Benvenuti: le mie idee per l’ateneo

È una delle due donne candidate al vertice dell’Alma Mater. Pensa a un’innovazione amministrativa a tutto campo, fondi per la ricerca, ma anche a un governo dell’Ateneo più vicino ai dipartimenti e ai tecnici amministrativi, il diritto allo studio, la politica degli alloggi, i servizi

di Barbara Beghelli, giornalista


Il 22 e 23 giugno l’Alma Mater Studiorum, famosa nel mondo per essere l’università occidentale più antica e per aver dato i natali al modello dei campus, avrà un nuovo Magnifico Rettore o una nuova Magnifica Rettrice, chissà.

Non è cosa di poco conto per i bolognesi e per l’eletta platea di professori dell’ateneo che a oggi conta circa 90mila studenti, in pratica una città nella città. Fondata nel 1088 ha visto il susseguirsi di ‘governatori’ per ben per 933 anni e quindi va da sé che, stavolta, il fatto di poter scegliere una donna è una rivoluzione.

La realtà, nel resto dello Stivale, è tristemente nota, di rettrici ce ne sono solo sette: quante miglia restano ancora da fare. Già, vedremo intanto se, sotto il cielo delle Due Torri, a luglio ci sarà più trasporto verso un’umanista, un esperto di meccanica agraria o altre figure in ballo, che i concorrenti sono cinque.

Giuliana Benvenuti (Lettere), che qui intervistiamo, è nata a Reggio Emilia, sposata con un immunologo e madre di due ragazze: Chiara ed Elena. Concorre contro Pier Paolo Gatta (Veterinaria), Giusella Finocchiaro, presidente della Fondazione del Monte e docente a Giurisprudenza, Giovanni Molari (Ordinario di Meccanica agraria) e Maurizio Sobrero. 

Vissuta dieci anni a Bolzano e altrettanti a Sanremo in quanto figlia di albergatori, si iscrisse a Lettere moderne a Bologna e da allora è impegnata nella Letteratura italiana contemporanea; il suo dipartimento è al 32 di via Zamboni. Oltre alla sua facoltà, si dice possa contare sull’appoggio di molti tecnici ed è vista come la candidata più radicale. D’altronde lei in primis ha ammesso: “Mi presento a guidare l’Ateneo in modo indipendente, non sollecitata dall’attuale governance“. Col Cantiere fa la lista delle cose che vorrebbe cambiare, il suo programma.

Come sta andando la campagna elettorale?

“Bene, non mi pare ci siano polarizzazioni. Per quanto riguarda me, credo che alcuni processi vadano migliorati e per questo mi batto: il governo dell’Ateneo più vicino ai dipartimenti e ai tecnici amministrativi, perché ci sono state molte decisioni prese in modo chiuso in questi anni. Parallelamente porto avanti alcune questioni: il diritto allo studio, la politica degli alloggi, i servizi. Serve anche un tavolo che coinvolga i delegati alla didattica insieme con il pro-rettore, la riconsiderazione dell’offerta formativa con la possibilità di integrare le nuove tecnologie e l’unione di formazione e ricerca. Sottolineo che la ricerca di base è importantissima, anche se non ha applicazione immediata, e coi fondi che arriveranno bisogna assolutamente sostenerla”. 

Per caso ha in mente i fondi del Next Generation Eu?

“Indovinato, i miliardi le cui linee guida di indirizzo si trovano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che per l’università passeranno attraverso il Miur. L’occasione è unica: per la prima volta i paesi dell’Unione Europea finanziano facendo debito comune e ne gioverà anche il nostro settore. Dobbiamo diventare competitivi a livello internazionale, per fare questo ecco la grande possibilità in arrivo, davvero tanti fondi da utilizzare bene”.

Qualche idea su come investirli?

“Innovazione amministrativa a tutto campo: abbiamo ancora montagne di burocrazia che ci bloccano. Poi servono fondi per la ricerca: i dottorati, ad esempio, sono in grande sofferenza”.

A proposito di elezioni, Bologna cambierà anche sindaca/o. Chi preferisce tra i candidati in campo?

“Mi auguro che ci sia una persona che riceverà un ampio consenso e che lavorerà molto con l’Università, le cui porte devono aprirsi alla cittadinanza: in questo senso c’è ancora tantissimo da fare: abbiamo un patrimonio immenso tra lasciti da valorizzare e progetti”.

Donne e carriera universitaria: si sente una pioniera?

“Ho alzato la mano, tutto qui. Sappiamo tutti che c’è ancora molto da fare sulla valorizzazione delle diversità oltre che sulla parità, ma questo vale per tutti i campi. È sotto gli occhi di tutti che nelle figure apicali abbiamo ancora molto terreno da smuovere, anche in università. Però qualcosa inizia a muoversi, no? Le rettrici in Italia si contano sulle dita di una mano e a Bologna per la prima volta si presentano due candidate. Anche questo è un segnale, vedremo cosa succederà in città”.


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