Il lungo percorso di consultazione interna al Pd non ha prodotto un candidato unitario. Quindi ora il segretario del Pd si assuma finalmente la responsabilità di lavorare per le Primarie nei primi mesi del nuovo anno, permettendo a iscritti ed elettori di partecipare al dibattito programmatico e di scegliere il candidato o la candidata più meritevole, esperto/a, lungimirante
di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore
Nella vetrina di uno dei circoli del Pd, in pieno centro storico, campeggia un manifesto con lo slogan “Dalla partecipazione nasce il futuro”. L’invito a partecipare abbiamo creduto che fosse autentico, in particolare per noi di Cantiere Bologna che vogliamo essere costruttori di un futuro migliore per tutti.
A questo fine abbiamo cercato, fin dalla nascita della nostra Associazione, di avanzare idee proposte a quel centro-sinistra in cui ci riconosciamo e che votiamo. Con quest’animo propositivo abbiamo lanciato l’appello “Primarie, Primarie, Primarie” da sottoscrivere per far capire ai partiti e ai movimenti della maggioranza che ci governa in Regione e a Bologna, quanto sia motivante per gli elettori essere coinvolti con la propria preferenza nella scelta del candidato a sindaco per le elezioni del 2021.
Le molte centinaia di firme arrivate fanno dire che c’era una volontà di partecipazione della società civile inespressa, cui abbiamo dato visibilità e voce. Un fatto che non può essere ignorato e che crediamo che vada accolto. Invece, no! Quest’opportuna iniziativa è stata, da alcuni dirigenti del Pd locale e nazionale, subito bersagliata con volgari critiche, tempestata di false insinuazioni, accusata di pretestuose ingerenze.
Ci sembrava di non aver leso alcuna presunta Maestà e di non aver offeso un partito e tantomeno i suoi iscritti. Ci siamo limitati a stimolarlo e ad attivarli per uscire dalle secche di un percorso di consultazioni voluto dai soliti manovratori, che s’indignano se sono disturbati nelle loro immancabili manovre e nei loro stucchevoli inciuci da vecchi feudatari. Lo stile di avvelenare i pozzi non ci appartiene minimamente, né di supportare qualcuno, né di comportarci come corrente esterna, visto che aborriamo qualsiasi logica correntizia, propria dei signori delle tessere. Ripetiamo che siamo sempre per il rispetto soprattutto di chi critichiamo, siamo per la correttezza di leggi e regolamenti, per le buone procedure e per la trasparenza dei percorsi.
Detto questo, ci permettiamo di dire che il lungo percorso delle consultazioni delle strutture e degli organismi del Pd lasciava sperare che si arrivasse a qualche indicazione sul candidato espressione dell’unità del partito. Ma anche le ulteriori 233 telefonate del segretario provinciale ai dirigenti locali e nazionali per acquisire ulteriori indicazioni e convergenze non hanno prodotto alcun risultato. Questa volta la fatidica montagna del Pd non ha partorito neanche il fatidico topolino.
A questo punto si dovrebbe prendere atto che il partito non è stato in grado di esprimere una maggioranza del 51% sui tre candidati sottoposti alla consultazione interna e seguire l’unico percorso aperto e trasparente delle Primarie di partito e di coalizione, come da statuto e da buona prassi. Scelta ancora rinviata nell’ennesimo tentativo di trovare la quadra tra i maggiorenti del partito. Qualcuno dei dirigenti crede che l’inciucio sia ancora possibile, basta insistere e aumentare l’offerta. In realtà non si accorge che sta condannando il suo partito a una nuova disfatta come nel 1999.
Indicativo di questa logica a perdere credibilità e consenso è il titolo del Resto del Carlino di mercoledì che titola: ‘Consultazioni, caos Dem De Maria in crescita’. Il caos politico non fa crescere nessun candidato, dà solo uno spettacolo di litigiosità che allontana le persone dalla politica e incrementa l’astensionismo.
Ci dispiace vedere che una possibile e prestigiosa candidata come l’europarlamentare Elisabetta Gualmini sia stata messa in questo tritacarne delle consultazioni a vuoto, invece di valorizzare l’eventuale sua disponibilità. Diciamo che è ancora possibile raddrizzare la barra, coloro che devono fare un passo indietro lo facciano, coloro che credono di poter aspirare a essere il candidato giusto lo dicano a chiare lettere. Il segretario del Pd si assuma finalmente la responsabilità di lavorare per le Primarie nei primi mesi del nuovo anno, permettendo a iscritti ed elettori di partecipare al dibattito programmatico e di scegliere il candidato o la candidata più meritevole, esperto/a, lungimirante.
Amministrare Bologna nei prossimi dieci anni vuol dire affrontare problemi giganteschi posti dalla pandemia: un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile. E sfide inedite: tessere alleanze con le altre città metropolitane dell’Europa dell’Area mediterranea. Un progetto ambizioso che richiede discontinuità politica e programmatica rispetto alla stessa buona amministrazione di questi ultimi dieci anni. È importante che a sollecitare questa svolta di strategia di governo della Città metropolitana di Bologna sia proprio il sindaco uscente, Virginio Merola. La palla ritorna al centro della politica cittadina. È sperabile che tutti i soggetti democratici e progressisti (dai cittadini ai partiti, dai movimenti ai civici) siano in grado di assumere il ruolo di costruttori di un progetto decennale del centro-sinistra con l’obiettivo di un nuovo modello di società aperta, produttiva, competitiva, inclusiva e pacifica.
Photo credits: Fred Romero (CC BY 2.0)