Il primo sbaglio è ritenere che, battuto il Covid, si ritornerà a vivere come prima. Il secondo è seguire una logica di “correntecrazia” da vecchi partiti che sta distruggendo la voglia di partecipare. Il terzo è del Pd nostrano: pensare che da Zingaretti a Letta sia svolta che non comporti nulla a livello di federazione. Così al voto in autunno si rischia di perdere. Soprattutto se ci si ostina a negare le Primarie, che sono il germe vincente per una società più giusta
di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore
In vista dell’elezione amministrativa a Bologna in autunno, la sinistra e il suo maggiore partito, il Pd, sembrano volerci arrivare con tre grossi errori di valutazione.
Il primo è di ritenere che con la vaccinazione anti Covid in fase avanzata “tutto sarà come prima”, negando che il contagio, le malattie e le morti abbiano stravolto la realtà economica e sociale del paese. E quello che è più dirompente: aver mutato la psicologia e il carattere delle persone.
Il secondo errore è di dare continuità a partiti organizzati per correnti con capi e capetti, non accorgendosi che queste stantie modalità organizzative e di direzione hanno distrutto la democrazia delle regole al loro interno e l’adesione degli iscritti e dei simpatizzanti.
Il terzo è proprio del Pd bolognese ed è quello di ritenere che la crisi a livello nazionale, dovuta alle dimissioni del segretario Zingaretti e alla sostituzione con il generoso e autorevole Letta, non comporti una rivoluzione politica a livello della federazione. Tanto conservatorismo fa temere che il centro-sinistra a Bologna difficilmente possa vincere al primo turno e che al secondo le cose potrebbero ribaltarsi. Naturalmente molto dipenderà da come il centrodestra si compatterà e si rapporterà alle organizzazioni e ai movimenti civici, snobbati dalla sinistra.
Sul primo errore c’è da dire che rispetto al nuovo mondo che si è aperto manca un’analisi di come la globalizzazione stia stravolgendo le realtà locali. Introducendo strutturali alterazioni non limitate al campo della finanza, dell’economia e della società, ma alla stessa identità delle persone. Che assillate dal rischio del contagio fanno della sicurezza personale una barriera impermeabile alle relazioni con gli altri, pochissimo favorente la convivenza e molto respingente l’inclusione, in particolare dei migranti. O che fanno del rischio una prova di sfida, in particolare da parte dei giovani che si esaltano trasgredendo con comportamenti di negazione e contestazione, anche violenta.
Per i candidati a sindaco del centro-sinistra le priorità dei programmi elettorali vanno radicalmente aggiornate, facendo della salute e dell’occupazione i temi centrali. Decisivo è dare la garanzia che tocca allo Stato e alle sue istituzioni fornire un reale Servizio sanitario universalistico e una formazione continua per il lavoro, a partire dagli asili e scuole materne gratuiti per tutti.
Sul secondo errore della “correntecrazia”, bisogna che i dirigenti più coraggiosi nazionali e locali forniscano prova di essere decisi a dare un taglio alla radice con tale velenosa pratica organizzativa, altrimenti la candela già consumata è destinata a spegnersi del tutto nel breve. Se ciò avverrà nonostante l’encomiabile segreteria di Letta, non resta che azzerare l’esistente dei partiti degli inamovibili, autoreferenziali e irresponsabili. E avviare la costituente di una formazione politica nuova dei riformisti e progressisti.
Sul terzo errore è tipico del Pd bolognese, attestato irremovibilmente su una politica senza pensiero o di un pensiero debole di corto respiro. I dirigenti locali sono ancora lì a discutere da lunghi mesi sul candidato unico e sull’egemonia di una coalizione che attira sempre meno gli stessi alleati tradizionali.
Da mesi è suggerito da chi crede nei valori della sinistra che un vero partito democratico si dovrebbe reggere sulla partecipazione degli iscritti e degli aderenti, come protagonisti del confronto politico, dell’elaborazione delle strategie e della definizione dei programmi. Come sul pluralismo e le differenze di valori e culture delle diverse persone che sanno unirsi convergendo su un progetto non di parte ma per il bene generale.
Questa visione politica porta a considerare che le Primarie, con la competizione tra personalità più o meno autorevoli e il confronto tra candidati di diversa inclinazione, sono il germe vincente e generante una sana democrazia e una società aperta e solidale.
Mi scusi Giovanni De Platone, questo lo ritiene lei che i bolognesi ritengano il dopo Covid un ritorno alla vita come prima era. Tra me e moltissimi amici e colleghi ne parliamo e discutiamo spesso e non importa essere psichiatria per comprendere che quello che è successo ha cambiato il carattere delle persone
E evidente che non ritorneremo al “prima” per questioni sanitarie che manterranno ancora per un bel po’ di tempo le persone distanti, purtroppo..
Con tutti i suoi pro e contro.
Secondo, cosa la fa ritenere che i candidati non mettano al centro dei loro programmi la salute e sanità e il lavoro?
Non solo ma al centro saranno anche le politiche a favore delle donne in quanto abbiamo visto come la pandemia abbia aggravato il gender gap, anche nella nostra regione, che partiva da una situazione mediamente migliore rispetto la media nazionale.
Non solo, ma spero e credo vi sia un occhio di tigusrdo verso la cultura, un settore che ha conosciuto il più profondo buio. Lasciando al buio anche noi.
La bellezza e la cultura ci salverà non meno di quanto lo faranno i vaccini.
Terzo: Sul terzo errore è tipico del Pd bolognese, attestato irremovibilmente su una politica senza pensiero o di un pensiero debole di corto respiro.
Mi pare riduttivo, offensivo e di visione e respiro corto e di basso livello
Per le primarie? Chi le ha detto certamente che non ci saranno ?
Secondo lei per le elezioni non ci sono altri problemi a cui pensare?
In questo periodo nessuno ha certezze. Nemmeno dall’ oggi al domani !!!!!!!!!
Ma tanta buona volontà, sincerità e collaborazione gliela stiamo mettendo, extra lavoro, volontariato, passione e sincerità.
Io non voterò nemmeno perché fuori territorio ma lo faccio per il nostro gruppo e per Bologna che è la mia città e la città che amo.
Un caro saluto
Eugenia Borghi
(Gruppo PD San Lazzaro di Savena)