Terremoto Pd anche sul candidato sindaco

Il clima tra le diverse componenti del partitone, che sotto le Due torri era sembrato andare via via rasserenandosi, rischia di tornare incandescente e lo spostamento delle amministrative in autunno rilancia il tema delle primarie

di Aldo Balzanelli, giornalista


Se le dimissioni da segretario del Pd di Zingaretti saranno confermate, anche per il centrosinistra di Bologna si apre una stagione complicata. Certo, meno di quanto lo sarà per il Pd nazionale, alla disperata ricerca di un’identità che appare sempre più confusa. Ma il clima tra le diverse componenti del partitone, che sotto le Due torri era sembrato andare via via rasserenandosi, rischia di tornare incandescente perché la ricerca di un nuovo assetto per il Nazareno comporterà inevitabilmente riposizionamenti anche nella geografia locale del partito. Senza considerare le conseguenze dell’ipotesi che il presidente della Regione Stefano Bonaccini vada a sostituire Zingaretti al vertice del partito.

In sostanza tutti gli “annusamenti” che nelle ultime settimane sembravano portare all’individuazione di un candidato condiviso, almeno dalle principali anime del Pd, vengono azzerati e si riparte da zero. Anzi, più che a zero si sta in stand by in attesa di capire chi prevarrà e chi starà con chi a Roma per poi tornare a ragionare sul candidato sindaco a Bologna. 

Conosco già l’obiezione: non vi sarà nessun terremoto, a livello locale la discussione è sui programmi e sui contenuti che certo non cambiano se cambia il segretario a Roma. Sarebbe bello fosse così, ma in realtà un mutamento degli assetti nazionali si abbatte su un partito bolognese già caratterizzato da un gruppo dirigente eletto in un’altra epoca politica. Circostanza che negli ultimi mesi non ha mancato di provocare tensioni e polemiche. 

A tutto questo si aggiunge la decisione di rinviare all’autunno le elezioni amministrative, fatto che ha una duplice conseguenza. Da un lato regala a tutti più tempo per affrontare e sbrogliare la questione del nome del candidato, senza l’esigenza di decidere in fretta come se si fosse dovuto votare a maggio/giugno. Dall’altro canto però rilancia il tema delle primarie per evitare le quali la scusa “non ci sono i tempi, c’è il Covid” ora non regge più. A maggior ragione se dovesse succedere, come ha auspicato ieri il sindaco Virginio Merola, che si scegliesse di farle anche per decidere il destino del Pd.


Un pensiero riguardo “Terremoto Pd anche sul candidato sindaco

  1. Coraggio Aldo. Dall’inizio il Cantiere ha fatto il tifo per un candidato Sindaco e proprio quando i giochi sembravano fatti ecco una crisi che più che complessa è quasi esistenziale. Un prescelto comunque, oltre ogni logica di alleanza, può vincere, ma segna ovviamente il passo di fronte alla complessità della politica dove in prospettiva il consenso evidenzia il fiato corto del mero potere.

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