“Io candidato sindaco di Bologna? Faccio quello che serve”. Santori rilascia un’intervista al Foglio e apre lo scontro Lepore-Aitini alle primarie. Ma quante “divisioni” ha Mattia? L’unica certezza è che la spaccatura nel Pd si aggrava. Comunque vada, si ripercuoterà anche nelle urne
di Massimo Gagliardi, giornalista
“Io candidato a Bologna? Faccio quello di cui c’è bisogno”. Così Mattia Santori sul Foglio. La battuta ha risvegliato di colpo tanti dem dormienti che pensavano di essersi finalmente liberati delle Sardine.
Santori candidato sindaco? All’inizio sembra una boutade. E però, notizia rilanciata da Silvia Bignami su Repubblica Bologna, si sa che Santori ha incontrato Bonaccini e anche Letta. Non solo, vuole incontrare anche l’ex premier Conte, ora reuccio pentastellato. Insomma, Santori si muove ad ampio spettro, da vero leader. Ma delle diecimila Sardine sul Crescentone, quante gliene sono rimaste? Questo non è dato saperlo, neanche la Sibilla cumana riuscirebbe a predirlo.
Certo è che Santori, già che ha sempre detto di volersi tenere lontano da cariche istituzionali, di fronte a una tale ridda di voci farebbe bene a chiarire. Lui per ora si limita a far sapere che «è in corso una riflessione interna» e che si guarda a una «alleanza sistemica con il Pd». E dice che Renzi proprio no, con lui non si parla. Tattica e pretattica.
Una cosa è certa, e Santori la sa benissimo: lui non potrà mai essere un candidato sindaco del Pd per il semplice motivo che non è del Pd. Ma soprattutto perché fa più comodo libero, sganciato. Deve muoversi da solo nel mare della sinistra. Senza etichette alle Regionali aveva funzionato molto bene, sventolava la bandiera dell’antisalvinismo… Bei tempi.
Cui prodest? A chi giova?
A Lepore. I ragazzi del Master di giornalismo Unibo furono i primi a notare la convergenza Santori-Lepore. Pubblicarono anche la foto dei due fianco a fianco alle Serre dei Giardini e scrissero che le Sardine avrebbero potuto, in vista delle comunali, fare una lista in appoggio a Lepore.
Sono passati diversi mesi e la gara dem si è incartata a livelli facilmente immaginabili. Il Predestinato continua imperterrito la sua corsa ma Aitini non molla e rilancia: «Vogliamo le primarie? Facciamole».
Quelle di coalizione non si faranno perché Emily Clancy (Coalizione civica) si comporta come se avesse già un patto di desistenza con Lepore. Cathy La Torre, partita lancia in resta, da luglio scorso s’era improvvisamente ammutolita fino a quando ha fatto sapere che anche lei gioca con Lepore.
Restano allora le primarie di partito ma una gara Lepore-Aitini non avrebbe un esito scontato. E quindi? Ecco che le Sardine, dopo un anno di sonnolenza e come era facile prevedere, si rimettono in moto. Magari per presentare il candidato Santori alle primarie Pd. Per fare il sindaco di Bologna? No, per disturbare Aitini e aiutare Lepore.
Torna l’interrogativo: senza Salvini e in un contesto totalmente diverso, quante truppe avrebbe Santori? La domanda vale sia che partecipi alle Primarie, sia che non vada alle Primarie e si presenti invece direttamente alle urne.
In tutto ciò il segretario Luigi Tosiani appare come un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro. Il sindaco ne ha approfittato per parteggiare smaccatamente per Lepore, e anche il segretario Letta, incontrando Santori, esacerba gli animi di chi, da De Maria in giù, vede le Sardine come il fumo negli occhi.
Altro che Sardine, le Primarie saranno una tonnara e la torbidità di questo acquario, da cui nessuno emerge per autorevolezza, la noteremo ai seggi. Chiunque sarà il candidato del Pd, arriverà stremato. E soprattutto sarà colpito nel segreto dell’urna.
Ottimo articolo acuto e veritiero