Concertata – l’obiettivo di Michele Lapini per CHEAP

Il nuovo intervento, curato dal collettivo che promuove la public art come strumento di rigenerazione urbana e indagine del territorio, porta tra le vie di Bologna un lavoro fotografico che fa parte del progetto Atlas of transitions biennale, promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione

di Andrea Femia, digital strategist cB


Quando si parla di Bologna è difficile non prendere in considerazione l’aria di progresso che circonda le sue strade. In ogni fase complessa che si rispetti, in ogni momento in cui si va a definire un percorso che scinda ciò che è giusto da ciò che non lo è, le vie di Bologna non hanno smesso di essere prime rappresentazioni di istanze che vivono a metà tra un’anima di lotta, spinta all’eccesso da un fermento portato al cambiamento, e quell’istinto tipico di chiede a se stesso di non farsi soggiogare dall’abitudine dell’accettazione di tutto ciò che accade.

Il nuovo intervento di arte pubblica curato da CHEAP è la perfetta rappresentazione di quanto avviene nelle più profonde viscere della città. Per suggellare detta necessità, questa volta per far sì che il messaggio riuscisse a mettere le ali e correre per le viuzze strette fino a sfociare negli stradoni è stata scelta l’arte rappresentativa della fotografia, che negli scatti di Michele Lapini riesce a trovare quella linea che mette in sequenza cuore, occhio e mente, come diceva qualcuno leggermente più importante di chi scrive.

Lo riesce a fare con un’operazione di photoreporting capace di emozionare e, allo stesso tempo, capacissimo di toccare quelle corde che non possono che rappresentare ciò che urlano le strade; quanto viene riportato, infatti, è proprio una vivida espressione per nulla celata di quel malcontento che genera cambiamento, o che, quanto meno, si ribella alla stasi.

Il corteo del 2 agosto che sfila fino alla Stazione centrale, per urlare che Bologna non dimentica; un mare di ragazze che invocano con presenza e gestualità un grido di autodeterminazione. E ancora, le proteste per il diritto alla casa, fino alle nostrane manifestazioni del Black Lives Matter, figlie di quell’assurda notte (ore italiane) in cui il video della morte di George Floyd diventava virale e correva per le strade del web racchiudendo in sé un grido che nessuno si aspettava potesse portare un cambiamento tale dello status quo.

Queste e altre ancora le situazioni interpretate dall’obiettivo di Michele Lapini. La sua indiscutibile qualità è stata proprio quella di suggellare in uno scatto la potenza di un messaggio, che grazie a questo intervento di arte pubblica per la città, può ambire ad acquisire un’ulteriore forza.

L’installazione fotografica fa parte del progetto We The People, che è l’ultima tappa di Atlas of Transitions Biennale, promossa da Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Photo credits: CHEAP/Michele Lapini


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