Le piazze piene di sardine ci chiedevano di trovare le forme per un’adesione di massa alla battaglia politica. Le Primarie a questo devono servire! Si deve allargare la base dei militanti. La discussione sulle Primarie, secondo alcuni, sembra serva invece a restringere il Vertice. Se la scelta del candidato diventa il Problema molte persone si allontaneranno dalla partecipazione politica
di Renzo Brunetti, pensionato iscritto al Pd
Cantiere di Bologna ha avuto il merito di aprire una discussione politica sui destini della nostra città e anche sulle forme più adeguate di costruzione di una coalizione. Vi sono state prese di posizione che per l’autorevolezza dei proponenti richiedono, a mio parere, qualche precisazione.
1. La frase: «O si trova un candidato unico (condiviso) oppure si va alle Primarie!» è irricevibile. A parte il contenuto lapalissiano della proposta, appare evidente il significato riduttivo delle Primarie, degradato a metodo puro e semplice di selezione del Candidato (una specie di soluzione di ripiego da usare quando si è finiti in un cul de sac). Inoltre la proposta così formulata più che un ragionamento politico appare come una specie di minaccia rivolta a pochi: o vi mettete d’accordo oppure…
2. Le Primarie sono un processo tramite il quale una o più forze politiche concorrono alla costruzione di una coalizione, attorno ad alcuni candidati, promuovendo un confronto (il più diffuso possibile e nelle forme più varie) con le forze sociali: circoli, associazioni, forze sindacali, organizzazioni di Quartiere, terzo settore, rappresentanze degli immigrati, minoranze, semplici cittadini. Tutti devono avere l’occasione di potere esserci e partecipare. È evidente che Primarie vere sarebbero una novità in Italia. Non si tratta di fare una conta fra alcuni litiganti da tenersi in una giornata… Anzi si deve, per questa via, portare legittime aspirazioni personali a concorrere alla costruzione di una forza collettiva.
3. La scomparsa dei grandi partiti di massa non esime coloro che ne hanno fatto parte dal confrontarsi con la realtà odierna: il Pd, unico partito con una struttura democratica (e non a base personalistica) è troppo esile (anche a Bologna) per potere affrontare la sfida del governo della cittaà in modo autarchico. Occorre arricchire le politiche di settore, confrontarsi sulle innovazioni necessarie e sulla conservazione dei risultati raggiunti. Gli ultimi anni hanno visto emergere una nuova leva di amministratori, in Comune, nei Quartieri, in Regione; su di loro vi è un giudizio più che positivo. Si tratta ora di costruire attorno a loro una rete di cittadini che sostengano con forza la nuova fase politica che si deve aprire. Forse abbiamo gli ufficiali, cerchiamo di dare loro anche un po’ di truppe. Le Primarie devono servire ad allargare la ‘base’!
4. Il Pd locale ha avviato una consultazione per tempo sulla scadenza elettorale. Il responso della maggioranza dei militanti sembra sia stato contrario alla apertura delle Primarie. In breve un ragionamento che ha detto: non abbiamo bisogno di altre scissioni, spaccature, divisioni interne. Deleghiamo ai dirigenti la scelta del candidato e le trattative per formare una coalizione elettorale.
A prima vista potrebbe apparire un’indicazione dettata dalla esperienza e dalla saggezza. Peccato che per un tale modo di procedere manchi il presupposto base ovvero l’esistenza di organizzazioni politiche di massa. Al contrario sarebbe una scelta un po’ avventurista che trova nell’assenza di una opposizione credibile il suo unico punto di forza.
5. Il segretario Pd Zingaretti alcuni mesi fa ha lanciato una proposta che tutti, dentro e fuori il Pd, si sono guardati bene dal commentare: vorrei un Partito Nuovo (non un Nuovo Partito).
Ha usato una frase forse troppo forte, che richiama epoche nobili per i militanti di sinistra. Un riferimento a Togliatti che è apparso sproporzionato rispetto alla persona e al partito che dirige. Tuttavia è quello di cui c’è bisogno e se a Bologna, dove esistono una classe dirigente giovane e di valore e una forma partito dignitosa, non ci si pone l’obiettivo di costruire un ‘partito rinnovato’, con più militanti, più sedi, più mezzi, dove si potrà tentare di rispondere alla proposta di Zingaretti?
Le piazze piene di sardine ci chiedevano di trovare le forme per un’adesione di massa alla battaglia politica. Le Primarie a questo devono servire! Si deve allargare la base dei militanti. La discussione sulle Primarie, secondo alcuni, sembra serva invece a restringere il Vertice. Se la scelta del candidato diventa il Problema molte persone si allontaneranno dalla partecipazione politica!
Bravo Renzo! 👍
Un ragionamento perfetto elaborato da una persona anziana come me che riconosce e punta sui giovani con un po di esperienza per allargare la base del consenso