sempre meno sulla colonna portante del pubblico (programmatore aperto al contributo del privato profit e non profit). Tende a reggersi su tre colonne concorrenti, quella del pubblico, del privato e delle assicurazioni, con effetti pesanti sulla spesa sostenuta dal cittadino (circa 30% della spesa globale). L’idea del Servizio sanitario universalistico dovrebbe essere propria del centrosinistra se vuole fare davvero del Pnrr un’occasione per indicare agli altri paesi un’esperienza locale che nel riconoscere la salute come diritto della persona fornisce un servizio di alta qualità a un costo medio (6,5% del Pil) inferiore alla media europea (7,8).

Speriamo che le ‘Idee del futuro che vogliamo’ di Cantiere Bologna siano fatte proprie da chi governa in regione e amministrerà Bologna.


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