Consigliera di fiducia del sindaco, per Palazzo d’Accursio vede bene Aitini, “che non è uno sceriffo”. Spera però in un candidato unico che sappia dialogare con tutti
di Barbara Beghelli, giornalista
Consigliera di fiducia del sindaco per la legalità. Coordinatrice di avviso pubblico per la città metropolitana, il che significa che coordina le attività dei temi di conformità alla legge e del contrasto alle mafie sull’intero territorio promuovendo buone pratiche amministrative e culturali con i Comuni ‘enti soci di avviso pubblico’. Consigliera comunale Pd, fu capolista nel 2016 e le piacerebbe molto proseguire l’esperienza, in futuro.
Giulia Di Girolamo è tante cose, tutte sinergiche, un viso che ispira simpatia e una parlantina spedita: ha origini marchigiane, è di San Benedetto del Tronto, vive sotto le Due Torri dal 2006 dove si è sposata con un bolognese. Laureata in Scienze Politiche, master in pubblica amministrazione, da sempre impegnata sul tema delle infiltrazioni mafiose, tanto che nel 2007 è entrata a far parte di Rete NoName–Antimafia in Movimento, periodo in cui entra anche nel gruppo formazione di Libera Bologna.
Cosa pensa Giulia Di Girolamo dell’attuale mandato? “Sono state fatte cose assolutamente nuove e molto importanti sulla legalità che hanno permesso un punto di svolta sulla sicurezza e sulla lotta alle ludopatie”, assicura. Ad esempio, con l’ordinanza del 4 agosto 2018 il Comune ha fortemente ridotto gli orari del gioco d’azzardo: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. “Questa limitazione ha creato innanzitutto consapevolezza del grave fenomeno, anche se all’inizio la quasi totalità di baristi, commercianti, tabaccai non l’ha vista di buon grado”. In un secondo momento, invece, c’è stata una maggiore consapevolezza da parte della cittadinanza e di quanto possa essere pericoloso il mondo delle slot. Ma la volontà positiva nei confronti della legalità espressa da questa amministrazione si è vista anche con lo sviluppo dell’Osservatorio comunale sulla legalità, che fa ricerca e prevede corsi di formazione e informazione per tutti, compresi giornalisti, avvocati, commercialisti e agronomi, spiega infatti la consigliera: “È un contenitore che vuole far emergere alcune realtà sommerse e mettere in relazione tra loro parti dell’amministrazione pubblica per interagire e scambiarsi dati”.
Insomma, con la legalità siamo a un discreto punto, e con la campagna elettorale?
“Attendo con fiducia l’assemblea cittadina, come da programma del Pd, a metà gennaio. Il periodo è difficile e la prospettiva che ne uscirà dovrà essere in linea con la situazione attuale, legata mani e piedi all’emergenza. Credo che il dibattito verterà sull’indicazione di un candidato unico che sappia dialogare con tutti, e che non è da tutti”.
L’assemblea cittadina è il luogo deputato per prendere delle decisioni. E se non dovesse accadere?
“Se non esce un candidato unico la strada sarebbe quella delle primarie. Io personalmente vedo molto bene la candidatura dell’assessore Alberto Aitini perché ha avuto particolare sensibilità e capacità di ascolto nei confronti di tutti i cittadini e di tutte le parti”.
Nessuno parla di programmi, ancora.
“Purtroppo. Io dico che al di là dei personalismi bisogna affrontare i temi, poi essere vicini alla cittadinanza e Alberto Aitini lo è”.
Anche lei pensa che sia un po’ sceriffo?
“Sciocchezze. Ogni adulto dovrebbe avere la dote di decidere con la propria testa e non usare furbescamente un tam-tam infondato per affossare le capacità altrui”.
La figura dell’assessore alla sicurezza l’ha voluta Merola. È stata una buona scelta, allora.
“Appunto, e l’assessore preposto non è uno sceriffo bensì un amministratore pubblico che pretende il rispetto delle regole e fa il suo mestiere. Ricordo inoltre che la lotta alle mafie, le scuole e l’ambiente sono tutti temi strettamente collegati. La sinistra negli ultimi anni ha seguito un percorso non a caso, e questo è”.
Come nasce la sua passione politica?
“Me l’ha trasmessa mio padre, che era un iscritto”.
Il Pd é un partito inclusivo nei confronti delle donne?
“Credo abbia dato un grande valore a tutte, anche se bisogna progredire e ritengo il nostro ruolo fondamentale per via del confronto, che però dev’essere ‘pari-merito’.
La sua letterina a Babbo Natale.
“Sarebbe bello che ci si mettesse tutti al lavoro per far uscire dalla crisi il nostro Paese; ed evolvere giorno per giorno, verso una comunità dell’ascolto”.