«Ci rivolgiamo al professor Cammarano, condividendo ogni singola parola del suo articolo, e a tutti i membri della società civile che vedono nell’Europa Federale l’unica risposta alle enormi sfide che dovremo affrontare: aiutateci, costruiamo insieme ponti che uniscano i popoli, fortifichino l’Unione e portino alla nascita di altri movimenti transnazionali. Partiamo dalle Due Torri e dall’Europa stessa perché gli Stati Uniti non rimangano più soltanto un sogno»
di Silvia Spinelli, Gianluca Guerra, Marcello Saltarelli, Francesco Rizzi Brignoli, Volt Bologna
Leggiamo con grande interesse le parole del professor Fulvio Cammarano su Cantiere Bologna che ricostruiscono in modo impeccabile una parabola storica che siamo convinti porti a un necessario cambio di paradigma sociale, economico e soprattutto politico. Un’attenta analisi del passato e del presente rende più che mai evidente una riflessione univoca: la globalizzazione non è più una scelta, ma un destino dal quale nessuno potrà sottrarsi. Questa proseguirà il suo corso, senza che nessuno possa invertirne la direzione. Si tratta quindi di capire, e di accettare, che una Europa federale è l’unica opportunità, data ai cittadini di governare i processi di globalizzazione e di non esserne travolti.
Questo è ancora più vero per i cosiddetti ‘Millennials’ e per le generazioni a venire. Il nostro futuro dipende dalle decisioni prese oggi, in modo più decisivo rispetto a quanto accaduto in passato. Ci sono elefanti nella stanza che sono stati ignorati per decenni ma che ormai sono troppo ingombranti: il cambiamento climatico, le epidemie, le crisi economiche e finanziarie, la disoccupazione, le migrazioni, la sicurezza dei dati personali e le guerre cibernetiche, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella quotidianità. Non è quindi più solo una questione di utopia ma una realtà ineluttabile e necessaria. Per questo motivo la politica deve riappropriarsi della spinta federalista e per questo motivo questo processo deve partire dal basso e deve essere condiviso e richiesto dai cittadini europei.
Ed è bella l’idea che Bologna, città cosmopolita e multiculturale, possa rappresentare il centro di questo processo.
Ancora più bella, sarebbe l’idea di un progetto politico paneuropeo che nasca in Europa, da un gruppo di cittadini coraggiosi e che lentamente, abbracci tutte le città, espandendosi, creando un’unica grande comunità di cittadini, capaci di portare avanti nelle loro realtà locali e nazionali gli stessi valori e progetti politici, il cui culmine fosse la creazione degli Stati Uniti d’Europa.
Questo movimento dovrebbe essere quel soggetto politico democratico, che è mancato nella costruzione costituzionale europea. Quel soggetto capace di creare una rete tra le comunità, le città, dove i problemi locali possono essere tradotti in un dibattito pubblico, non solo nazionale, ma soprattutto europeo. Questo movimento dovrebbe partire dall’ascolto, costruendo quel punto di contatto tra cittadinanza e istituzioni che è mancato fino ad oggi ed essere il punto di inizio della “lunga marcia”, formando la classe politica del futuro e fungendo da collettore delle forze europeiste già attive, offrendo loro un quadro politico strutturato dal quale sentirsi pienamente rappresentati. Questo movimento dovrebbe infine scaturire dai giovani che nell’Unione Europea ci sono nati e che non conoscono confini. Ragazzi che non hanno vissuto in un mondo senza l’Unione Europea, e che avrebbero la mente abbastanza libera da pregiudizi per poter realizzare una vera rivoluzione. I giovani hanno l’urgenza del cambiamento e abbastanza coraggio da poterlo realizzare, mettendosi in gioco in prima persona.
Questo movimento politico, esiste già e si chiama Volt Europa. Nato dal coraggio di tre giovani europei, in poco più di quattro anni si è esteso in tutti i paesi d’Europa, entrando nel tessuto sociale e politico di tantissime realtà locali e nazionali.
Bologna, è stato uno dei luoghi da cui tutto è partito.
Nel luglio 2018, qui, è stata fondata, Volt Italia. Da quel giorno Volt è cresciuta, trovando un terreno fertile in tanti ragazzi e ragazze che condividono l’idea di un’Europa unita e di una politica che non può più continuare a limitarsi al confronto nei confini nazionali per affrontare sfide che non riconoscono confini. Ci siamo presentati alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, alle elezioni suppletive a Roma e saremo in corsa in Toscana. Alle scorse elezioni europee, è stato eletto Damian Boeselager (Volt Germania), che rappresenta non solo gli attivisti tedeschi, ma quelli di tutta Europa.
Volt rappresenta quella realtà politica capace di ereditare il sogno federalista e trasformarlo in qualcosa di concreto, e lo sta facendo nel quotidiano, grazie a una intensa attività politica e a campagne di attivismo e sensibilizzazione.
Ma d’altro canto le difficoltà con cui ci scontriamo sono tante, e non sono le barriere linguistiche o quelle culturali. C’è paura. Cedere sovranità, in un paese come l’Italia, dove negli ultimi anni l’Unione Europea è stata usata dai partiti al governo come capro espiatorio del malcontento generale, è impensabile. I populismi trionfano, regalando risposte semplici a problemi complessi. L’Europa è vista lontana, fisicamente e politicamente e questo crea disinteresse.
Volt Italia in questi due anni è cresciuta, ma, questa indifferenza è probabilmente il nostro peggior nemico. Nonostante una visione chiara, una struttura delineata sui livelli europeo, nazionale e cittadino in tutti gli stati del continente, nel nostro paese abbiamo ancora difficoltà a rimarcare l’importanza della nascita dei partiti paneuropei nel panorama politico.
Per questo ci rivolgiamo al professor Cammarano, condividendo ogni singola parola del suo articolo, e a tutti i membri della società civile che vedono nell’Europa Federale l’unica risposta alle enormi sfide che dovremo affrontare in futuro: aiutateci, costruiamo insieme ponti che uniscano i popoli europei, che creino e fortifichino l’Unione federale a cui aspiriamo e che portino alla nascita di altri movimenti transnazionali, paneuropei.
Partiamo da qui, partiamo da Bologna, perché l’Europa Federale non rimanga più soltanto un sogno di innocui intellettuali, ma diventi una concreta proposta politica.
Un pensiero riguardo “Volt: «Bologna sia il centro di un movimento paneuropeo»”