Secondo alcuni, alle prossime amministrative il grado di infantilismo delle opposizioni di sinistra o variegate (Coalizione civica, spezzoni già 5 Stelle, Verdi) lo si misurerà dall’entrare o meno a fare parte di una coalizione a perno Pd. Valerio portò nell’amministrazione le istanze di movimenti e associazioni, si fece mediatore e partecipe e ottenne risultati. Non c’è nulla di immaturo e irresponsabile nello scegliere di rappresentare, essendone parte, chi altrimenti non avrebbe voce
di Beppe Ramina, giornalista
Chi si associa alla responsabilità di governo dà prova di maturità e chi non vi si associa di immaturità. Querelle antica: già nel 1920 Lenin scrisse un pamphlet dal titolo: “Estremismo malattia infantile del comunismo” contro i critici di sinistra della rivoluzione sovietica. Stalin, in seguito, provvide a dare sostanza alla scomunica con fucilazioni, impiccagioni, torture, morti per fame e per freddo ai sospettati di dissentire.
Non si arriva a tanto nell’Europa democratica, anche se a volte qualche uomo in divisa calca troppo la mano. Ma la scomunica morale, quella non manca.
E così, secondo alcuni, alle prossime amministrative di Bologna il grado di infantilismo delle opposizioni di sinistra o variegate (Coalizione civica, spezzoni già 5 Stelle, Verdi) lo si misurerà dall’entrare o meno a fare parte di una coalizione a perno Pd.
L’idea che si governino i processi solo dall’alto e non anche dal basso è tenace e chi vi si oppone pare avere una stoffa politica, etica e morale assai discutibile. Come ci chiamano? Già: radical chic.
Ma non divaghiamo.
Nel 1990 venni eletto consigliere comunale a Bologna nella lista dei Verdi Arcobaleno. Un paio di anni dopo, per varie ragioni, mi dimisi. Subentrò il primo dei non eletti, Valerio Monteventi, che da indipendente fece poi altri due mandati amministrativi.
Valerio sarebbe stato un ottimo assessore alla qualsiasi, ma scelse l’opposizione. Fermo e garbato, fisico da rugbista che incute rispetto, per anni Valerio portò nell’amministrazione la voce e le istanze di movimenti e associazioni, si fece mediatore e partecipe e ottenne risultati.
Ritengo che nulla ci sia di immaturo e irresponsabile nello scegliere consapevolmente di rappresentare, essendone parte, chi altrimenti non avrebbe voce. Quella parte di comunità che è alternativa, ancor prima che per scelta politica, per modi di essere e di vivere e di lavorare.
Non è da persone immature attribuirsi questo compito. È un ruolo che qualcuno deve pur svolgere. E lo si fa al meglio restando fuori dalle giunte comunali. Entrati nelle quali, si finisce per cercare di adeguare i movimenti e le istanze che nascono dal basso alle logiche di governo anziché il contrario.
Bravo in queste poche parole sei stato perfetto. Concordo su tutto
Correva l’anno 2009 quando nelle liste di Bologna Città Libera, anomalo incravattato, partecipai alla campagna elettorale per le elezioni comunali con l’ambizione unica di riportare Valerio Monteventi in Consiglio Comunale. Andò male, anche -ma non solo- a causa dell’esplosione del M5S che portò all’elezione di Giovanni Favia. In quella sfortunata ma divertentissima e giocosa campagna elettorale ho conosciuto bene Valerio -delusissimo del risultato, che segnava anche il “tradimento” di una parte del suo mondo- e ne ho tratto la convinzione che porto ancora con me: una persona in gamba e per bene; qualità rare, tanto più se accoppiate. Da allora, in quell’area politica, senza Valerio, è stato solo pianto e stridor di denti. Sostanzialmente il nulla alle elezioni del 2011 (tutti sotto alle gonne del PD con risultati pessimi) e, nel 2016, Coalizione Civica, nata da una bella idea di Mauro Zani (con il quale la costruimmo all’inizio in pochi e dal nulla, consumando non poche notti) e fagocitata infine da una manovra assembleare di centri sociali e fuoriusciti SEL, che ci costrinse ad abbandonarla al suo (triste) destino. Un’opposizione rivelatasi nei cinque anni a seguire e fino ad oggi per quello che è: inesistente. Dal ratto della Coalizione Civica, di quell’area politica non voglio nemmeno più sentir parlare, ma se la riprendesse a mano Valerio potrebbe restituirle una dignità e una funzione che, con i tempi che si preannunciano, avrebbe certo ragion d’essere.
Caro Beppe, conosco e te e conosco Valerio e ho sempre apprezzato la vostra capacità politica e generosità sociale, che va ben oltre la semplice rappresentanza.
Ma il tutto stava in piedi, anche per Monteventi, perché c’era una giunta di sinistra che governava.
Quindi gli obiettivi sono due: rappresentare gli “ultimi” e avere una giunta di sinistra, oggi centro-sinistra.
Per questo io penso che il centro-sinistra si debba formare al secondo turno: al prima si contende a PD il ruolo egemone nella coalizione. Cioè due liste e due candidati sindaco diversi, poi l’uno sosterrà l’altro al secondo turno per battere il centro destra e avere comunque una giunta più spostata a sinistra.
Se non c’è il rischio di perdere al primo turno, penso che questa possa oggi essere la strada.
Se c’è il rischio di perdere al primo turno io voterei per non perdere il Comune, ma certo quel ruolo che tu proponi penso che sarebbe utile per tutti.
Oltre a questo, spero ci sano tanti altri spazi per discuterne.
Ciao, Ugo mazza