Due esempi. Il candidato ideale è quello che annuncerà come regola imperativa della sua amministrazione il consumo zero del territorio e che il suo orizzonte temporale sarà il 2026, anno in cui finirà il suo mandato, e non il 2050 “promesso” dalla legge urbanistica regionale. Il secondo obiettivo è la chiusura alla stessa data del centro storico a ogni veicolo a motore a scoppio: la riconversione ecologica è finanziata, basta volerlo fare. Insomma, serve un candidato di sinistra
di Roberto Bin, costituzionalista
L’ottima intervista di cB a Isabella Conti spero stimoli interventi da parte degli altri candidati sindaco altrettanto precisi e impegnativi. Il candidato per cui vorrei votare dovrebbe avere il coraggio di assumersi impegni chiari e verificabili. In una parola, vorrei un candidato con un programma politico “radicale”.
Due esempi per spiegare il punto. La legge urbanistica regionale del 2017 “promette” che raggiungeremo l’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero entro il 2050. Solo pochi giorni fa la Corte costituzionale tedesca ha annullato la legge federale sulla protezione dai gas serra perché, fissando l’obiettivo nel 2030, viola i diritti all’ambiente attuali e delle future generazioni, a cui addossa gli oneri per raggiungere l’obiettivo ancora lontano. La legge regionale impiega 80 pagine (non ne commento la scrittura) per spiegare come si potrà avvicinare l’obiettivo, attraverso limiti, deroghe, condizionalità.
È ovvio che il problema è sommamente difficile e che la legge che deve governare un processo tanto ambizioso quanto complesso non può scansare le difficoltà. Ma sarà il nuovo sindaco e la sua amministrazione che dovranno applicarla a Bologna. Vorrei che il candidato non si nascondesse nella complessità della disciplina urbanistica, ma assumesse impegni precisi, netti, radicali appunto: dicesse che il consumo zero di territorio sarà regola imperativa della sua amministrazione e avrà conseguenze immediate per tutte le questioni urbanistiche aperte nel territorio metropolitano, cioè ancora da decidere. Non il 2050 dovrebbe essere il suo orizzonte, ma il 2026, anno in cui si ritornerà a votare per le Comunali e in cui gli impegni assunti dovranno essere verificati.
Il secondo esempio riguarda il traffico nel centro storico. La posizione radicale che vorrei che il candidato sindaco assumesse dovrebbe essere precisa e incondizionata. Basterebbe dicesse che entro il fatidico 2026 a nessun veicolo con motore a scoppio sarà consentito l’accesso in città. Una misura netta, precisa, verificabile. Vi saranno problemi organizzativi (ambulanze, pompieri, polizia…), ma nulla che non si possa risolvere con soluzioni apposite: oltretutto le misure per la sostenibilità del PNRR finanziano la riconversione ecologica dei mezzi di trasporto. L’importante è che alla chiusura della città ai mezzi inquinanti non dovranno esserci deroghe.
Ho definito il mio candidato sindaco ideale come radicale, ma avrei potuto definirlo semplicemente un candidato di sinistra. Sinistra ampia, plurale quanto si vuole, ma sempre sinistra. Ed essere di sinistra significa avere obiettivi e assumere impegni non condizionati da future trattative, da accordi con questa o quella congrega di interessi. Gli unici interessi che devono contare per un candidato di sinistra sono quelli della sua collettività, a cui deve rivolgersi con chiarezza di programmi e precisione di impegni.