Secondo la prima cittadina di Minerbio “alle persone elette vanno dati gli strumenti per agire”. Le difficoltà conseguenti al Covid
di Barbara Beghelli, giornalista
Esprime un desiderio, Roberta Bonori, prima cittadina di Minerbio. Il suo nome è ‘stabilità’ ed è quello che tanto spera e vorrebbe chiedere al neonato governo. In realtà la richiesta va oltre: “Agli enti pubblici i ristori sono arrivati puntuali, niente da ridire, ai cittadini un po’ meno: si può risolvere al più presto anche questo grande problema?”.
Sogni e pensieri si mischiano, nei desiderata di questa signora sessantaquattrenne dai toni garbati, entrata in politica forse un po’ tardi, ma comunque dal 2003 molto attiva e con un curriculum di tutto rispetto, pur non avendo la bacchetta magica.
Nata a Malalbergo, residente ad Altedo ed eletta nel 2019 a Minerbio, ha ottenuto il 45,85 % dei voti con la lista del centrosinistra, prima era assessora alle Politiche sociali e pari opportunità a Minerbio e poi vicesindaca (2009/2014). Vanta una laurea in pedagogia con tesi in antropologia e ha speso 36 lunghi anni in Università come responsabile dei tirocini post-laurea di area umanistica: “un mondo dove non si è mai vista una rettrice”, ammette sconsolata. Ha una figlia, Simona di 46 anni e un nipotino Dario, di 13. Guida un paese di 8.924 abitanti dove “per fortuna non noto alcun assembramento”, anche perché lei molto probabilmente andrebbe a tirare le orecchie ai disobbedienti ad-uno-ad-uno, se li vedesse. E credo di non sbagliarmi.
Dopo 9 mesi che è stata eletta è scoppiata la pandemia e non è ancora finita.
“No, anzi. Il momento è molto difficile, pur se diverso da un anno fa. Oggi quel che lascia in eredità il Covid ha un nome ben specifico: si chiama depressione. È diffusa e non solo tra gli anziani, abbiamo dei casi di ragazzini che non vogliono uscire di casa perché assuefatti dalla DAD e da messaggi di paura, e questo preoccupa molto”.
Cosa è cambiato negli ultimi tempi? Cosa chiedono i cittadini al Comune?
“Sono nate nuove esigenze, prima di tutto la digitalizzazione, su cui stiamo investendo molto, a seguire la richiesta di verde e di spazi: siamo molto attenti alla riforestazione urbana, cerchiamo di realizzare delle palestre all’aperto, per fare qualche esempio”.
Gli anziani sono ancora i più contagiati?
“Da inizio anno si contano molti quarantenni ammalati e sono diversi i focolai familiari. Uno dei dispiaceri più grandi è appunto la salute dei cittadini e lei non sa quante telefonate ho fatto, in pratica a tutte le persone in quarantena, quindi centinaia. Voglio sentire di persona come stanno, capire di cosa hanno bisogno, essere loro vicina: sono una sindaca, mi hanno eletta per questo”.
Lei si dichiara fiduciosa, in politica, allora le chiedo: sono stati nominati i sottosegretari: sperava fossero tutte donne?
“Mi auguro innanzitutto che siano compatibili con la loro esperienza, donne o uomini non importa. Io non ho l’ossessione delle quote rosa, certo però che le nomine dei tre ministri piddini tutti al maschile lasciano molto a desiderare”.
Zingaretti non ha fatto una bella figura.
“Direi di no. E non vorrei che adesso fosse un recupero dovuto, appunto, quello di mettere cinque sottosegretarie. Le competenze sono importanti”.
È un mondo (politico) difficile, per le donne.
“Sarò contenta quando non sentirò più dire: “Vuole fare la primadonna” e vedere i partiti-tutti fare un’operazione di parità. La dovevano fare molto tempo fa, altroché. Comunque anche a Minerbio, sa, non esisteva il capitolo pari opportunità, fino al mio arrivo. Noi donne non dobbiamo essere ghettizzate e per fare questo bisogna agire prima di tutto in famiglia poi a scuola, subito dopo, con una grandissima attenzione al linguaggio. Se non altro i quarantenni hanno più rispetto delle loro coetanee, in tutti i campi e sono anche meno arroccati al potere”.
Della mancanza di donne candidate a sindaco di Bologna, cosa ne pensa?
“Io la Gualmini la stimo molto, ma ho visto che non è più in pista. Peccato. Ci vuole comunque una persona in grado di dare un profilo europeista, che vada molto oltre i confini cittadini”.
Il Pd bolognese è in alto mare ?
“Non trova ancora il candidato unitario ma io lo vorrei, spero lo si trovi di qui a marzo”.
L’intervista è finita. Per caso vuol esprimere un altro desiderio?
“Sì. Alle persone elette vanno dati gli strumenti per agire: i sindaci sono sentinelle sul territorio, ma con le armi spuntate…”.