Primarie e fuorvianti contrapposizioni

Il nostro giornale è stato il primo promotore della consultazione dell’elettorato perché crediamo che sia il modo per scegliere la candidatura migliore, incoraggiare assenteisti e delusi, permettere l’analisi dei programmi e rinsaldare le alleanze per convergere su una sintesi condivisa e per battere le destre. Stiamo assistendo a un percorso inverso: i candidati non sono espressione di programmi e coalizioni definite ma di proposte individuali. Servono dei correttivi, siamo ancora in tempo

di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore


Come Cantierebologna.com siamo stati i primi e i più decisi sostenitori delle Primarie a Bologna, perché siamo convinti che siano uno strumento di democrazia aperto alla partecipazione degli iscritti e degli elettori di partiti e movimenti che formano la coalizione di centro-sinistra.

Le Primarie hanno come finalità non solo di scegliere il miglior candidato, ma di motivare gli assenteisti e i delusi a impegnarsi nella campagna elettorale contro la destra in modo da vincere al primo turno l’elezione a sindaco. Le Primarie sono, inoltre, un metodo trasparente che permette agli aderenti e ai simpatizzanti di un’area politica di esprimere la propria preferenza tra i candidati in campo. Sono infine l’avvio di un percorso che mette a confronto i programmi dei contendenti, di rinsaldare un’alleanza e di scegliere un candidato/a unitario/a sostenuto/a da tutti gli aderenti per arrivare alla vittoria finale.

Questa molteplicità di aspetti positivi non sempre è praticata con spirito costruttivo e unificante dalle forze e dalle organizzazioni che compongono la coalizione. Nel caso delle Primarie di Bologna si è seguito un percorso inverso a quello auspicato: programma, alleanza e candidati. Sono stati, infatti, indicati i candidati non come espressione di un programma e come proposte di una coalizione definita, ma come singoli partecipanti che vanno elencando i loro obiettivi e delimitando una loro possibile aggregazione. Si corre il rischio che questa procedura capovolta crei, come nei fatti sta avvenendo, alcune ostilità del tutto fuorvianti rispetto all’oggetto e alla finalità della consultazione.

Le distorsioni, in realtà, sono provocate a mio avviso non tanto dai due candidati, Matteo Lepore e Isabella Conti, quanto dai partiti, dalle organizzazioni e dai tifosi che li sostengono. Ne elenco solo alcune delle artificiose ostilità create in questa prima parte delle Primarie, con la speranza che possano essere superate nei prossimi giorni.

Prima correzione da apportare: va sancito che le Primarie sono di coalizione e non di partito, e che ogni iscritto o elettore possa votare chi ritiene il migliore candidato, anche se lo statuto di un partito (vedi Pd) vorrebbe vincolare il voto anche del suo elettore al proprio candidato. Siamo o non siamo sulla stessa barca? Siamo o non siamo vincolati a sostenere il candidato più votato alle Primarie dell’elezione a sindaco? Sarebbero auspicabili meno parrocchia e più spirito di alleanza.

Seconda correzione: imporre una logica amico-nemico vuol dire mettere in secondo piano il confronto delle idee e alimentare lo scontro delle appartenenze. Così non si vince e non si costruiscono né piccole né grandi alleanze.

Terzo: è controproducente temere complotti inesistenti, lanciare accuse infondate o ritenersi vittima di offese personali. Sospettare o accusare non aiutano a vedere la realtà; abbassare gli occhi sulla punta delle proprie scarpe vuol dire ignorare l’orizzonte in cui ci si dovrebbe muovere. È finita un’era con il Covid-19 e siamo già nel nuovo mondo che, di fatto, segna una rottura con il buon governo del passato. La buona amministrazione oggi va reinventata, lo impone l’inarrestabile globalizzazione della finanza, dell’economia e della società.

Quarta correzione: serve poco mostrare le medaglie della propria esperienza quando occorre presentare un programma innovativo, convincente e aggregante (dalle forze moderate a quelle di sinistra). Il programma del candidato o candidata dovrebbe parlare alla città e non ai propri adepti o ad alcuni settori del proprio elettorato. Dovrebbe guardare all’Europa e sapere che siamo in un mondo interdipendente.

Sarebbero auspicabili le correzioni indicate nel prosieguo del confronto delle Primarie. Il candidato che si mostrerà pronto a governare anticipando il futuro di Bologna e della Città metropolitana, esplicitando le priorità, le risorse e i tempi necessari a realizzarli, sarà sicuramente vincente. E sarà sicuramente sindaco di Bologna per 10 anni, un tempo sufficiente a costruire un nuovo modello di economia (ecosostenibile) e di welfare (intergenerazionale).


Un pensiero riguardo “Primarie e fuorvianti contrapposizioni

  1. Da quando vi seguo apprezzo la vastità del vostri interessi; siete una voce stimolante e libera (in un contesto cloroformizzato). Per questo vi prego di accogliere i miei complimenti per quello che possono valere. Con stima Aldo Bacchiocchi

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