Cosa succede, cosa succede in città? C’è qualche cosa, qualcosa che non va…

Ormai da luglio 2020, via delle Moline è stata trasformata in un mangimificio a cielo aperto, tenendo in poca o nessuna considerazione le esigenze dei residenti. A ribadire il concetto si aggiunge l’ultima ordinanza, la cui ratio è fin troppo chiara: le necessità dei cittadini sono posposte alle convenienze degli “operatori economici” con cui si intendono i pubblici esercizi di somministrazione

di Giuseppina Camellini, comitato Moline(r)esiste


Nel periodo drammatico che ci troviamo a vivere è davvero paradossale che gli abitanti di via delle Moline, anziché rallegrarsi, paventino ogni nuova riapertura di ristoranti e affini, che ripropone il riaffacciarsi dell’incubo iniziato nel luglio 2020. Quello di essere nuovamente sopraffatti dagli interessi dei propinatori di cibo di varia natura che hanno del tutto soppiantato la diversificazione commerciale che rendeva interessante e vivace questa bella e storica via.

Strada strategica nei percorsi di chi si sposta a piedi o in bici nella zona nord del centro storico per lavoro, studio, turismo e, tempo fa, anche per shopping in piccoli negozi di nicchia. Strada che conduce al cuore delle istituzioni culturali, in ordine sparso Pinacoteca, Università, Teatro comunale, Accademia, Musei universitari.

Ora, da un po’ di anni, questa strada, vivace e stimolante, si è trasformata in un mangimificio. Era inevitabile? Sì, secondo i nostri amministratori. No, pensiamo noi abitanti. Se solo si avesse avuto cuore e attenzione per questo progressivo stravolgimento che ne ha cancellato l’identità.

Strada che amavamo con passione, in cui ora ci sentiamo estraniati e sopraffatti. Strada che sentivamo come una finestra di casa sul mondo, sui cambiamenti del costume, sui fermenti giovanili, sugli “scoppiatoni”,  sulla moda di strada, sull’inaspettato boom turistico… strada antenna, si potrebbe dire.

Sentiamo che questi sarebbero stati valori da preservare, per chi ci vive e anche per l’appetibilità di un turismo colto e non becero, come auspichiamo per il bene della nostra città. I mangimifici di dubbia qualità non hanno le gambe lunghe. Sono uguali in tutto il mondo e presto annoiano. I nostri amministratori dovrebbero insegnarlo a noi e invece… la lungimiranza, sempre più rara e meno apprezzata nell’epoca dell’usa e getta, da anni non è più di casa nemmeno a Bologna.

Abbiamo chiesto attenzione. Apparentemente ci è stata concessa, ma non siamo stati ascoltati.
Abbiamo chiesto la riduzione delle eccessive concessioni di suolo pubblico che hanno reso la nostra strada un vero e proprio cortile ad uso dei ristoratori. Con oggettivo rischio sanitario per difficoltà di transito in sicurezza, inadempienze alle prescrizioni comunali, sforamenti di orari e spazi assegnati, disturbo del riposo notturno, tendenza all’abuso nel controllo dei transiti alla stregua di uno spazio di proprietà privata.

L’indifferenza assoluta alle questioni sollevate in maniera civile da noi cittadini e, ancor più grave, l’indifferenza a un pensiero sul futuro della nostra città, è stata scolpita sulla pietra dall’Ordinanza del Traffico del 30 aprile scorso (PG 198206/21). Se mai ci fosse stato qualche dubbio, l’ordinanza l’ha definitivamente fugato.

Già da novembre scorso noi abitanti abbiamo contestato la precedente ordinanza, che limitava la possibilità di raggiungere con l’auto il nostro portone, per carico/scarico, soltanto dalle 20 della sera alle 10 del mattino. Soprattutto in considerazione di chi ha rigidi orari di lavoro e/o deve gestire situazioni familiari complesse.

Ebbene, la nuova ordinanza, contestuale alla riapertura dei locali con dehors, sancisce una ulteriore contrazione per noi residenti dell’orario per carico/scarico di spesa settimanale, suppellettili ingombranti o pesanti, persone anziane o con difficoltà motorie, bambini non semoventi e quant’altro: dal primo maggio al 31 ottobre potremo infatti accostarci alle nostre case soltanto a partire dalle 22, rimanendo invariato il limite delle 10 del mattino.
Colmo dei colmi non viene menzionato il diritto per i titolari di contrassegno H di accedere con l’auto alla propria residenza, sempre e comunque.

La ratio dell’ordinanza è fin troppo chiara: le necessità dei cittadini sono posposte alle convenienze degli “operatori economici” con cui si intendono i pubblici esercizi di somministrazione. Ma persino i laboratori artigianali di cibo da asporto, privi di posti a sedere, sono ora autorizzati ad usare gratis la strada per il loro commercio. E non con 2/3 tavolini che sarebbe tollerabile, bensì 30/40 sedute da zero che erano, compensazione del tutto sproporzionata per attività peraltro non penalizzate dalla pandemia nella stessa misura dei ristoranti.

Ci aspetta un’altra estate difficile, in autunno dovremo tenerne conto.

Photo credits: Paolo Margari (CC BY-NC-ND 2.0)


14 pensieri riguardo “Cosa succede, cosa succede in città? C’è qualche cosa, qualcosa che non va…

  1. Un’amministrazione pubblica non deve mai sostenere una parte dei cittadini a discapito di altri cittadini. Purtroppo in via delle Moline è accaduto: per agevolare i ristoratori i residenti sono stati penalizzati nel loro elementare diritto di accedere a casa con carichi pesanti o con persone che hanno difficoltà motorie. Non va bene.

  2. Via delle Moline è diventata a uso e consumo dei ristoranti e affini. Viverci è sempre più difficile. Il Comune manca davvero di visione, lungimiranza. Vogliono un centro senza residenti, solo consumatori

  3. Sono d’accordissimo, la situazione era già intollerabile prima, ora è ulteriormente decisamente peggiorata. È in gioco l’idea di città di centro storico. Cosa si può fare?

    1. La situazione in centro è sempre più triste, da una parte il degrado, dall’altra la chiusura delle piccole attività e il proliferare di mangiatoie.

  4. Sono assolutamente d’accordo. Le nostre vie, le nostre città, tutta la nostra bellissima Italia trasformate in dehors per turisti che restano poche ore. Mi dispiace moltissimo per i residenti. Paolo Nanni

  5. Concordo totalmente. Tutto in funzione di un turismo che trasforma le città in luna park. La lungimiranza è materia sconosciuta da questa classe politica. Sacrosanta la protesta dei residenti.

  6. Povera strada
    Schiacciata dagli abusi del potere

    Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
    E tutto gli appartiene

  7. Concordo in tutto. Via Moline, che noi residenti abbiamo tanto amato, è stata completamente snaturata a solo uso e consumo dei ristoratori. Per ammirarne la bellezza, ora è possibile solo uscendo la mattina presto, basta però, che siano passati a pulire la strada perché diversamente è uno schifo.

  8. Via delle Moline è un pericoloso esempio di come sta diventando il centro storico e questo la fa diventare un tema trasversale a tutti i cittadini. Troppi tavolini e poco spazio pubblico dedicato e controllato, per i residenti e per tutte le persone che vi accedono. Vorrei una città più accogliente e inclusiva per tutte le età e meno arresa alle logiche dominanti.

  9. Concordo pienamente, anche se non risiedo in via delle Moline. Purtroppo pero’ la situazione e’ identica in tutto il centro storico, devastato da degrado, cibo di scarsa qualita’ a tutte le ore, con occupazioni delle strade che impediscono il transito anche ai pedoni

  10. Anch’io, da residente in Via delle Moline, avverto il grande disagio del vivere “assediati” da tavolini che occupano la strada, avventori, che, anche inconsciamente, creano disturbo e rumore per la maggior parte delle ore della giornata, fumi e odori provenienti dai locali sempre attivi che penetrano nelle abitazioni di chi abita nella strada. I residenti di via Moline hanno perso la tranquillità del vivere, quasi fossero residenti di serie B. Non possono neanche accedere alle loro abitazioni in orari normali per ordinanze che lo vietano. Sembra che l’intenzione da parte dell’amministrazione di svuotare il centro dalle
    persone che ne risiedano stabilmente sia molto chiara….

  11. sono completamente d’accordo; aggiungo che la chiusura di via delle Moline al traffico dirotta tutti i residenti della zona in cerca di parcheggio sulla strettissima via del Borgo, che nella parte alta è già afflitta da un’isola ecologica piazzata praticamente in mezzo alla strada, non ha neppure un marciapiede ed è interessata da un perenne flusso di pedoni e ciclisti in “risalita”; questo traffico una volta superato l’imbuto iniziale, finisce poi per confluire in via Irnerio, via trafficatissima, con una viabilità già dadaista, per risalire poi da via Alessandrini; il Comune deve fare una decisa marcia indietro

  12. sono assolutamente d’accordo e tutta la mia solidarietà ai residenti. Impossibile solo pensare di poter accedere alla propria casa con carichi pesi o trovarsi con difficoltà motorie e avere orari stabiliti dal nostro Comune per agevolare solo tavolini,tavolini,tavolini.
    Ovunque i dehors si sono allargati:sempre più difficile e per nulla piacevole passeggiare e per i residenti trovare parcheggio.
    Non va bene. Non è questa la città che desidero.
    Lucia Gualducci

    1. Impossibile non condividere quanto racconta la Signora Camellini. Chiunque voglia esprimere il senso di libertà (suo), può farlo incurante dell’impatto sul senso di libertà degli altri. Peccato che non esista tutela da parte degli individui preposti, da cui scaturisce tristezza, rabbia, impotenza sfiducia.
      Curiosa di ascoltare le proposte dei nostri candidati sindaco

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