“L’Europa che verrà”

È il titolo di un percorso, intrapreso dai Giovani delle Acli insieme a tante altre associazioni, che da Bologna e dal resto del Paese porterà fino a Bruxelles, dove il prossimo novembre, supportata dal Parlamento europeo, si terrà una tre giorni dedicata alle politiche giovanili dell’Unione

di Rosa De Angelis, coordinatrice Giovani delle Acli Bologna


Protagonismo, giovani ed Europa sono i tre concetti chiave all’interno del percorso “L’Europa che verrà”, promosso dai Giovani delle Acli in occasione del 2022, designato come l’Anno Europeo dei giovani.

Esso prevede trentaquattro tappe che si svolgeranno nei vari territori, per avvicinare le nuove generazioni alle tematiche europee attraverso occasioni di confronto alla pari e con il coinvolgimento delle realtà associative, locali e le Istituzioni.

Gli incontri si suddividono in due fasi principali: Me&EU, basato sull’ascolto dei giovani e il racconto sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa, e una seconda parte, intitolata EU&Me, volta a promuovere le opportunità che l’Unione Europea mette loro a disposizione. Il cammino alla scoperta dell’Europa terminerà a novembre con un evento di tre giorni, previsto a Bruxelles, ed è supportato dal Parlamento europeo – Ufficio in Italia, dall’Agenzia Nazionale Giovani, dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dal Ministero delle Politiche Giovanili.

Tra gli aderenti c’è anche il Coordinamento dei Giovani delle Acli di Bologna, il quale ha realizzato l’incontro Me&EU lo scorso martedì 29 marzo presso la Sala Biblioteca di Salus Space, situato nel Quartiere Savena.

La scelta dello spazio ha rappresentato un valore aggiunto all’iniziativa di respiro europeo e internazionale: Salus nasce da un progetto con il finanziamento di Uia – Urban Innovative Actions, presentato dal Comune di Bologna e da altre associazioni del territorio, tra cui le Acli di Bologna. Costruire e generare uno spazio di welfare interculturale, inclusivo e animato dove chiunque potesse sentirsi parte di una grande comunità, valorizzata nelle sua diversità, è stato l’obiettivo del progetto. Ed è lo stesso che si pone il percorso aclista sull’Europa.

A Bologna, sono intervenute personalità provenienti da realtà distinte: il Coordinatore Nazionale di GA Simone Romagnoli, il Consigliere del Comune di Bologna con delega alle politiche giovanili e agli scambi internazionali Mattia Santori, il Presidente dell’Associazione “Cooperazione Cristiana Per l’Europa” Francesco Masina e in rappresentanza dell’Associazione “Youth Solidarity Travellers Aps” Sebastiano Colangeli.

I contributi hanno permesso ai partecipanti di approcciarsi all’Europa in maniera trasversale, raccogliendo testimonianze e punti di vista differenti: il pensiero globale sull’iniziativa e le motivazioni che hanno spinto i giovani a impegnarsi per gli altri giovani; lo sguardo locale sulle opportunità che il mondo dell’associazionismo e il Comune di Bologna offrono; un excursus diacronico, esplorando le radici cristiane dell’Europa.

Un viaggio, in termini geografici e temporali, che si è trasformato in un dibattito con nuove proposte, a partire dai giovani, che saranno raccolte anche dagli altri territori e sottoposte all’attenzione del Parlamento europeo il prossimo novembre, per ripensare insieme a come vivere l’Europa.

Sono emerse idee e riflessioni, a seconda delle esperienze, che vertevano dalla scuola al raggiungimento dell’Europa federale, ma che avevano un denominatore comune: promuovere e valorizzare le opportunità all’estero, sia di tirocinio sia di volontariato, per i più giovani e in età scolare. In entrambi i casi, si tratta di sviluppare nuove competenze, specifiche e trasversali, che pongono il giovane al centro e in grado di assumere il senso di responsabilità, incentivandolo alla partecipazione, all’impegno civile e alla cittadinanza attiva.

Nel caso dell’esperienze all’estero, queste competenze si intrecciano con la scoperta di altre realtà e con l’acquisizione di una nuova visione del mondo che ci circonda. Apprendere una lingua straniera e una cultura diversa significa trovare un veicolo per orientarsi in contesti differenti da quelli di origine e comprendere come, nella diversità, siamo tutti equamente portatori di pensieri, saperi e storie. Tutti equamente parte di una casa più grande, quella europea. È una lente rinnovata attraverso cui vedere l’altro, e che si riflette anche sul modo in cui i giovani vivono il loro contesto quotidiano.

A settembre è previsto il secondo incontro, aperto alla cittadinanza e che rappresenterà una restituzione su quanto i giovani hanno appreso sull’Europa. Perché queste opportunità sono una finestra sul mondo, che è fondamentale aprire per rendere i giovani consapevoli di quanto siano non solo cittadini del proprio Paese, ma cittadini d’Europa.


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