Con questa destra ci vorrebbe un Rivolta Pride al mese

Di fronte alle 60mila persone che sabato hanno marciato per le strade di Bologna rivendicando la libertà e contestando la violenza sistemica che affligge le persone Lgbtqia+, le donne e le minoranze tutte, la destra cittadina fa polemiche pretestuose, mentre tace delle oscenità sessiste che, nelle stesse ore, il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi vomitava davanti alla platea del Maxxi di Roma

di Mery De Martino, consigliera comunale Pd


Nei primi mesi del 2022 abbiamo avuto un +16% di violenze sessuali rispetto al 2021. Dal 1° gennaio al 28 maggio 2023, in Italia sono stati registrati 129 omicidi. Le vittime donne sono 45, e 37 di loro sono state uccise in ambito familiare.

In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. A Bologna, secondo gli ultimi dati pubblicati, solo nel 2021 sono state 1.241 le donne ad aver denunciato violenze subite, che nelle forme più gravi sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici.

Questa è una parziale fotografia dell’inciviltà del nostro paese, quando più della metà della popolazione è composta da donne. Servono risorse per tutelare queste donne, interventi sempre più tempestivi e serve tanta, tanta prevenzione sul piano educativo. Perché le donne ancora oggi sono considerate da troppi uomini dei meri oggetti. Oggetti da penetrare, oggetti che, anche se non sembra, anche se dicono di no, anche se magari cercano di cambiare strada o abbassano lo sguardo, alla fine, nel bene o nel male, “ci stanno”. Ci devono stare. Perché sono donne.

Questo è il sottotesto più che evidente che sta dietro all’intervento inqualificabile che Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura (sic) ha fatto sul palco del museo Maxxi di Roma, dove era invitato in rappresentanza del governo. Purtroppo, devo ripetere quanto ha riferito affinché tutte e tutti si ricordino della gravità di queste parole, anche se sono frasi che dovrebbero sparire dal linguaggio.

Nel giro di pochi minuti è riuscito a dire che fino ai 67 anni l’unico organo di conoscenza degli uomini è l’organo genitale, che conosce attraverso la penetrazione, e che dopo i 67 si inizia a conoscerne degli altri come la prostata, definita «troia» in ossequio all’ampio vocabolario di insulti a sfondo sessuale rivolti sempre e solo al genere femminile. Infine, ci confessa di non avere il «contatore all’uccello», lasciando intendere che le donne passate di lì sono tutte uguali, che l’unica cosa importante, quella che sta al centro, quella che conta davvero, è l’organo genitale maschile. E poco importa dove questo venga infilato, se in un buco, un pertugio, un cassonetto (magari! mi verrebbe da dire nel suo caso) o in un rapporto con una donna, consenziente o meno che sia.

Bene, quindi, ha fatto la regista Comencini, che pubblicamente ringrazio, a rinunciare alla presentazione del suo libro, che avrebbe dovuto tenersi sullo stesso palco. Bene hanno fatto le dipendenti a prendere le distanze. Bene, anche se in ritardo, ha fatto il ministro Sangiuliano a redarguire il suo sottosegretario.

Neanche al bar dovrebbero essere più ammessi certi linguaggi. Linguaggi che perpetuano violenza, odio, assoluta assenza di rispetto. Figurarsi da uomini che rivestono incarichi dirigenziali o di governo. Le dimissioni sarebbero il minimo, dal momento che non solo non si è scusato ma ha anche rivendicato quelle stesse parole.

Bello, poi, constatare che di fronte a tutto questo, l’opposizione in città si concentra su qualcuno, tra le 60mila persone presenti al Rivolta Pride di sabato scorso, che fa pipì in strada o lascia per terra qualche bottiglia di vetro durante una delle più grandi manifestazioni italiane di rivendicazione dei diritti, compresi i diritti delle donne. Ma si sa che la destra ama guardare il dito molto più della luna, e purtroppo non basterebbe un Pride al mese per fargli comprendere il messaggio.

Sabato hanno marciato per le strade di Bologna 60mila persone che manifestano per rivendicare la libertà del proprio corpo, del proprio orientamento sessuale, della propria identità di genere. Che lottano contro la violenza sistemica che affligge le persone Lgbtqia+, le donne, e le minoranze tutte. Che dimostrano che non basta avere una donna al vertice del governo o del partito se si continua a perpetuare lo stesso schema, linguaggio compreso (mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensa questa donna di quanto dichiarato da Sgarbi). Il Dl Lavoro, il Dl Cutro, la circolare che impedisce le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali sono solo alcuni dei provvedimenti che il governo ha preso contro coloro che già nella vita sono più fragili e discriminati.

Che se la tenessero, allora, una donna al vertice, mentre noi continueremo la nostra battaglia in mezzo alle persone, a sostegno della loro resistenza civile, nel completo disinteresse di un governo nazionale che anche sabato, attraverso i suoi rappresentanti in città, le ha attaccate con motivi pretestuosi.

Purtroppo quella del sottosegretario Sgarbi non è una sgrammaticatura istituzionale e gli interventi di alcuni dell’opposizione in città non sono macchiettistici, ma rappresentano un pensiero politico e culturale ben preciso. Un pensiero che noi donne, insieme a tanti altri che costoro vorrebbero tenere ai margini, non faremo mai passare.


2 pensieri riguardo “Con questa destra ci vorrebbe un Rivolta Pride al mese

  1. Credo fermamente nel diritto a manifestare e credo sia giusto fare un corteo per proclamare a voce alta i propri diritti, i propri disagi la propria identità. Fare un corteo non dà però licenza di imbrattare la città vandalizzando i muri dei palazzi a colpi di bombolette spray. Perché dobbiamo ritrovarci con una intera facciata del nostro palazzo, circa 15 metri, coperta di stelle a cinque punte e scritte come “odiare con passione”, “odio puro”, “digos boia”, “socmel in punta”? È tutto qui il diritto al rispetto della propria identità e del proprio pensiero? Il bambino piccolo arrabbiato rompe la prima cosa che gli capita a tiro, l’adulto maturo trova altre strade più efficaci. Ma forse di maturo c’è poco. E perché gli organizzatori del corteo accettano queste “esuberanze”che finiscono con lo sminuire una sana protesta? E dove era chi doveva impedire che una sana manifestazione avesse questi scivolamenti? O forse era solo un’occasione per una goliardica gita in città?

  2. Parliamo di rispetto – nella vita privata, nella vita pubblica, nel lavoro, in famiglia, tra amici, nell’ amore : io ti rispetto in quanto tu mi rispetti.

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