La responsabile provinciale delle donne del Pd non condivide l’idea di rifiutare posti per protesta. “È importante che le politiche ci siano e incidano nelle decisioni da prendere, visto che oltretutto i ministri economici sono tutti maschi e tecnici”. “Gualmini per Bologna? Non la si può candidare per tutto”
di Barbara Beghelli, giornalista
Product manager dell’ufficio tecnico delle Poste spa, una laurea in architettura a Ferrara, sposata con un informatico e mamma di Anita e Adele. Segretaria del Pd di Casalecchio e dallo scorso luglio anche responsabile reggente della Conferenza delle donne del Pd a livello provinciale, 274 iscritte che si riuniscono (ora online) ogni mese e mezzo: è Alice Morotti, 39 anni.
Parlantina veloce, giornate super programmate, Alice si divide tra lavoro, famiglia e l’universo femminile, agitato dopo la mancata rappresentanza di ministre piddine nel nuovo governo Draghi.
Quanto accaduto non sarà tutta colpa di Draghi, però.
“Non è mai solo colpa di un solo uomo e non è una questione personale, ma la parità di rappresentanza ci deve essere, nel 2021, ed è il sistema che non va, la cultura politica egemone dei leader o capicorrente tutti maschi che scelgono altri maschi e ogni tanto pescano nella ‘riserva indiana’: ma mica siamo la razza in via d’estinzione”.
Lei è stata nominata all’interno dell’esecutivo della Conferenza delle donne di Bologna. Che reazioni ha raccolto tra le iscritte?
“Sconcerto, reazione, sconforto unanime: proprio oggi è in atto la Conferenza nazionale per decidere il da farsi sul punto, l’ho lasciata per l’intervista poi mi ricollego e continuiamo a discutere, forse anche fino a domani. E stavolta non passa questa esclusione, brucia troppo”.
Il Pd è l’unico partito che non ha presentato ministre, con tutte le battaglie portate avanti dalle donne di sinistra: un controsenso.
“Evidentemente stiamo peggiorando, negli ultimi tempi: anche nel 2018 il Pd ha eletto poche parlamentari mettendole spesso in posizioni non buone, ma a differenza di tre anni fa, quando i militanti e gli uomini del Pd non parlarono, stavolta i colleghi si sono espressi: sia a livello nazionale (Orfini e De Caro, per esempio) sia a livello locale: tanti gli attestati di solidarietà e sconcerto: le donne devono trovare spazio di rappresentanza. Punto”.
Zingaretti vi ha fortemente deluse, ma ieri ha assicurato che metterà sei sottosegretarie.
“Sia chiaro che io non credo che il problema esista da quando c’è lui segretario, in verità com’è sotto gli occhi di tutti persiste da anni. Attenzione, quindi, che il conflitto non è tra donne e segretario, poi vero che non è stato capace di portare la questione in maniera forte davanti a Draghi”.
E adesso le ‘papabili’ sottosegretarie si rifiuteranno di ricoprire quei ruoli, come suggerisce la consigliera comunale Amelia Frascaroli?
“Io non lo rifiuterei perché questo è il momento di esserci, non di fare le offese. Si discute dei soldi del Recovery Fund e di come devono essere impiegati, è importante che le politiche ci siano e incidano nelle decisioni da prendere, visto che oltretutto i ministri economici sono tutti maschi e tecnici”.
A proposito di rappresentanza femminile, in autunno a Bologna era comparsa la candidatura di Elisabetta Gualmini sindaca, da lei stessa successivamente smentita.
“A prescindere dal fatto che noi tutte abbiamo bisogno di leadership femminili, che alle donne spesso manca il coraggio di proporsi perché hanno paura di essere attaccate a livello personale e che c’è ancora un grosso problema di retaggio culturale, devo dire che in realtà il Pd a Bologna non ha espresso la candidatura di una donna veramente in campo. Ci sono diversi uomini in corsa, dichiarati da tempo, questo sì. E quindi il tema è che dobbiamo avere più candidature femminili sempre, non possiamo mica candidare Elisabetta Gualmini per tutte le cariche”.
E, soprattutto, Elisabetta Gualmini, si è candidata spontaneamente per un incarico al Parlamento Europeo, le abbiamo dato i voti che chiedeva e, adesso, non si capisce perché, si candiderebbe come sindaco di Bologna. L’ elettore, chiamato a correggersi, sarebbe giustamente frastornato.
Quanto all’ assenza di rappresentanza femminile PD nel governo, prendo per buona la testimonianza della presidente del partito, Valentina Colli circa le modalità seguite da Nicola Zingaretti nei preliminari colloqui con Draghi. Da Zingaretti, piuttosto, mi aspetto ancora un riconoscimento del lavoro pesantissimo svolto da De Micheli.
Infine le donne che riceveranno incarichi di secondo piano devono assumerli e fare un buon lavoro, riconosciuto da tutti, come quello svolto da S andra Zampa.
Riguardo al passaggio di Alice Morotti “Devo dire che in realtà il Pd a Bologna non ha espresso la candidatura di una donna veramente in campo…” mi pare che sia giunto il momento di fare passi avanti decisi dichiarando la propria candidatura senza aspettare più che lo faccia il Partito.
Questo balletto maschile giornaliero è sfinente e sempre più triste.
Per favore qualcuna di voi si faccia sentire e, con coraggio, batta un colpo.
Sarà la benvenuta.
Concordo con Marilisa Martelli, Bologna merita finalmente una donna sindaco!