Giada Grandi: “Un sindaco bravo, ma non toccate il mio presidente”

Secondo la dirigente di Piazza della Mercanzia i dati economici del primo semestre sono molto negativi. Ma la nostra provincia e in generale la regione hanno reagito in modo molto determinato

di Barbara Beghelli, giornalista


Non cerca una vita esagerata, come quella dei film che intonava il Blasco, ma in realtà un po’ ce l’ha, per mettere in ordine tutti quei conti a sei zero. Giada Grandi, una delle manager pubbliche di più lungo corso, 60 anni non ancora compiuti, cerca sempre di “essere ottimista”. E non è tutto, perché oltre a far marciare speditamente la Camera di Commercio, ha le idee chiare anche in politica: “Nel 2021? Voglio un sindaco bravo. Ma, precisa, “per piacere il mio presidente lasciatemelo”. Dice proprio così, il Segretario generale della Camera di Commercio. E guai a chiamarla Segretaria, che si altera. “Il termine non esiste al femminile, è neutro: d’altronde, lei ha mai sentito dire l’estetisto?”.

In realtà, com’è noto, una gran parte dei moderati di centrodestra lo vorrebbe candidato alle prossime Comunali, il “suo” presidente (Valerio Veronesi, ndr). Ma lei non si smuove di un millimetro: “La-scia-te-me-lo”.

Un po’ sul filo dell’ironia, ma poi neanche tanto, la dirigente più importante di palazzo della Mercanzia, di cui si narrava guadagnasse al lordo 289mila euro, di dubbi ne ha pochini. Anzi, a sentirla ne fa trapelare zero. E in generale, visto il mestiere che fa, è auspicabile: accorpa le funzioni di vertice dell’amministrazione della Camera e assiste gli organi di governo dell’ente. In pratica fa da collettore tra l’organo politico e la struttura tecnica della Camera, la cui missione è “che le aziende siano sane”.

L’ente pubblico, 118.775 attività registrate, opera per il 63,1% nei servizi, per il 24,7% nell’industria e per l’8,5% in agricoltura e pesca. Ha un suo parlamentino, un consiglio (l’organo collegiale primario di governo) e una giunta (l’esecutivo).

Giada Grandi fa una premessa: “Se l’attività economica di una città è sana, lo è anche la società. A maggio noi abbiamo fatto dei bandi per le imprese, per le spese sostenute nel periodo del Covid. Bastava presentare le fatture e ottenere il rimborso. Subito. Consideri che le entrate della Camera sono solitamente sui 12 milioni: ne abbiamo investiti 9”.

E a Palazzo lavorano molte donne?

“Moltissime, i due terzi”.

Lo smart working le ha agevolate?

“In parte sì, ma va rivisitato. Sono favorevole al lavoro agile, ma gestito in maniera intelligente. Nella fase di emergenza è stata una scelta obbligata. Noi, per esempio… Su 148 lavoratori, ne abbiamo messi 120 in modalità smart; certo, non puoi lavorare da casa mentre fai la pastasciutta o la lavatrice. Anche su questo siamo indietro: gli esempi sono Danimarca, Olanda, Norvegia”.

Sul periodo post-Covid cosa si sente di dire? La fase autunnale sarà dura?

“Quello appena trascorso è stato un periodo difficile, anche se l’Inps sta finalmente iniziando a derogare. I dati di questo primo semestre sono molto negativi. Ma la nostra provincia e in generale la regione hanno reagito in modo molto determinato. Dopo l’estate non è escluso che saltino dei contratti a tempo determinato che vanno a scadere. Ci sarà una vasta ristrutturazione del sistema imprenditoriale. In pratica il mercato si pulisce, alcune aziende sono pronte, altre no. Non è una bella espressione, ma rende l’idea”.

E il part time? Agevola il gentil sesso?

“È una gabbia per le donne. Tenere l’orario ridotto finché il figlio non esce di casa, dopo subentrano i genitori non più autosufficienti… È un atteggiamento rinunciatario in partenza. Così si fanno fuori da sole e la colpa è soltanto loro”.

Segretario, lei come si vede?

“Mi considero fortunata”.

Un messaggio alle ragazze di oggi.

“Contare su se stesse. Lo dico anche a mia figlia Camilla, 27 anni, laureata e impegnata nel settore delle Risorse umane e che non vuole interferenze lavorative con me. Nel mondo aziendale vai avanti se punti su di te. E se vuoi migliorare chi è lì se ne accorge. Anche se oggi l’esempio vincente è quello della politica urlata, cioè chi strilla di più va avanti, nell’impresa funziona al contrario. Esiste l’etica, e le scorciatoie non sono ben viste. La raccomandazione è tipicamente italiana, ma io dico: “Ragazze, non fateci caso”.

Come fa quando ha pensieri che attanagliano?

“Faccio un giretto, di notte. Per casa, s’intende. Poi decido”.

E se il buongiorno si vede dal mattino beh, bisogna dire che la passeggiatina serale è salutare, anche all’economia cittadina.


Rispondi