Passare dalla comprensione degli avvenimenti relativi alle elezioni in Zimbabwe al delirante caos che ha travolto il Venezuela; l’immigrazione dal Nord al Sud del mondo, la crisi della Libia e i ritratti della complessità. È bello poter godere dello sguardo di grandi firme del cinema internazionale capaci di raccontarci realtà più o meno lontane
di Andrea Femia, digital strategist cB
Uno dei grandi pregi di questa città è quello di non dare mai per scontate alcune iniziative capaci di alzare costantemente la qualità della vita culturale di chi la abita.
A livello prettamente personale, ho sempre trovato positivamente sconcertante constatare come alcune sale cinematografiche – all’ennesima replica – siano ancora capaci di registrare dei sold out. Così come è facile non trovare posto per presentazioni di libri o dischi musicali già molti giorni prima che questi appuntamenti abbiano luogo.
Certo non è sempre così, ovviamente. È innegabile che anche Bologna sia vittima di quell’intorpidimento umano che riguarda un po’ tutti a tutte le latitudini. Intorpidimento che un radical chic può riassumere con un semplice figura: la domenica al centro commerciale dopo il sabato al centro commerciale.
Lungi dal voler essere radical chic, però, bisogna riconoscere che la suddetta dinamica – ben evidente in altre zone d’Italia – in questa città è limitata anche grazie a uno sforzo di immaginazione differente. Altrove, scommettere che una rassegna come quella del Biografilm Festival possa funzionare in un anno come il 2021 potrebbe sembrare qualcosa di estremamente simile a un salto della fede. Un’aleatorietà che in questo caso, tuttavia, non sussiste.
Programmazione, certezza, scelte consapevoli di quanto mostrare: dietro al Biografilm Festival c’è tutto quello che serve per garantire quel salto di qualità che non può che essere costante e non figlio di eventi estemporanei.
Credo sia possibile dire che Bologna, culturalmente, è una città straordinariamente invidiabile. E lasciarsi andare con agilità a questa affermazione è possibile anche grazie al fatto che in una settimana di grande cinema puoi passare dalla comprensione degli avvenimenti relativi alle elezioni in Zimbabwe al delirante caos che ha travolto il Venezuela negli ultimi tempi; puoi comprendere da vicino cosa muove le vite di chi ha vissuto da migrante a nord e a sud del mondo; puoi lasciarti coinvolgere emotivamente dalla narrazione di una storia avvenuta nel braccio della morte del Penitenziario di Stato dell’Oklahoma.
E tanto, tanto, tantissimo altro. Storie così tanto distante dal tuo vissuto che finisci per avvicinarle, se ci provi, quanto meno in termini di ricerca di una conoscenza lontana e rispettosa.
Tantissimo altro che quest’anno si potrà godere in presenza, con tre proiezioni al giorno al cinema Pop Up Medica Palace di via Monte Grappa e una ulteriore all’aperto, nel chiostro del complesso di Santa Cristina “della Fondazza”.
Non è mai bello scegliere un appuntamento tra tanti, ma quello che sto per dare è un suggerimento prettamente personale. L’8 giugno sarà possibile assistere all’incontro con la giornalista Nancy Porsia, che per chi ama questo mestiere è uno di quegli esseri umani da guardare con un’ammirazione tale da generare esempio. Insomma, la mia sembra una marketta, ma chissenefrega.
È un periodo florido per i racconti dal mondo. I social network hanno accelerato così tanto la tempistica della distribuzione delle notizie che è sempre più facile appassionarsi a ciò che accade dall’altro lato del pianeta e sono sempre di più le persone disposte a farlo. Ma qui da noi, a Bologna, anche quest’anno c’è il Biografilm Festival. Non diamolo per scontato.