Genealogia di un declino

Si fa un gran parlare delle tribolazioni attuali del centrosinistra, tanto a livello locale quanto nazionale. Ma queste difficoltà hanno un’origine “antica”, che andrebbe indagata a fondo prima di ipotizzare eventuali soluzioni. Una riflessione che dovrà essere sviluppata al più presto, sia fuori che dentro il partito

di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico


Mi pare che in più di un’occasione negli ultimi tempi Enrico Letta abbia glissato sulla questione Primarie. Eppure, mi sembra che questa sia una questione di prima grandezza per rilanciare il ruolo dirigente del Pd, e non solo a Bologna.

Forse bisogna ritornare alle modalità della fine del Pci: andare oltre il comunismo e la socialdemocrazia per navigare in mare aperto. Si sancì in tal modo la fine di quell’esperienza e il successivo smarrimento del ‘partito’ come punto di riferimento di una comunità.

Poi arrivò Tangentopoli, che contribuì a distruggere definitivamente l’immagine dei partiti: si iniziò la stagione del ’populismo’ e della delegittimazione della forma partito in quanto tale. Delegittimazione strisciante che coinvolse anche il centro e la sinistra.

Si aprì la stagione dell’antipartitismo anche per rincorrere in modo subalterno il populismo di Silvio Berlusconi. La ‘prima Repubblica’ da vituperare: ripartiamo da zero. Questa l’opinione allora più diffusa.

Ma quella fu anche la breve stagione che vide la cancellazione del trattino tra centro e sinistra e poi la nascita dell’Ulivo. Ripartenza da zero, dunque, e pulita dal passato. Si giunse così alla creazione dall’alto del Pd, seppure in modo frettoloso, con le prime primarie utilizzate dalla classe dirigente per investire di un consenso ampio e popolare un candidato già stabilito in precedenza.

Purtroppo anche qui da noi il rito delle Primarie segnò l’abdicazione del gruppo dirigente e la rinuncia a farsi carico delle scelte. Iniziò così un declino inarrestabile e divisivo, e il Partito si trasformò in un rissoso comitato elettorale. E gli effetti si vedono tutti ancora oggi.

Questa la mia breve ma spero argomentata analisi, per la quale ho preso spunto anche dalle riflessioni stimolanti già svolte su Cantiere Bologna. Mi auguro che nel prossimo futuro su questa questione si apra una discussione vera e trasparente, sia fuori che dentro il partito.


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