Cronaca della prima uscita pubblica davanti ai giornalisti del sindaco di San Lazzaro dopo la decisione di candidarsi alle primarie per Palazzo d’Accursio. I nidi gratis, il tram, il Passante, le alleanze
di Barbara Beghelli, giornalista
Dopo tutto, la sindaca sorride. Dopo gli “attacchi feroci” di alcune politiche locali piddine, che anche se si contano sul palmo di una mano, un po’ pesano. Dopo l’incredulità di tanti per il suo ingresso in campo, dopo la “scelta sofferta” dopo tutto questo, alla fine Isabella si apre al mondo bolognese, e sorride.
Sembra un anno fa quando Renzi ha lanciato la sindaca-avvocatessa come futuribile prima cittadina di Bologna e invece sono passati solo quindici giorni, ma tanto è stato lo scompiglio. “Deve portare a termine il suo mandato a San Lazzaro!”; “È stata strumentalizzata da Renzi!” e altri complimenti. In contemporanea gli attacchi di alcune donne del Pd, che anche se sono oramai cosa bypassata, lei fa sapere c’è rimasta molto male. D’altronde, considera, “in campagna elettorale bisogna essere pronti a tutto e poi nel Pd ho anche delle amiche vere, eh”, assicura.
Sarà. Di sicuro in due settimane è successo di tutto e siamo solo agli inizi. Ma lei va avanti, sperando di poter collaborare con tutti. Solo che lo dice guardando in basso. Gli occhi di Isabella parlano, difficile metterli a tacere e con loro la sua personalità: “io sono qui per Bologna”, ripete.
Siamo al Salotto culturale di Patrizia Finucci Gallo in via Serra, interno giorno. All’hotel Guercino, un angolo di Bolognina bucolico, con le case tutte ristrutturate colorate e il cortile dell’albergo che fa da arena politica; la sindaca è accerchiata dai giornalisti che, a turno e come da copione, le fanno le domande. Lei ha un modo di porsi aperto e curioso il che la rende una presenza rassicurante, che piace. Ma anche temibile, inutile negarlo. È certo l’opposto della persona respingente, quindi solare e inclusiva, ostinata ma anche cauta, con le risposte e nel modo di porsi. Fino alla fine dell’incontro è assolutamente seria e con lo sguardo ad altezza uomo, pardon, di giornalista, unici ammessi all’incontro. Gli occhioni fanno sì capolino dalla mascherina, ma un po’ risentono del clima da inquisizione che aleggia.
Durante l’incontro la Conti va ripetendo una cosa: “voglio una campagna elettorale gentile”. Eh già, ad essere scorretti sono capaci tutti e anche in questi casi è molto più difficile essere corretti. Se così sarà è presto per dirlo, visto come è iniziata. Insomma, avrà anche 39 anni, vestirà casual, avrà i capelli lunghi come una ragazzina ma non si può nascondere l’evidenza: con la sua dolcezza e la sua determinazione da politica calibrata ha scombinato l’assetto politico un tantino soporifero che aleggiava su Bologna oramai da un anno. Quel film un po’ lento e ripetitivo che stava trascinando il Pd verso le primarie interne e che ora invece va verso una gara di coalizione, come impartiva lo spirito ulivista.
Altra cosa: la sindaca si dice green e sulle infrastrutture ci va coi piedi di piombo, reduce anche lì da esperienze a dir poco traumatiche (come il Crealis e il Civis). Il passante di mezzo? Va corretto in alcuni punti nevralgici, mitigato. Il tram? E’ lo strumento più evoluto e di grande valore, ma l’amministrazione ha il dovere di far sparire le paure dei cittadini.
Sono a disposizione della città, ripete. Preferisce insistere sullo sforzo da fare per non disperdere alcuna forza, anzi immagina una ritrovata stagione unitaria del centrosinistra, un “Ulivo 2.0”. Guarda al ‘modello Bonaccini’ che per lei è vincente. “I nidi a San Lazzaro sono gratuiti per tutti, altroché e i parchi sono una risorsa assolutamente tutelata”.
Dopo quasi due ore l’inquisizione è finita e i fotografi le chiedono di mettersi in posa: è allora che le strappano un sorriso.