Il problema di Isabella Conti si chiama Matteo Renzi

La sindaca di San Lazzaro è stata chiamata in causa dal suo segretario per entrare in campo nelle primarie del centrosinistra. È giunto il momento, però, che il campo progressista capisca che non c’è più spazio al suo interno per l’ex segretario del Pd, l’uomo che ha fatto del tradimento al centrosinistra la sua principale ragione di vita

di Andrea Femia, digital strategist cB


Il dato è ormai arcinoto. Dopo mesi di psicodrammi tendenti al delirio sul fare o meno le Primarie, se farle di partito o di coalizione, se scegliere una via unitaria o meno, nel mondo del centrosinistra bolognese (e non solo) è arrivata la bordata dell’ex segretario del Pd, Matteo Renzi. Il candidato ideale per il ruolo di sindaca di Bologna, a suo avviso, sarebbe Isabella Conti.

Attualmente prima cittadina di San Lazzaro, Conti ha già fatto comprendere che l’idea non le dispiacerebbe affatto, mettendo le mani avanti, rasserenando cittadini e cittadine del suo comune – già in preda alla preoccupazione di perdere il suo operato – dicendo che, in quanto sindaca di Bologna, avrebbe a cura anche l’intera area riferibile alla città metropolitana, compresa quindi la stessa San Lazzaro.

Vale la pena dividere nettamente in due il giudizio sull’opportunità delle parole di Matteo Renzi. La prima parte del giudizio riguarda le eventuali capacità di Isabella Conti. Su questa cosa non ci dovrebbero essere dubbi che tengano. Il lavoro svolto a San Lazzaro ha convinto praticamente chiunque, e per quanto possa essere ragionevole ipotizzare che c’è e ci sarà sempre qualcuno insoddisfatto del lavoro di un primo cittadino, nel caso di specie quel qualcuno rappresenta un minoranza tale da non incidere in maniera pesante su un giudizio generale che rimane da molti considerato positivo.

Però c’è un però. Il però si chiama Matteo Renzi ed è un però grosso come un grattacielo saudita.

Credo sia giunto il momento in cui i partiti del centrosinistra, 5 stelle compresi, capiscano cosa vogliono fare da grandi. Ed è il caso che lo decidano in fretta, considerando che tra due anni si vota, salvo cadute anticipate del governo Draghi.

Con ogni probabilità lo scenario che vedrà una coalizione composta da Pd, M5s e Art.1, oltre a eventuali altri sostenitori, non potrà prevedere la presenza di Italia Viva. Non avrebbe alcun senso immaginare che una coalizione capeggiata da Giuseppe Conte preveda Renzi al suo interno. Certo quello del centrosinistra è un mondo ironico, a volte “kafkiano”, però alcune evidenze sembrano tali da non poter essere modificate e questa è una di quelle.

Allora, la domanda più ovvia è: qual è il principio per il quale è dato a Matteo Renzi di dettare l’agenda di una coalizione che – con ogni probabilità – non lo vedrà protagonista? 

Dove si nasconde il senso di renderlo partecipe del dialogo interno per ciò che riguarda il futuro di due delle città più importanti d’Italia? La stessa cosa infatti succede a Napoli, dove è stato fatto il nome di Gennaro Migliore.

Ecco, probabilmente a questi interrogativi è bene che diano risposte i dirigenti del più grande partito del centrosinistra.

Se Isabella Conti si candidasse in quanto persona indipendente, penso che nessuno avrebbe nulla da ridire. Penso a una sfida tra Conti e Lepore e magari Aitini, ammesso che non si tiri indietro davanti alla candidatura avanzata da Renzi, e questa sfida sarebbe tremendamente interessante, per temi, per idee di città o anche solo per immaginare un eventuale ticket futuro.

Sarebbe bellissimo se accadesse, se solo non fosse uno scenario che prevede un peso così importante in capo all’uomo che ha fatto del tradimento al centrosinistra la sua principale ragione di vita. 

Qui c’è gente che deve rimettere in piedi una città che si appresta a conoscere livelli di disoccupazione mai visti. Un uomo che invidia il costo del lavoro di Riad non dovrebbe in nessun modo dettare l’agenda dell’area progressista per una sfida così importante.

Photo credits: Free Word and Friends World (CC BY-SA 4.0)


4 pensieri riguardo “Il problema di Isabella Conti si chiama Matteo Renzi

  1. Un’ idea non astratta poggia su credibilità, coerenza e affidabilità di chi la propone

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