Gli Stuart da Bologna provarono a riprendersi il trono inglese

Dopo la rivolta protestante e la fuga di Giacomo Stuart e Maria di Modena, Maria Clementina Sobieska, moglie del pretendente cattolico al trono, Giacomo Francesco III, scappò da lui quando il coniuge, per rafforzare le proprie pretese, decise di affidare l’educazione del figlio a un pedagogo luterano. In via Orfeo frequentò una suora dai poteri mistici che le suggerì di tornare dal marito. Non riuscirono però a diventare regnanti. Maria Clementina è una delle tre donne che hanno tomba in San Pietro

di Angelo Rambaldi, giornalista


Nella prima metà degli anni ’20 del ‘700 arrivò a Bologna – e qui si trattenne per quattro mesi con il figlio – Maria Clementina Sobieska, moglie di Giacomo Francesco Stuart III, pretendente cattolico al trono inglese, figlio di Giacomo II Stuart e di Maria di Modena, ultimi regnanti cattolici d’Inghilterra, fuggiti dopo la vittoriosa rivolta protestante. Sobieska era già stata a Bologna nel 1719, dove si svolsero, in pompa magna, le nozze per procura fra lei e il pretendente Giacomo III. Le potenze cattoliche, fra cui Francia e Spagna, e ovviamente il Papa, continuavano a ritenere illegittima la cacciata del Re cattolico e appoggiavamo quindi tutti i tentativi di ritorno sul trono degli Stuart.

Maria Clementina Sobieska era nata in Polonia nel 1702, di ricchissima e cattolicissima famiglia, ed era una donna bellissima e affascinante. Qualche mese dopo il matrimonio per procura a Bologna, i due sposi si incontrarono a Montefiascone (Viterbo), ma il matrimonio non funzionò bene. Nel 1721 nacque dalla coppia il bambino che, secondo le speranze dei legittimisti Stuart, doveva essere il Principe ereditario. E qui sopravenne una frattura fra i due reali coniugi in esilio: Giacomo III, ritenendo che fra le maggiori ragioni di difficoltà di riprendersi il trono inglese, da cui suo padre era stato cacciato, vi fosse la religione cattolica degli Stuart, pensò di lanciare un messaggio ai suoi potenziali sudditi protestanti. Per l’educazione di suo figlio, erede presuntivo al trono, chiamò un celebre intellettuale e pedagogo protestante. La scelta fece andare su tutte le furie la cattolicissima moglie che, fulmineamente, si prese il figlio e se ne andò a Bologna. La nostra città attribuì a Maria Clementina Sobieska accoglienze regali, con folle plaudenti. Inoltre, essendo note le ragioni del dissenso con il marito Giacomo III Stuart, particolare affetto dimostrarono le autorità ecclesiastiche cattoliche.

A Bologna Maria Clementina venne a sapere della presenza in un convento nell’attuale via Orfeo (oggi in parte scomparso, vi è una scuola materna) di una suora con capacità al di là della umile posizione di monaca. Al secolo Caterina Chiarini, poi suor Laura, era nata nel 1684. Di umili origini e con istruzione sommaria, entrò in convento giovanissima. Molto portata alla contemplazione, in lei si erano manifestati – secondo le cronache – comportamenti mistici che prima avevano meravigliato e poi contrariato parte delle suore e alla fine stupito tutto il convento. E infine costretto l’intervento del Cardinale Arcivescovo della città e del superiore dell’ordine a cui appartenevano le suore, i domenicani. Di cosa si trattava? La suora nelle sue estasi mistiche, silenziose e senza gesti scomposti, si metteva a scrivere senza conoscenza e scriveva argomenti religiosi sulla vita che i religiosi debbono tenere verso i fedeli, il tutto con una profondità che non poteva appartenere a un’illetterata. Fu questa suora che Sobieska, spogliatasi di qualsiasi dignità regale, in quei mesi andò a trovare più volte. La chiamava “il mio angelo” e da lei ricevette anche consigli per la propria travagliata vita familiare. Fu Suor Laura a convincerla a ritornare dal marito.

Un ricercatore bolognese, Giuseppe Marinelli, nel 2014 ha scritto un libro: “Suor Laura, Caterina Chiarini – Una vita mistica nel monastero di San Pietro Martire” (Ilmiolibro Editore). Marinelli porta una serie di documenti e testimonianze, al di là del credere o del non credere, impressionanti su questa suora.

Sobieska ritornò a Roma e trovò un accettabile compromesso per l’educazione del figlio. Ma gli Stuart non tornarono più Sovrani di Inghilterra. Morirà a Roma giovanissima, a 32 anni, e le sue ultime parole furono per Caterina Chiarini, Suor Laura. Maria Clementina Sobieska è una delle tre donne che hanno la tomba in San Pietro. Le altre due sono Matilde di Canossa, morta nel 1016, sepolta nel grande Monastero di Polirone San Benedetto Po, poi nel 1632, per volere di Papa Urbano VIII, traslata in San Pietro nella grandiosa tomba opera del Bernini. La terza è Cristina, già Regina di Svezia, che si convertì al cattolicesimo: accolta trionfalmente a Roma, morì nel 1689: nel viaggio verso la Città eterna anche Cristina di Svezia si fermò a Bologna. Fu ospite del Convento Olivetano di San Michele in Bosco.

In copertina: Ritratto di Maria Clementina Sobieska (1725), Martin van Meytens


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