Cittadini, coltivatori, biologici. È questo lo spirito che anima le volontarie e i volontari di Arvaia, cooperativa agricola che dal 2013 si prende cura del parco di Villa Bernaroli a Casteldebole
di Simonetta Tunesi, consulente strategica ambientale, e Maurizio Morini, Ambassador per l’innovazione e la trasformazione digitale del MiSE
Nella pianura fertile ai piedi delle colline a ovest di Bologna, nel parco di Villa Bernaroli c’è Arvaia, una cooperativa agricola speciale. Il suo successo, circa 500 soci, dimostra che l’integrazione tra produzione agricola biologica e città è non solo possibile ma anche benefica per l’ambiente, la rigenerazione urbana e il morale di chi la frequenta. Per entrare nello spirito dell’impresa abbiamo intervistato la Presidente Paola Zappaterra e Stefano Ramazza.
Arvaia fu fondata 8 anni fa, caratterizzata da una tale carica innovativa che avrebbe potuto essere considerata una start up. Quali sono gli elementi principali?
Nel 2013 Arvaia è nata con l’obiettivo di destinare un bene comune – un terreno di proprietà Comunale – all’autoproduzione di alimenti con l’impegno di una Comunità che Sostiene l’Agricoltura. Allora era la prima esperienza in Italia di questo genere.
Il terreno è nel quartiere Borgo Panigale-Reno, a un passo dalle residenze e a 15 minuti in bici dal centro cittadino. La posizione dimostra la lungimiranza degli urbanisti che impostarono una forma urbanistica con cunei verdi inseriti permanentemente lungo le linee territoriali di sviluppo che preservano l’attività agricola e il paesaggio storico.
L’integrazione tra centro abitato e campagna è alla base della Transizione ecologica, di cui uno dei pilastri è l’Agroecologia basata su coltivazioni senza prodotti chimici, varietà antiche, sostegno della biodiversità, reintroduzione degli alberi. Ma l’agroecologia è molto di più, è una visione del futuro.
Quanti sono i soci? Come è organizzata l’attività?
La cooperativa è composta da soci fruitori, lavoratori e sovventori che partecipano alla produzione con contributi diversi ma tutti condividono la visione sul ruolo che la produzione agricola e la sovranità alimentare dovranno avere nel futuro.
Dal 2015, a seguito di bando pubblico comunale e grazie al lavoro di 8 lavoratrici/tori e di volontarie/ri che li coadiuvano, gestiamo 47 ettari nel parco agricolo di Villa Bernaroli, di cui 10 mantenuti a verde pubblico. I prodotti sono distribuiti ai soci per 50 settimane all’anno, in 7 punti di ritiro.
L’immagine del baccello del pisello – arvaia in dialetto bolognese – è la metafora del nostro stare insieme: partecipazione alla vita della cooperativa; condivisione che significa possedere insieme; equità, ottenuta anche attraverso la possibilità di contribuire con quote diverse per restituire parti uguali a tutti.
Torniamo a Agroecologia e Sovranità alimentare, di cosa si tratta?
Di impegnarsi in prima persona per ridare alla produzione agricola il ruolo primario che le spetta: tramite la capacità delle piante di catturare l’energia del sole l’agricoltura sostiene tutte le società umane ma decisori politici e cittadini troppo spesso ne sono inconsapevoli.
La nostra visione ha allo stesso tempo un respiro planetario e un forte radicamento locale. Valorizzando il suolo fertile, pratichiamo la produzione agroecologica, mangiamo ciò che viene coltivato a km zero e tuteliamo il paesaggio. In più, facciamo manutenzione in 10 ettari di verde pubblico.
In che modo questa esperienza, che indica una direzione per il futuro, potrebbe essere sostenuta?
Siamo un orto collettivo che produce socialità e accresce la bellezza del paesaggio come bene comune. Per le funzioni che svolgiamo, vorremmo porre alla discussione la proposta che il terreno in nostra gestione sia affidato gratuitamente, così come gli orti individuali assegnati dai quartieri. Siamo tutti cittadini che mangiano ciò che coltivano in terreni del Comune. Altre potenzialità per la valorizzazione dell’area di proprietà del Comune sono il recupero di: 3 corti coloniche, gli edifici dell’oratorio, l’ex scuderia, l’ex centro san Petronio.
Arvaia è anche informazione, discussione e progettazione di futuro: chi volesse approfondire, organizzare discussioni pubbliche o diventare socio può scrivere a soci@arvaia.it o telefonare al 371 3304707.
Splendida esperienza